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Un cucciolo, un negozio, un dramma.


Ieri ho pubblicato un articolo per rendere visibile l’iniziativa che mi vedrà impegnata a tenere un corso di educazione cinofila con Varese Corsi. Era mia intenzione mantenerlo visibile elmeno per il periodo di apertura delle iscrizioni ma stamattina una telefonata mi ha fatto modificare i piani.

L’esperienza che ha fatto Ilaria con la sua famiglia merita di essere portata a conoscenza di tutti.

Ancora una volta parliamo di traffico illegale di cuccioli. Ancora una volta parliamo di commercianti e veterinari senza scrupoli, privi di etica morale e professionale, ancora una volta parliamo di ignavia da parte delle istituzioni nei confronti del maltrattamento animale, ignavia da parte di chi, preposto per tutelare la legge, trova spesso mille appigli per non farlo.

Ormai da anni, utilizzando molteplici forme di informazione, si divulgano i rischi e i retroscena legati all’acquisto di animali nei negozi.

- cuccioli sottratti alla madre troppo presto con pesanti conseguenze sullo sviluppo anche comportamentale

- malattie: i cuccioli vengono tenuti “in salute” con bombe di antibiotici ma una volta a casa crollano e frequentemente muoiono

- viaggi allucinanti e sofferenze

- non si è quasi mai tutelati dalla legge: anche se esistono delle normative che lo consentirebbero.

Se acquistate un animale in un negozio rischiate forti dispiaceri. Sarete impotenti di fronte alla sofferenza del cucciolo malato e a quella dei vostri figli ai quali lo avrete regalato, magari per Natale, periodo in cui questi mercenari fanno più affari.

Lo schifo che si cela dietro questo commercio è inimmaginabile.
Magari lo stesso veterinario che firma documenti falsi è il medesimo che poi raccomanda a chi ha acquistato un cucciolo da un allevamento, di non farlo uscire di casa se non ha completato il ciclo delle vaccinazioni perchè potrebbe prendere malattie. Puro lucro, su tutti i fronti!

L’incoerenza regna sovrana. Gli stessi  Comuni che per questione di igiene vietano l’ingresso dei cani nei ristoranti e bar lasciano indisturbati questi commercianti di drammi. Incoerenza o convenienza?

Questa mattina Ilaria mi ha chiamata e mi ha raccontato la storia della sua Lola che oltre ad avere avuto seri problemi di salute, che si porterà dietro per tutta la  vita, ha anche delle problematiche comportamentali.

A questo indirizzo potete leggere la sua storia, una storia molto più comune di quanto si creda e che dovrebbe indurre a riflettere su molte cose, una storia che potrà servire da monito per tutti coloro che si accingono ad adottare un cane.
“NON COMPRATELI NEI NEGOZI”. Comprate la merce che vi occorre ma non soffermatevi a guardare i cuccioli perchè è difficilissimo resistere ai loro sguardi; è proprio su questo che contano quegli esseri che prendono i soldi da voi. Quando comprate avallate questo commercio e gli date modo di andare avanti. Quando le istituzioni non si attivano gli unici a poter fare qualcosa siamo noi. Pensateci.

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Striscia a Varese

 

Code al Vento e Varese Corsi


varese corsi 2011-2012code al vento

Si sono aperte le iscrizioni alla tornata autunno inverno 2011-2012 di Varese Corsi nella quale Code al Vento è presente con il corso teorico-pratico n° 175 “ascolta il tuo cane”.  6 Incontri per conoscere, capire e gestire i comportamenti del cane, divertendosi insieme.

Da quest’anno è stata prevista anche una serata sulla comunicazione tra noi e i nostri cani. Le informazioni acquisite vi aiuteranno a capire meglio i loro comportamenti. Non perdetevela!! Nei Corsi culturali n° 31

 

Missione cuccioli. Simone è tornato!


Simone è tornato in Missione!

Simone è tornato in Missione!

MILANO – Accogliere un cane in casa salvandolo da un’esistenza dietro le sbarre di una gabbia del canile. Metterlo a fianco ad un cucciolo d’uomo. E fare sì che sia proprio quest’ultimo ad accudirlo nel migliore dei modi affinché crescere insieme possa essere la più bella delle esperienze di vita. Benvenuti a «Missione Cuccioli», il programma di punta di DeaKids, il canale satellitare De Agostini dedicato all’infanzia (canale 601 di Sky), che arriva alla sua terza stagione. Il debutto è per questa sera, lunedì 23, con la prima delle nuove puntate. Protagonisti saranno ancora una volta il dog trainer Simone Dalla Valle e tutti i trovatelli che saranno strappati ad un rifugio – il programma è patrocinato dalla Lega nazionale per la difesa del cane – per essere affidato ad una nuova famiglia. Oltre ovviamente ai bambini che hanno chiesto di partecipare e che si ritrovano ora con un amico in più con cui condividere le giornate.

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Foto da Immagini Google

 

Code al Vento®: Italiano – Canino, Canino – Italiano


sedutaQuando  anni fa ho deciso di voltare pagina e dedicarmi completamente e ufficialmente all’educazione cinofila ho pensato di aprire una mia attività, Code al Vento ®,   (ricordo come fosse ieri il momento esatto in cui questo nome ha squarciato la mia mente). Il mio obbiettivo era, ed è, quello di migliorare la qualità della vita del cane e della famiglia, aiutando i proprietari ad instaurare un rapporto corretto con il loro fidato amico, attraverso la conoscenza del modo di pensare, di agire e di comunicare di entrambi. La comunicazione è il principio su cui si fonda ogni relazione di successo ed è principalmente il cuore del mio lavoro. L’agenzia pubblicitaria che mi ha assistito  in questa prima fase,   già entusiasta della  denominazione  che  avevo  scelto,   mi  ha  proposto  l’inserimento  dello  slogan  “Italiano – Canino, Canino – Italiano”, andando a colpire nel segno! In un lampo il messaggio arriva forte e chiaro: l’uomo impara e traduce il linguaggio del cane e riesce a farsi capire da lui. Sono molto orgogliosa di ciò che ormai diffondo da tempo e dei risultati ottenuti. La pubblicità è un ottimo canale di diffusione ma la conferma che la formula è giusta mi arriva dai numerosi “passaparola”.

Per l’uomo il principale canale di comunicazione è la voce, che utilizza tantissimo anche nell’interagire con il cane, il quale  non capisce però il significato delle frasi nè, automaticamente, le singole parole.

Il cane è un attento osservatore e percepisce invece il nostro tono e i segnali del nostro corpo che interpreta secondo ciò che la sua natura gli suggerisce.

Per riuscire ad ottenere una buona  relazione e collaborazione si deve essere in grado di comunicare con lui in modo tale da dargli la possibilità di capire ciò che si vuole. Altrettanto importante è conoscere le sue esigenze etologiche, più semplicemente le sue caratteristiche fisiche, psichiche e comportamentali, per riuscire a guardare le cose dalla sua prospettiva. Solo in questo modo, mettendosi nei suoi panni, si riusciranno a superare le difficoltà che si incontrano quando si parlano lingue diverse.

Nella foto la mia Lola è seduta. Quando insegnamo ai nostri cani ad assumere determinate posizioni non facciamo altro che fargli associare che a un suono della nostra voce (parola) corrisponde una precisa postura, oggetto, azione. Di fatto il cane non sa assolutamente il significato di ciò che pronunciamo. Infatti potremmo tranquillamente dire “broccoli” ed insegnare che a questa parola corrisponde la posizione del seduto, del terra o qualunque altra cosa si voglia.

Un altro esempio: quando pronunciamo la parola “palla” sempre nelle nostre mani compare un oggetto a forma sferica che rotola e che, quasi sempre il nostro cane rincorre. Se dopo aver pronunciato la parola “palla” nelle noste mani comparisse un telefono, un vaso, uno straccio o altro, per il nostro amico quell’oggetto si chiamerebbe “palla”. Apro un piccolo inciso: è su questo principio che si insegna al cane la discriminazione visiva.

Più si è precisi, chiari e piacevoli nella comunicazione più risultati otterremo, sia nella sua educazione che nel suo addestramento.

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Una conoscenza bestiale

 

Max


max

Da Mirella:

“Il 17 nov.2010 è morto il mio cane,era un dolcissimo setter,l’avevo trovato nel bosco che aveva due mesi.Adesso ne aveva 14,ha avuto una paresi e poi le cure di cortisonici gli hanno provocato un’emorragia intestinale,soffriva troppo e l’ho fatto sopprimere.Soprattutto negli ultimi anni il nostro rapporto era diventato quello tra due persone,il dolore che provo dopo 5 mesi è ancora enorme,soprattutto ne è stato sconvolto il ritmo della mia vita,fatta anche di passeggiate,di coccole;quando era vivo non pensavo avrei sofferto così;ho anche tre gatti anche loro anziani e mi sono accorta che gli animali invecchiando diventano più affettuosi,più umani.
Adesso ho deciso di prendere un altro cane al canile,arriva dopodomani,avrà due anni,l’ho visto in foto e mi si spezzava il cuore pensando che sarebbe rimasto in gabbia tutta la vita.Anche se così facendo rinuncio ancora una volta alla libertà di movimento,mi prendo altre preoccupazioni (ho 65 anni) etc.”

 

Il cane che si morde la coda


Un comportamento che spesso diverte ma che è, invece, un campanello dall’arme

Arriva un momento in cui tutti i cani, cuccioli o adulti, mettono in atto questo comportamento che, se manifestato raramente, non deve destare particolare preoccupazione. Nei cuccioli è solitamente associato alla “scoperta” di quella cosa che lo segue sempre e che è bello rincorrere e acchiappare. Ma il comportamento deve fermarsi qui e non essere ripetuto all’infinito. Non date attenzione al vostro cane in questa fase perchè potreste favorire il ripetersi e l’accentuazione del gesto. Piuttosto cercate di distrarlo senza però interagire con lui (fate rumore e poi casualmente dategli altro da fare).

Se il comportamento è frequente dovete domandarvi il perchè. Molti lo ritengono un atteggiamento divertente ma è invece sintomo di forte stress, mai da trascurare. Una volta escluse cause fisiche, come dolore, presenza di parassiti alla base della coda o allergie di varia natura, bisogna sempre domandarsi che cosa potrebbe averlo innescato:
- solitudine, mancanza di contatto sociale con uomini o altri cani
- noia, inattività
- sovraeccitazione
- ricerca di attenzione
- frustrazione per inibizione di molti comportamenti (non saltare, non scavare, non abbaiare, non tirare, non annusare, non rosicchiare, punizioni, ecc. ecc.)

Mi è capitato sovente di vederlo manifestare quando l’animale non capisce cosa gli viene chiesto di fare, si irrita e ha bisogno di allentare la tensione, in particolare quando il soggetto è già stressato per vari motivi.. La comunicazione dell’uomo  non è chiara, è “pasticciata”, insicura. Succede spesso ed è naturale che sia così, quando il proprietario sta imparando il modo corretto di porsi con il suo cane.

Se fate caso ai primi fotogrammi del video, il cane cerca prima di mordere un oggetto, dopo si dedica alla sua coda e, per non farsi mancare nulla, si morde anche la coscia. Ha assolutamente bisogno di fare qualche cosa. Non viene interrotto e non gli vengono proposte alternative; alla fine del video si vede che anche il respiro è diventato più affannoso: sta veramente male!

E’ indispensabile individuare la causa per trovare il modo di risolvere il problema Rivolgetevi a un educatore che si occupa di relazione e comportamento (metodo cognitivo-zooantropologico). Osservate bene il vostro cane per poter descrivere con esattezza quante volte, come e quanto dura la “caccia alla coda”.
Questo, insieme alla storia del cane, consentirà di effettuare una diagnosi corretta e di trovare la soluzione adeguata per  far tornare il cane ad una situazione di serenità e tranquillità, con la sua “coda al vento”!

 

ENCI: precisazione in merito all’utilizzo del collare elettrico.


L’ENCI dopo la sua proposta impopolare che ha suscitato stupore, preoccupazione e sdegno nel mondo della cinofilia, ha ritenuto di fare alcune precisazioni che, per correttezza, trovate a questo link.

L’ENCI parla di istituire appositi corsi per il giusto utilizzo del collare elettrico ma la questione è che non esiste un modo giusto per l’uso di questo strumento che dovrebbe invece essere bandito vietandone la vendita e la produzione. La sua applicazione va contro ogni etica professionale ed è segno di totale mancanza di rispetto e considerazione nei confronti del cane, pronto ad apprendere educazione ed addestramento molto velocemente se proposti piacevolmente, valorizzandone la mente e non inibendone i comportamenti con terrore e torture.

L’ENCI, cadendo in contraddizione, afferma di non sollecitare utilizzi di metodi coercitivi; beh…il collare elettrico è uno dei peggiori strumenti coercitivi in circolazione e proporre di istituire una legge che ne regolamenti il suo utilizzo è in contrasto con la loro affermazione.

Nella sua controdeduzione l’ENCI parla di zootecnica.
Per non diventare prolissa, qui ne trovate i campi di applicazione, mentre a questo link trovate gli obbiettivi della zooantrolpologia (qui ulteriori approfondimenti): capirete da soli l’abisso che divide le due scienze e come la zootecnica si occupi di produzione e allevamento mentre la zoontropologia della relazione tra diverse specie e in questo caso, tra uomo e cane.

Gli educatori, istruttori cinofili, medici veterinari comportamentisti che da anni studiano e si dedicano alla relazione tra uomo e cane, continuano a perseguire l’obbiettivo di bandirne l’uso, vietarne la vendita e produzione  e proseguono nella divulgazione della raccolta delle firme volta a sensibilizzare le istituzioni affinchè ciò possa avvenire.

Contiamo anche sul vostro aiuto!! Firmate, firmate, firmate!

Ci tengo a fare ancora una raccomandazione. Se volete intraprendere un percorso educativo o di addestramento con il vostro cane, prima informatevi molto bene sulla figura professionale a cui volete rivolgervi. Ci sono ancora molti istruttori che si avvalgono di metodi punitivi e coercitivi, strattonate, urla, collari con punte e via dicendo. Fate un confronto su internet. L’ENCI, che per questo settore è rimasto fermo a vent’anni fa,  non è più il solo riferimento per l’addestramento del cane; ci sono molti altri siti da consultare come quello di CSEN Cinofilia che affilia solo educatori e istruttori che hanno una lunga preparazione alle spalle e che nell’educare e addestrare il cane lo valorizzano e favoriscono la relazione con il proprietario.

 

Il cane fa le buche in giardino?


ahhh! che soddisfazione!!!

ahhh! che soddisfazione!!!

E’ incominciato il periodo del giardinaggio. Ci apprestiamo a piantare, estirpare, concimare. Il nostro cane è lì che ci guarda; ha una scintilla diversa negli occhi, un’aria birichina, un po’ incuriosita…Non aspettava altro! Finalmente facciamo una cosa insieme, nello stesso modo. Anche noi siamo dei cani!! A quattro zampe scaviamo come matti, riportiamo in superficie gli odori, smuoviamo il terreno…Lui è felice! Se glielo consentiamo partecipa a questa nuova attività insieme a noi, molto gratificato.
Scavare è una delle caratteristiche che appartengono al cane. Gli amanti dei bei prati curati sappiano che il cane sta alle buche in giardino come il pesce sta all’acqua.
Perché un cane scava?
-    odori nel terreno. Possono sentire un vermetto o un pezzetto di plastica anche a 50 cm. di profondità
-    rumori provenienti dal sottosuolo – qualche talpa, ad esempio – quindi attività predatoria.
-     noia o solitudine-
-    necessità di scaricare energia accumulata-
-    stress: scava per attenuare l’ansia-
-    nelle giornate molto calde si creano un posticino più fresco-
Questi sono i motivi – tutti assolutamente validi e non suscettibili di punizione – per i quali abbiamo dei giardini arati a dovere.
Alcune razze, i Terrier, sono particolarmente predisposti a fare giardinaggio. Terrier infatti deriva dal termine latino terra che ha dato origine in Francia al medesimo termine che  significa tana. Il resto viene da sé. Non possiamo andare contro delle caratteristiche di razza che abbiamo fortemente voluto.
Quindi? Che si fa se abbiamo deciso di prendere un cane senza considerare questi fattori e proprio non riusciamo a tollerare questo comportamento?  (equivale ad avere deciso di avere un figlio è poi non sopportare di cambiargli il pannolino)!

-    1°) Rivolgersi ad un educatore cinofilo che utilizza il metodo cognitivo zooantropologico, che ci aiuti ad individuare il motivo dell’azione “ruspante”. A volte tendiamo a dare delle spiegazioni riconducibili al comportamento umano; magari pensiamo sia dispettoso e non vediamo che, forse, è molto ansioso. Abbiamo bisogno di un esperto che possa capire le sue vere ragioni e darci le soluzioni adeguate .
-     2°) NON PUNIAMOLO. Il rapporto si deteriora e lo spaventiamo senza risolvere il problema: quando non ci siamo continuerà a scavare.
-    3) Approfittiamo della nostra intelligenza e recintiamo le aree che non vogliamo siano oggetto delle loro attenzioni. In cambio diamogli uno spazio dove poter svolgere liberamente questa meravigliosa attività. Possiamo creare una montagnetta si sabbia o terriccio dove ogni tanto nascondiamo qualche bocconcino, osso, gioco….si divertirà tantissimo!

Ci sono anche altre soluzioni ma affidiamoci a un educatore onde evitare di commettere gravi errori. Consideriamo che reprimere gli istinti può causare l’esplosione di comportamenti problematici e peggiori quindi si deve sapere esattamente cosa fare (e questo non vale solo per le buche).

Dato l’argomento approfitto per mettere in guardia dal concime/fertilizzante. Molti cani se lo mangiano e le conseguenze possono essere gravi. Gradiscono molto quelli naturali ai quali vengono comunque aggiunte sostanze chimiche.  Dal veterinario ci andiamo di sicuro.

Scavare li rende veramente felici (se non lo fanno per ansia o stress). L’espressione di un cane davanti a una buca appena fatta, la luce nei suoi occhi lucidi di eccitazione, il suo naso sporco di terra, se si prova e si riesce ad immedesimarsi, riempiono il cuore di soddisfazione.

Nella foto la mia Lola ha appena finito di scavare una buca profonda almeno 30 cm. Paolo, mio marito, ha provato ad opporre resistenza ma eravamo in due contro uno e in più femmine!!

 

Un richiamo coi baffi.


Il segreto per un richiamo efficace è, in primis, l’intesa con il proprio cane. Se ci considera interessanti, se riusciamo ad essere un punto di riferimento, sarò molto più semplice insegnargli a tornare da noi. Se, al contrario, ci teme, tenderà a rimandare  il momento del ricongiungimento se non addirittura ad evitarlo. Quindi bando alle punizioni ma gioco e divertimento a più non posso.

Incominciate a fargli associare alla parola “vieni” qualcosa di piacevole, come un bocconcino e una coccola. Meglio se iniziate in un posto tranquillo, in casa, lontano da distrazioni. Se non dovesse venire, perchè non sa ancora cosa deve fare quando sente questo suono, accucciatevi: questo favorirà l’avvicinarsi del cane. Una volta che vi ha raggiunto lodatelo e dategli il premio. E’ importante sottolineare che la ricompensa, in quanto tale, non deve essere un’esca quindi non chiamatelo con il boccone già pronto nelle mani ma aspettate e fatela comparire solo dopo che vi ha raggiunto. Man mano aumentate la difficoltà facendo l’esercizio in giardino – se lo avete – e poi al parco.
E’ utile richiamare il cane non solo al momento di tornare a casa. Qualche volta fatelo tornare da voi, coccole, premio e poi lasciate che riprenda le sue esplorazioni. In questo modo non assocerà sempre il nostro “vieni” alla conclusione di un’attività meravigliosamente interessante.
Può capitare che il cane non ci senta perchè troppo immerso nel suo mondo di percezioni. Non incazz…, non arrabbiatevi e state calmi: non andate voi da lui ma al contrario provate ad allontanarvi un poco, magari anche a passo sostenuto. Quando si accorgerà che la distanza da voi sta aumentando cercherà di raggiungervi, questo naturalmente se vi riterrà un riferimento (come accennato in apertura): accoglietelo sempre con grande gioia e MAI con facce scure, rimproveri e gesti poco gentili.
Vedere tornare da voi il vostro cane di gran carriera, con la “coda al vento” e le orecchie ballonzolanti è molto gratificante ed è una sensazione favolosa!!

 

Il canile: una fabbrica di emozioni senza fine.


caccia al tesoro

Adottare un cane dal canile richiede senso di responsabilità e coraggio. Responsabilità perchè abbiamo il dovere di non riportarlo indietro provocandogli ulteriori sofferenze e coraggio perchè i problemi che si devono  affrontare richiedono impegno, pazienza, tenacia e una forte dose di empatia. Frequentemente ho affiancato famiglie che hanno fatto questa meravigliosa scelta. Coloro che non hanno accettato aiuto, perchè convinti di sapere come fare, hanno rispedito il cane al mittente. Piuttosto che accettare consigli preferivano celarsi dietro la convinzione di avere scelto un cane “irrecuperabile”.

Non è il caso di Daniela che ha adottato Blanka: in una bellissima lettera  descrive l’esperienza del loro primo incontro, descrive le emozioni vissute e dice delle grandi verità. Una lettera che commuove ma fa anche riflettere, una lettera che dovrebbero leggere tutti coloro che si accingono ad adottare un cane da un canile, una lettera che dovrebbero leggere tutti coloro che hanno abbandonato il proprio cane.

Grazie Daniela per averla voluta condividere con me e avermi dato il permesso di pubblicarla.

Era il 06 marzo del 2010, un sabato come tanti pronti a partire per il canile “il girasole”, dove da 6 lunghi anni come tanti cani, Blanka attendeva una famiglia che l’ adottasse dopo l’ abbandono…
Ero molto nervosa non avevo mai preso un cane del canile, li guardavo spesso alla tele o su internet, ma mai sino ad allora avevo varcato quella soglia, pero’ immaginavo quale sensazione avrei provato….quali emozioni!!!
Arrivavo da un  grande dolore, la morte di Squash la mia stafforina che sino all’ ultimo e’ sempre stata  al mio fianco come solo loro sanno fare, mi sentivo un po’ in colpa come se sostituissi lei, ma in fondo non era cosi’, andavo a salvare un amico/a insostituibile che da troppo tempo ed ingiustamente viveva in una gabbia, aspettando il suo giorno fortunato, che purtroppo non sempre arriva….. Non tutti i canili sono lager, ci sono persone che sacrificano molto della loro giornata, della loro vita per salvare coloro che non hanno piu’ una casa o non l’ hanno mai avuta; si perche’ alcuni o molti di loro non sono mai stati adottati e non hanno mai avuto una famiglia, spesso abbandonati perche’ divenuti anziani, malati e quant’ altro, lasciati al loro destino. Ppeccato che esistano persone a cui non importa se un animale viene abbandonato, se giace in mezzo ad una strada ferito o senza vita, se in un  angolo del mondo viene maltrattato, costretto a combattere per denaro senza via di scampo, se vive tutto il giorno legato ad una catena o tenuto in piccoli spazi senza mai uscire, senza mai assaporare la bellezza della vita, peccato che ad alcune persone non faccia tenerezza uno sguardo dietro a delle sbarre…..a volte dopo aver vissuto in una famiglia, coccolato, straviziato, con l’ arrivo di un figlio viene lasciato in un angolo solo con se stesso o in canile con mille scuse, come fosse un giocattolo usato che non serve piu’, come se non avesse mai fatto parte della loro vita, recapitato come un pacco senza ritorno!!!!

io aggressiva????

io aggressiva????

Il 06 marzo era una bella giornata di sole ma molto fredda, Arianna ci fece entrare, si sentivano un’ infinita’ di abbai, ognuno di loro aveva la speranza di essere il prescelto, quella speranza che vidi attraverso il loro sguardo talmente profondo, talmente vivo……ricordo Blanka scodinzolante con le orecchie all’ indietro dopo di che Arianna apri’ la gabbia per farla uscire: la topina e’ un incrocio pitbull di 7 anni, completamente bianca ed una macchia nera a lato dell’ occhio destro, una coccolona, bacio’ tutti ma non immaginava che propio questo giorno avrebbe cambiato totalmente la sua vita!!!!
Ora Blanka vive con noi da quasi un anno, adora mio padre, ha la liberta’ di fare cio’ che vuole come e’ giusto che sia, e’ dolcissima, tenace, furbetta, e’ cambiata molto da quando finalmente ha la sua famiglia, e’ molto golosa, piu sicura, non abbaia mai, anzi pochissimo, e’ molto socievole con i cani e le persone, facciamo 3 passeggiate al giorno, andiamo al bar, e’ curiosa quando ci troviamo in un nuovo ambiente, in passeggiata e’ spesso libera, si gira per controllare dove sono, ogni tanto mi nascondo ed arriva subito a cercarmi, nonostante sia stata adottata da adulta e’ davvero meravigliosa….educata, poche volte salta addosso alle persone,  quando siamo a tavola si avvicina lentamente solo quando abbiamo quasi terminato di mangiare, altrimenti rimane nel suo fagiolo. E’ fortissima quando alcune volte, dopo averla stracoccolata le faccio capire che devo fare anche altro; magari non lo accetta subito, cosi’ tira fuori la coperta dal suo fagiolo in soggiorno, la porta in mezzo alla stanza, mi osserva per vedere se le dò attenzione e poi si siede sopra dandomi le spalle; non ho potuto fare a meno di scattarle una foto…. Ci sarebbero tantissime cose ancora da raccontare ma finirei per scrivere un libro. Ora Blanka ha la possibilita’ di sfrecciare nei prati, conoscere il mondo in tutti i suoi colori, dormire al calduccio, ricevere tutte le coccole possibili, giocare con i suoi amici in liberta’…..vedere un tramonto ed annusare l’ aria!!!!
Spero che Blanka possa invecchiare, cio’ vorrebbe dire passare molto tempo insieme, lei ha riempito un grande vuoto nel mio cuore, come nessun altro avrebbe potuto fare, non importa che sia cresciuta in canile o che sia adulta non c’e’ differenza …..cio’ che importa e’ che il suo cuore e’ sincero, nobile, dignitoso…. al di la’ di quello che scrivono, dicono e pubblicano su questa razza, questi cani sono meravigliosi e molto sensibili…
Grazie Blanka, per tutto l’ amore che mi dai, per i giorni che passiamo insieme “perche’ sono speciali”, molte volte mi sono chiesta chi e perche’ ti abbandono’…..senza pensare alle conseguenze, ma ora ci sono io al tuo  fianco per tutto il tempo che ci sara’ concesso…..

Adottate coloro che soffrono, e’ davvero un’ esperienza indimenticabile!!!
Daniela”