Articoli con tag ‘rapporto’

Che cosa sarà mai successo alla parola “dominante”?


di  L. David Mech  (link all’articolo originale)
lupacchiotti david mechL’aggettivo “alfa” o “dominante”, riferito ai lupi, ha una lunga storia alle spalle. Per molti anni libri e articoli sui lupi hanno parlato di maschio e femmina alfa, o della coppia alfa. In saggi meno specialistici il termine è ancora tuttora in uso. Comunque, acuti osservatori hanno notato un ribasso di questo trend negli ultimi anni. Per esempio, in un lungo articolo sull’accoppiamento dei lupi, diciannove importanti biologi, sia europei sia americani, non hanno mai usato il termine “alfa”. L’articolo, intitolato “The Effects of Breeder Loss on Wolves” (Gli effetti della perdita di esemplari riproduttori sui lupi) fu pubblicato nel 2008 in un inserto del Journal of Wildlife Management. Nel libro di 448 pagine pubblicato nel 2003 da Luigi Boitani e dal sottoscritto, “Wolves: Behavior, Ecology and Conservation” (Lupi: comportamento, ecologia e conservazione), scritto da ventitré autori, la parola “alfa” compare solo sei volte, e solo per spiegare il motivo per cui il termine è obsoleto. Che cosa significa tutto ciò? Questo mutamento della terminologia riflette un importante cambiamento nel modo di pensare riguardo ai comportamenti sociali del lupo. Piuttosto che ritenere un branco di lupi un gruppo di animali organizzati, con un esemplare (o una coppia maschio-femmina) che lotta per divenire “capobranco”, la scienza è giunta alla conclusione che la maggiore parte dei branchi dei lupi non è nient’altro che nuclei familiari, formatisi esattamente come le famiglie umane. Ovvero, lupi adulti di entrambi i sessi, provenienti da diversi branchi dispersi, girovagano finché non si trovano l’un l’altro; in un’area priva di altri lupi e con prede adatte, si corteggiano, si accoppiano e generano i loro cuccioli.
A volte, questo processo …

Continua a leggere »

 

Maya


mayaUn saluto da Maya, huskyna che è stata felice, vivace e allegra al fresco del Bolzon: su e giù per la Pontaiba, in arrampicata sportiva alla Madonna della Neve, a Clauzetto, sull’altopiano di Vito, alle Fonti solforose, per le curte di Anduins, in Boter, per la strada vecchia di Forgaria, sul ponticello so……speso (che brivido), dalla Vallata a Forgaria, a Sequalins, nei Scevoi e soprattutto al fresco nella mia casetta, al Molino di Casiacco, sotto il Pino, salutando il golden retriver Leo e il maremanno bianco Woodman.
Ora Maya corre con Camilla, Bubutte e tutti i pelosi, su per il ponte dell’arcobaleno, anche se è triste perchè Laura, Otella e Leone piangono disperati e le gridano di tornare indietro a mangiare i cruschelli integrali la sera, prima di dormire e passeggiare con Otella di prima mattina.
Aspettaci tutti Maya, aspettaci amore, sempre nel nostro cuore.
Maya per sempre.
31.05.2010

 

Una conoscenza bestiale


articolo animalinformaAd un corso frequentato agli inizi del mio percorso formativo ha partecipato una femmina di Husky che da cucciola era stata vittima di un incidente. Il trauma riportato le aveva fatto perdere l’uso di un occhio e delle zampe posteriori.  La sua proprietaria aveva preferito non raccogliere i consigli che le suggerivano la soppressione dell’animale. In barba al destino l’ha chiamata Gioia è l’ha munita di un ausilio a rotelle che le permettesse la deambulazione. Non ricordo che età avesse il cane quando ha partecipato al corso di educazione ma ricordo come sia stato possibile farle fare buona parte delle attività previste dal corso stesso. Grazie alla conoscenza delle sue capacità cognitive ed al corretto approccio da adottare abbiamo tutti visto ed imparato come un cane, anche se privato di una parte importante della sua motilità,  possa condurre una vita decorosa ed attiva. Valorizzare la sua mente e tenerla attiva gli consente un impegno pari a quello fisico, lo gratifica e sopperisce alla mancanza di attività motoria alla quale è obbligatoriamente costretto a rinunciare.
Fino a qualche anno fa questo non sarebbe stato possibile. L’addestramento del cane prendeva in considerazione solo l’aspetto performativo (l’esecuzione di comandi) e per questo Gioia non avrebbe potuto avere una vita serena o, forse, non avrebbe proprio vissuto. Fortunatamente tutto è in evoluzione e con l’avvento del metodo cognitivo-zooantropologico si è scoperto un nuovo modo di vivere con il proprio cane, valorizzando la sua diversità e abbandonando quel deleterio retaggio culturale che lo considerava un essere inferiore.
In due parole ecco perchè approccio “cognitivo-zooantropologico”:
- cognitivo: la mente del cane è attiva ed elaborativa e i comportamenti ne sono la sua espressione
-  zooantropologia: è la scienza che studia il rapporto tra l’uomo e le altre specie e si propone di far conoscere la straordinaria importanza della relazione con gli animali. In cinofilia l’incontro delle due entità uomo-cane dà frutto ad un rapporto teso a valorizzare, arricchire ed equilibrare tale relazione. Fornisce gli strumenti per capire a fondo il proprio cane e farsi capire da lui. Il cane non viene più considerato un soggetto passivo, “utilizzato” per vari scopi ma partecipa attivamente alle varie attività della famiglia che nel rispetto della sua diversità gli offre un corretto e coerente stile di vita.
Questo metodo non utilizza coercizione né maniere brusche ma non per questo è inefficacie. La sua applicazione richiede molta fermezza e coerenza condite però di gentilezza. Mette in risalto la mente dell’animale, favorisce l’apprendimento attraverso esperienze e conoscenze, favorisce la collaborazione piuttosto che la dominanza e, tramite la conoscenza del comportamento  permette di migliorare e raggiungere ottimi livelli di comunicabilità. La COMUNICAZIONE è il  principio su cui si fonda ogni relazione di successo. Noi e i nostri cani parliamo lingue diverse e fino a quando non impareremo la loro, continueremo a comunicare l’incomunicabile. Gli innumerevoli episodi di aggressività sempre più alla ribalta, non sono da imputare ad “una mancanza di polso”, come qualcuno crede, ma proprio ad una mancanza di comunicazione, causa di relazioni improprie.
La maggior parte di voi che in questo momento mi legge, conosce già questo metodo e ne è già stata testimonial. Lo ha amato, apprezzato ed ha sognato di applicarlo. Chi ha letto o visto i film  “Zanna Bianca”, “Il Richiamo della Foresta”, ed altri dello stesso filone, avrà disapprovato chi voleva ottenere dei risultati esercitando violenza e avrà approvato chi invece li otteneva con dedizione, pazienza, amore, entrando in sintonia con l’animale (mi piace definire Jack London  pioniere del metodo e della moderna educazione cinofila).
Il romanzo “L’uomo che sussurrava ai cavalli” di Evans, è una dimostrazione di questo modello educativo e chi si è commosso per la magica atmosfera di comprensione e rispetto che si creava tra i due protagonisti, chi si è commosso per quello scambio di sguardi intensi, testimoni di una raggiunta armonia, inconsapevolmente ha apprezzato proprio questo metodo che oggi si avvale degli studi di etologia, antropologia, psicologia, pedagogia, neuroscienze e biologia..
Entrare in sintonia con il proprio cane è molto gratificante. Se vi capita di osservarlo e di chiedervi “chissà cosa pensa”, se sentite che tra di voi potrebbe esserci qualche cosa di più, se non vi giustificate alcuni suoi comportamenti, potete trovare le risposte che cercate con l’aiuto di professionisti che si avvalgono di questo metodo e che vi accompagneranno nella scoperta del vostro cane e, sorprendentemente, di voi stessi.

 

Ciao Axel.


Axel ha vissuto con una famiglia bellissima, numerosa e simpaticamente chiassosa. Abitava con Adelio e Silvana ma la loro casa era invasa da figli e nipotini che lo hanno amato moltissimo. Axel li ricambiava con il suo carattere birbante e vivace (come nonno Adelio), dolce e tenero (come nonnna Silvana). Io li ho conosciuti perchè una delle loro figlie, Silvia, mi ha chiamata per un corso di educazione che abbiamo portato avanti per un paio di mesi divertendoci tutti. Anche a distanza di 3 anni li ricordo con affetto e, non mi vergogno a dirlo, la scomparsa di Axel mi ha fatto piangere. Mi hanno mandato una sua foto con un pensiero. Ciao Axel, noi ti ricordiamo così!

una simpatica canaglia

una simpatica canaglia

Ciao cara Laura,
ti spediamo la foto del nostro Axel da aggiungere sul sito.
E’ in una  sua espressione tipica…muso appoggiato sul tavolo in cerca di cibo…Per la serie non siamo stati grandi educatori……ma il cane è stato felice.

Le parole piu’ toccanti sono quelle di  Chiara di 4 e ½ anni che il giorno che è mancato ha serenamente detto: ma adesso come faccio…a me piaceva accarezzare il suo pelo e di Valentina, 2 anni, che continua a ripetere che Axel pu’ e che è in cielo….

Ieri quando abbiamo visto un Golden e io ho detto “guardate l’Axel”, Valentina ha detto… “no Axel pu’…in cielo”.

La vita senza Axel è strana… Spesso ci capita di dire “chiudete il cancello che esce il cane”…oppure ci capita di aspettarcelo dietro la porta pronto a prendere la borsa della spesa e portarla al piano di sopra (uno dei suoi giochi preferiti).

Ciao.
Adelio, Silvana e famiglie

 

Il cucciolo, le vaccinazioni e la socializzazione.


dsc_0112_800x5371Quando si adotta un cucciolo, tra le prime raccomandazioni che vengono fatte c’è anche quella di non farlo uscire di casa fino a quando non ha ultimato tutte le vaccinazioni. Questo però preclude al cane una corretta socializzazione che deve avvenire proprio nei suoi primi mesi di vita.

Il comportamento del cane e il suo carattere si formano attraverso step ben precisi. Dalla 4^ alla 12^ settimana il cucciolo attraversa il periodo della socializzazione. Questa è una fase molto importante per il suo sviluppo comportamentale, infatti è proprio in questo periodo che il piccolo prende coscienza della realtà che lo circonda. Se diventerà capace di reagire agli stimoli in modo adeguato o meno, dipenderà da quanto e come vivrà le esperienze che gli verranno sottoposte.

Seguendo le tappe delle sue fasi di sviluppo, il cucciolo deve interagire con mamma e fratellini (almeno fino ai 2 mesi), famigliarizzare con altri cani, altri animali, persone e ambiente.

Se questo non dovesse avvenire, è possibile che reagisca con manifestazioni di paura e di fuga di fronte ai vari stimoli e il cane non vivrà serenamente. Inoltre la paura è una della cause di manifestazioni comportamentali aggressive.

Il periodo di socializzazione coincide con quello della profilassi vaccinale: da piccoli la loro risposta immunologica è minore rispetto a quella di un cane adulto, pertanto fino a quando il ciclo delle vaccinazioni non sarà completato, il cane non sarà completamente protetto dai vari agenti infettivi. Il veterinario quindi potrà sconsigliare le uscite e la frequentazione di altri cani.

E’ fondamentale proteggere il cane dal punto di vista sanitario ma lo è altrettanto garantirgli una socializzazione corretta in questa fase così delicata e decisiva per la sua vita futura (imprinting). Considerato che tante piccole esperienze devono essere  da lui vissute necessariamente dal 2° al 3° mese, come si può fare per conciliare le due cose?

Un buon compromesso è quello di fargli conoscere cani regolarmente vaccinati di amici, conoscenti, parenti, in ambiente controllato come i rispettivi giardini o abitazioni. Così facendo il cucciolo impara anche ad interagire con altri esseri umani (bambini compresi)  ed eventualmente altri animali. Impara a conoscere rumori, odori  e varie tipologie di situazioni, compreso il viaggio in auto.

Nella sua abitazione l’ambiente potrà essere arricchito  con oggetti di svariate forme, colori e materiali: scatoloni, caschi, ombrelli…tutto ciò che potrà trovare un domani sulla sua strada.

E’ fondamentale che il cucciolo faccia queste esperienze  nel modo e nel momento giusto, nel rispetto dei suoi tempi e delle sue reazioni, senza mai essere forzato. Tutto deve essere proposto a piccole dosi e in modo piacevole, evitandogli spaventi e stress. E’ un periodo estremamente delicato: farsi accompagnare in questo percorso da un esperto che farà conoscere le esigenze del cucciolo, è sicuramente consigliabile per evitare errori che potrebbero diventare irreversibili. Se tutto verrà gestito nel modo giusto il piccolo crescerà equilibrato, pronto ad affrontare la vita insieme ai suoi compagni umani con curiosità, sicurezza e vivacità mentale.

 

A Varese raccolta di firme per chiedere l’accesso dei cani nei bar e ristoranti.


firma petizioneInsomma…l’ordinanza n° 6  del 3.3.2010 ammette l’ingresso dei cani nei negozi. Nulla cambia per ristoranti e bar dove continuano a non essere ammessi.  Siamo in tanti a non capire il vero motivo di questa presa di posizione. Sì perchè per me è la presa di posizione di qualcuno che insiste nel volere tenerli fuori. Fanno riferimento ad un fantomatico regolamento di polizia sanitaria del 1980, poi rimaneggiato. Di fatto sanno che esiste ma sembra impossibile reperirlo. Comunque, eventualmente,  perchè non modificarlo?  I cani non sono veicolo di malattie, sono vaccinati e puliti (anche troppo secondo il mio parere di educatrice cinofila).  Non c’è alcun motivo per vietarne l’ingresso. Che siano i gestori a decidere. Se a qualcuno danno fastidio può andare nei locali che non li ammettono.

In un periodo in cui si parla tanto del cane come facilitatore sociale, come componente della famiglia, in un periodo in cui molti paesi limitrofi  stanno istituendo corsi di formazione per divulgare una corretta educazione cinofila (che prevede anche il poter recarsi in un locale pubblico con il prorpio cane ben educato), perchè Varese deve essere così retrograda?

Chi vuole fare cambiare idea ai nostri amministratori firmi qui.

L’unione fa la forza!

 

DOG OLYMPIC GAMES


INIZIA IL CONTO ALLA ROVESCIA…

Dog Oympic GamesSi è appena spento l’eco dei giochi invernali di Vancouver, che già si inizia a guardare avanti, al prossimo evento Olimpico: non parliamo di Londra 2012, bensì della prima edizione di un altro tipo di giochi Olimpici, quelli “Cino-Olimpici”. Ebbene sì, il prossimo autunno, dal 14 al 17 ottobre 2010, avranno luogo a Lignano Sabbiadoro i primi Dog Olympic Games® (DOG®) della storia della cinofilia italiana ed europea, un evento che avrà cadenza biennale e che vedrà come protagonisti proprio i nostri cari amici a quattro zampe. Non ve l’aspettavate, vero? Il Centro Sportivo Educativo Nazionale, sempre attento ai cambiamenti e aperto alle novità, ha fatto centro di nuovo: già solo in questa prima fase di lancio, i DOG® sono l’evento che a livello europeo sta riscuotendo un successo sorprendente, tra gli appassionati.
Lo scopo è quello di fare dei DOG® una festa internazionale della cinofilia sportiva e della cultura cinofila, dove lo scopo principale sarà partecipare piuttosto che quello di vincere. Le discipline previste nella prima edizione di questi innovativi Giochi Cino-Olimpici saranno ben 11 (agility, jumping, tunnel cup, rally obedience, obedience, fly ball, disc dog, dog dance, ricerca, nuoto e riporto in acqua) con le gare che si svolgeranno tutte venerdì e sabato mentre le finalissime saranno disputate nella giornata di domenica. Ma c’è di più: in contemporanea all’aspetto agonistico i DOG® saranno arricchiti anche da un aspetto sociale-scientifico.
Nella tre giorni friulana saranno infatti svolti anche convegni veterinari, seminari, corsi di formazione, presentazioni di prodotti e servizi, che godranno tutti del patrocinio di SCIVAC. Anche la location dei DOG® è speciale: il tutto si svolgerà infatti all’interno del moderno resort turistico del Villaggio Sportivo “Ge. Tur.” di Lignano Sabbiadoro (UD), un’immensa struttura di recente costruzione immersa in 60 ettari di pineta, con una capacità di accoglienza nei suoi residence pari a 3000 posti, con 5 ristoranti, 10 strutture sportive (tra piscine, campi di calcio e basket) opportunamente adattate per l’evento e oltre 15 tra sale per riunioni e conferenze.
Nei prossimi giorni verrà pubblicato il Sito dedicato ai DOG®. www.dogolympicgames.eu

Qui il programma

 

Un levriero e un gufo hanno fatto amicizia


Torque, un cucciolo di levriero di sei mesi, ha adottato Shrek, una baby gufetta che è stata abbandonata dalla madre a tre giorni di vita.

I due animali vivono al Ringwood Raptor and Reptile Centre nell’Hampshire, in Inghilterra, nella casa del capo falconiere John Picton, padrone di Torque.
relax

Shrek gironzola per il salotto finché non si stanca e non si rannicchia addosso al cane, sul divano.

“Il loro rapporto è straordinario, raro e prezioso”, ha dichiarato Picton, “Torque ha adottato la gufetta e la tratta come se fosse sua figlia.

E’ molto protettivo nei suoi confronti, la segue dappertutto e sta attento che non si faccia del male.

La sera giocano insieme sul divano, mentre io guardo la televisione, e questo tipo di attività fisica, leggera e piacevole, aiuta Shrek a fortificarsi e a crescere bene”.
inseparabili Durante il giorno, il levriero e la gufetta stanno nel parco del Centro, passeggiano insieme o si riposano uno accanto all’altra.

E durante la notte condividono la cuccia di Torque, Shrek si acciambella in mezzo alle sue zampe e il levriero la lecca finché la gufetta non si addormenta.

“E’ straordinario guardarli, Torque si comporta con una delicatezza impressionante nei confronti della piccola. Sono sicuro che la loro amicizia durerà per sempre”.

(articolo tratto da L’arresto del Carlino)

 

Fred Astaire (o Ginger Rogers) a 4 zampe.


Il Dogdance consiste nel far eseguire al cane esercizi e figure a tempo di musica, con l’obiettivo di mostrare il cane e il conduttore in un programma musicale creativo, innovativo, originale, usando la musica e movimenti complessi che mettano in evidenza il lavoro di squadra, artistico, scenografico, atletico, e lo stile di interpretazione del tema musicale.
Non è indispensabile che il conduttore sia un ballerino, conosca o esegua passi di danza, nel dogdance la “STAR” principale è il cane e il motivo musicale e la struttura della coreografia vengono costruiti per valorizzare il suo temperamento e le sue particolari caratteristiche.

L’importante è sapere che il Dogdance è una disciplina sportiva che deve realmente dimostrare la gioia e il divertimento che unisce proprietari e cani, con rispetto e serietà, senza in alcun modo mettere in ridicolo il cane con figure o movimenti non naturali.

Il Dogdance, come le altre discipline cinofilo sportive già conosciute, aiuta il cane a sviluppare le sue qualità sia fisiche che mentali e l’umano a capire un po’ meglio il proprio amico a quattro zampe. Il lavoro di “squadra”, migliora la relazione uomo – cane e la capacità di comunicare perché si deve creare nel binomio una forte intesa, fatta di sguardi, gesti, parole e questo fa si che vengano forniti innumerevoli opportunità per migliorare la vita quotidiana. (articolo tratto da CSEN-settore cinoflia).

A questa descrizione mi permetto di aggiungere una nota pesonale che ritengo indispensabile per godere appieno l’uno dell’altro e per non rischiare di perdersi momenti irripetibili. Dimenticatevi la competizione. State  insieme al vostro cane e divertitevi con lui. Non mirate al risultato finale ma godetevi il percorso insieme.

 

Una conoscenza bestiale


zampamicaAd un corso frequentato agli inizi del mio percorso formativo ha partecipato una femmina di Husky che da cucciola era stata vittima di un incidente. Il trauma riportato le aveva fatto perdere l’uso di un occhio e delle zampe posteriori.  La sua proprietaria aveva preferito non raccogliere i consigli che le suggerivano la soppressione dell’animale. In barba al destino l’ha chiamata Gioia è l’ha munita di un ausilio a rotelle che le permettesse la deambulazione. Non ricordo che età avesse il cane quando ha partecipato al corso di educazione ma ricordo come sia stato possibile farle fare buona parte delle attività previste dal corso stesso.   Grazie alla conoscenza delle capacità cognitive del cane ed al corretto approccio da adottare abbiamo tutti visto ed imparato come un cane, anche se privato di una parte importante della sua motilità,  possa condurre una vita decorosa ed attiva. Valorizzare la sua mente e tenerla attiva gli consente un impegno pari a quello fisico, lo gratifica e sopperisce alla mancanza di attività motoria alla quale è obbligatoriamente costretto a rinunciare.

Fino a qualche anno fa questo non sarebbe stato possibile. L’addestramento del cane prendeva in considerazione solo l’aspetto performativo (l’esecuzione di comandi) e per questo Gioia non avrebbe potuto avere una vita serena o, forse, non avrebbe proprio vissuto. Fortunatamente tutto è in evoluzione e con l’avvento del metodo cognitivo-zooantropologico si è scoperto un nuovo modo di vivere con il proprio cane, valorizzando la sua diversità e abbandonando quel deleterio retaggio culturale che lo considerava un essere inferiore.

L’approccio cognitivo zooantropologico è scienza e non fantascienza. Si avvale degli studi di etologia, antropologia, psicologia, pedagogia, neuroscienze e biologia.

In due parole ecco perchè approccio “cognitivo-zooantropologico”:
- cognitivo: la mente del cane è attiva ed elaborativa e i comportamenti ne sono la sua espressione
-  zooantropologia: è la scienza che studia il rapporto tra l’uomo e le altre specie e si propone di far conoscere la straordinaria importanza della relazione con gli animali. In cinofilia l’incontro delle due entità uomo-cane dà frutto ad un rapporto teso a valorizzare, arricchire ed equilibrare tale relazione. Fornisce gli strumenti per capire a fondo il proprio cane e farsi capire da lui. Il cane non viene più considerato un soggetto passivo, “utilizzato” per vari scopi ma partecipa attivamente alle varie attività della famiglia che nel rispetto della sua diversità gli offre un corretto e coerente stile di vita.

L’approccio cognitivo zooantropologico è COMUNICAZIONE, principio su cui si fonda ogni relazione di successo.

Se vi capita di osservare il vostro cane e di chiedervi “chissà cosa pensa”, se sentite che tra di voi potrebbe esserci qualche cosa di più, se non vi giustificate alcuni suoi comportamenti, potete trovare le risposte che cercate con l’aiuto di educatori cinofili che si avvalgono di questo metodo e che vi accompagneranno nella scoperta del vostro cane e, sorprendentemente, di voi stessi.