Articoli con tag ‘educazione cinofila’

L’ENCI rilancia il collare elettrico. Una proposta priva di ogni etica professionale.


L’ENCI propone la costituzione di un tavolo tecnico ministeriale per l’utilizzo del collare elettrico, al fine di consentire l’assunzione di decisioni che poggino su reali dati scientifici e ha lanciato l’idea di effettuare appositi corsi per il giusto utilizzo dello strumento.

Molti educatori e istruttori cinofili si fregiano di essere riconosciuti da questo Ente ma, data la sua politica, sarebbe meglio approfondire bene il loro approccio al cane e all’educazione.

L’ENCI è un’Ente atavico, obsoleto, fossilizzato nella sua convinzione che educare con la violenza sia il metodo giusto. E’ ora che cambi registro!

Con CSEN e Chi li ama ci segua potete approfondire l’argomento e unirvi a noi per supportare la battaglia contro questa incivile e dagradante proposta.

Firmate, firmate, firmate

 

Cesar Millan e le violenze sui cani


logo CSENAncora una volta si parla di Cesar Millan e, ovviamente, non bene! La maggior istituzione in Italia che ha lo scopo di regolare e sorvegliare sotto il profilo etico e deontologico l’operato degli educatori, istruttori cinofili e tecnici, al fine di tutelare il benessere psico-fisico del cane, accoglie nel suo sito una delle tante segnalazioni. Naturalmente il filmato  proposto, che era stato pubblicato su You Tube, è stato oscurato dal National Geographic con la scusante di violazione del copyright. Chissà se avrebbe fatto la stessa fine se i suoi contenuti avessero ripreso Millan nella veste del “bravo educatore”, schivo da brutalità e violenze? Per forza è molto amato: tutto ciò che rivela la sua vera natura, viene tolto prontamente dai vari canali di diffusione. Ma la traccia di quello che si vuole insabbiare rimane ed è l’evidente prova che i metodi pubblicizzati sono “pilotati” per dare un’impressione positiva.

Non mi risulta che esista un video oscurato di Simone della Valle, il dog trainer di Missione Cuccioli. Non si trova perchè non c’è: non ha nulla da nascondere, come tutti gli educatori e istruttori che veramente hanno a cuore il benessere dei cani e dei loro proprietari.

link all’articolo e al filmato

Un avviso…. I commenti a questo post verranno pubblicati, siano essi negativi o positivi, ma non avranno da parte mia alcun riscontro. Come la penso è stato da me espresso più volte sia in altri articoli, sia con le risposte ai vari commenti. Ancora una cosa… la forma, il tenore delle vostre risposte è l’espressione della vostra personalità.

 

Un richiamo coi baffi.


Il segreto per un richiamo efficace è, in primis, l’intesa con il proprio cane. Se ci considera interessanti, se riusciamo ad essere un punto di riferimento, sarò molto più semplice insegnargli a tornare da noi. Se, al contrario, ci teme, tenderà a rimandare  il momento del ricongiungimento se non addirittura ad evitarlo. Quindi bando alle punizioni ma gioco e divertimento a più non posso.

Incominciate a fargli associare alla parola “vieni” qualcosa di piacevole, come un bocconcino e una coccola. Meglio se iniziate in un posto tranquillo, in casa, lontano da distrazioni. Se non dovesse venire, perchè non sa ancora cosa deve fare quando sente questo suono, accucciatevi: questo favorirà l’avvicinarsi del cane. Una volta che vi ha raggiunto lodatelo e dategli il premio. E’ importante sottolineare che la ricompensa, in quanto tale, non deve essere un’esca quindi non chiamatelo con il boccone già pronto nelle mani ma aspettate e fatela comparire solo dopo che vi ha raggiunto. Man mano aumentate la difficoltà facendo l’esercizio in giardino – se lo avete – e poi al parco.
E’ utile richiamare il cane non solo al momento di tornare a casa. Qualche volta fatelo tornare da voi, coccole, premio e poi lasciate che riprenda le sue esplorazioni. In questo modo non assocerà sempre il nostro “vieni” alla conclusione di un’attività meravigliosamente interessante.
Può capitare che il cane non ci senta perchè troppo immerso nel suo mondo di percezioni. Non incazz…, non arrabbiatevi e state calmi: non andate voi da lui ma al contrario provate ad allontanarvi un poco, magari anche a passo sostenuto. Quando si accorgerà che la distanza da voi sta aumentando cercherà di raggiungervi, questo naturalmente se vi riterrà un riferimento (come accennato in apertura): accoglietelo sempre con grande gioia e MAI con facce scure, rimproveri e gesti poco gentili.
Vedere tornare da voi il vostro cane di gran carriera, con la “coda al vento” e le orecchie ballonzolanti è molto gratificante ed è una sensazione favolosa!!

 

Code al Vento e Varese Corsi – primavera 2011


varesecorsi-primavera-2011Si aprono domenica 13 febbraio le iscrizioni alla tornata primaverile di Varese Corsi nella quale Code al Vento è presente con il corso teorico-pratico “ascolta il tuo cane”.  6 incontri per conoscere, capire e gestire i comportamenti del cane, divertendosi insieme. I

 

Educazione e addestramento: due settori a confronto.


L'educazione insegna anche a condividere momenti di relax

L'educazione insegna anche a condividere momenti di relax

Per alcuni non c’è differenza, altri parlano di addestramento. Il termine educazione nel mondo cinofilo è ancora in fase di elaborazione. Ma quali sono le differenze tra loro?

- L’educazione è quella parte che si occupa di insegnare al cane a convivere e accettare con tranquillità regole che non gli appartengono. Qui va fatto un inciso: prima di procedere a dettare queste regole di vita il proprietario deve preoccuparsi di accreditarsi agli occhi del suo cane, imparare a destare il suo interesse, essere il suo riferimento. La famiglia umana è per il cane il branco di appartenenza  e i  suoi componenti devono essere per lui un esempio. Questo è il primo passo verso l’educazione. Anche per noi è valido lo stesso principio: se non si ha stima e considerazione di chi ci insegna non ascoltiamo ciò che ha da dirci. Il cane è costretto a imparare le noste regole perchè vive con noi: non deve saltare addosso, non deve scavare, non deve mordere, non deve scappare, non deve appropriarsi del cibo lasciato incustodito… potrei andare avanti all’infinito.

- L’addestramento è invece un programma attraverso il quale il cane impara degli specifici esercizi performativi come il “seduto”, “terra”, “resta”, “porta”….

Nonostante la zooantropologia stia, fortunatamente, prendendo sempre più piede, esistono ancora addestratori vecchio stampo (spesso neanche tanto vecchio) che vendono per educazione l’addestramento rimaneggiato. A volte affrontano dei veri problemi comportamentali, che per altro non sanno riconoscere, con il classico “piede”, “avanti”, “indietro”, “strappo con il guinzaglio” e via dicendo.

Per educare il nostro cane bisogna, in un primo momento, dimenticarci delle performance. Per essere più chiara traccio un parallelo comportamentale con noi esseri umani: quando educhiamo un bimbo facciamo in modo di insegnargli prima  delle regole sociali che gli consentano di vivere bene nel contesto civile, iniziando dalle più elementari: “pulisciti la bocca”, “non si parla con la bocca piena”, “ringrazia”, “saluta”… Non gli insegnamo subito a sciare, suonare il piano, dipingere, ballare, giocare a tennis, nuotare. Se così fosse avremmo dei meravigliosi agonisti che però male si relazionerebbero con il loro prossimo, maleducati, cafoni, ignoranti.

Se pensiamo che educare il cane significhi solo fargli eseguire i comandi, rischiamo di avere dei soggetti bravissimi in prove di abilità ma frustrati e non equilibrati. Lavorando solo sull’obbedienza li assoggettiamo a noi ma trascuriamo i loro bisogni etologici.

Avete mai provato ad assistere a delle gare? Sono molti i cani che ansimano, hanno lo sguardo vitreo e sbarrato, sono litigiosi con i loro simili. Bravi atleti ma squilibrati nella vita di tutti i giorni.

In sintesi:
- prima si costruisce un buon rapporto, poi si impartisce l’educazione e infine si inserisce l’addestramento. Per il resto della nostra vita insieme ci  divertiremo a miscelare ed equilibrare questi tre fattori. Più difficile a dirsi che a farsi, anche perchè i nostri cani non aspettano altro che collaborare con noi e sanno essere dei compagni  pazienti e magici.

Volendo intraprendere questa strada è importante  scegliere e affidarsi a un professionista che tenga in considerazione tutto questo e che lavori utilizzando il metodo cognitivo-zooantropologico, mirato a valorizzare la relazione tra uomo e animale – in questo caso la relazione tra voi e il vostro cane.

 

Cani in fuga.


fuga

A volte i cani scappano da casa.
I motivi che li inducono alla fuga posso essere molteplici: i casi che ho trattato vedono al primo posto la mancanza di rapporto con la famiglia: il cane non ha riferimenti e preferisce andare altrove oppure non ha ben chiara la sua posizione sociale.
Con altri cani ho trattato il problema della noia e dell’attaccamento verso il proprietario: nel primo caso (la noia) il cane non aveva distrazioni sufficienti in giardino e nel secondo voleva seguire il padrone quando usciva da casa.

Altri motivi di fuga possono essere la presenza nelle vicinanze (anche chilometri) di femmine in calore, spaventi improvvisi (ad esempio spari o botti), modifiche dell’ambiente (ad esempio l’apertura di un cantiere edile vicino alla propria abitazione), iperattività (il cane ha sempre bisogno di fare qualche cosa), non riconoscere i limiti del territorio (caso di cui mi sto occupando in questi giorni).

La fuga può essere giustificata da più motivazioni quindi non si devono trarre conclusioni affrettate. Le soluzioni da adottare si differenziano in base alla singola situazione e potranno esservi suggerite da professionisti che le valutano e che le approfondiscono con voi. Diffidate da chi vi propone una soluzione sbrigativa e soprattutto coercitiva.

Il mio primo consiglio è di non sgridare mai il cane quando torna. Ricongiungersi a voi, tornare a casa, dovrà sempre essere un momento meraviglioso.
Se lo punite potrebbe anche decidere di non rientrare (mica scemo); lo perderete e perderete anche l’occasione per approfondire la sua conoscenza e consolidare un legame unico nel suo genere.

 

Un premio per ogni occasione


un premio per ogni occasioneNella mia professione di educatrice cinofila mi capita spesso di sentire definizioni come “il metodo del bocconcino”, “il metodo gentile”, “il metodo del premio” o cose simili.
Queste descrizioni sono, in verità, molto limitative, poiché dietro ad un biscottino, così come dietro ad un nostro gesto, si nasconde un mondo di percezioni, emozioni e conoscenze.
Per questo è molto importante capire esattamente cosa succede nella mente del nostro cane quando lo premiamo e sapere in che modo,  quando, quanto e perché farlo.
I nostri amici a 4 zampe sono di vedute molto aperte. Per loro tutto può essere un premio: il cibo, un gioco, una nostra azione, perfino un suono.
Il repertorio di “gratificazioni canine” è talmente vasto che difficilmente riusciamo a renderci conto di quante conferme, quasi sempre involontarie, diamo al nostro cane, anche quando sta compiendo azioni non ammesse nella nostra società come, ad esempio, salutarci saltandoci addosso. I nostri tentativi, a volte anche poco gentili, di tenerlo lontano, sono da lui percepiti come attenzioni. Per questo continuerà a riproporre il comportamento che noi vorremmo invece far cessare.
Anche per i giochi le possibilità sono molteplici: ci sono giochi creati appositamente per i cani, altri per i bimbi e…molte cose che giochi non sono. Il cane non fa alcuna differenza: per lui qualunque cosa o attività stimolante, piacevole e divertente è un gioco; anche lo spazzolone passato sul pavimento per asciugare la sua pipì – che non smetterà più di fare in casa se ci mettiamo, inconsapevolmente a giocare con lui facendo scorrere lo straccio avanti e indietro. La soluzione ottimale è togliere il “bisognino” di nascosto, quando non ci sta guardando.
Il cibo è ritenuto il “mezzo” per insegnare al cane esercizi precisi; è sicuramente il metodo più usato e più conosciuto come “rinforzo positivo”.
Cosa succede in pratica?
Il cane compie l’azione e viene immediatamente premiato. Anche qui è importante essere consapevoli di ciò che stiamo facendo: il rinforzo è associato all’azione se arriva entro 0,58”. Sì, avete capito bene: meno di    1 secondo. Se non rispettiamo questi tempi, rischiamo di premiare  un’azione diversa da quella richiesta. Ad esempio: chiediamo al cane di mettersi “seduto”, lui si siede, noi tiriamo fuori il premio ma nel frattempo il cane gira la testa. Noi, in verità, stiamo premiando quest’ultima azione. Il rischio a cui andiamo incontro è duplice: diventare dei semplici distributori di cibo ed essere poco chiari nella comunicazione.
Apprendere i corretti meccanismi può essere molto divertente, esattamente come educare al meglio il nostro cane. Abbandonare gli schemi, conoscere davvero il nostro amico e dare spazio alla fantasia…queste sono le buone mosse da mettere in atto. Imparando a gestire il premio – cibo, gioco, attenzione – nella quantità, nel modo e nel momento giusto, non solo insegneremo al cane dei comportamenti precisi ma rinforzeremo anche la nostra relazione, perché tutto ruoterà intorno
al principio della collaborazione e non dell’imposizione. Il segreto per stare bene insieme e ottenere grandi cose è conoscerlo. Quale gioco gli piace di più? Qual è il suo cibo preferito? Würstel, biscotto, formaggio? Ama le nostre coccole sopra ogni cosa? Il nostro cane non torna quando lo chiamiamo? Magari non siamo abbastanza interessanti perché lo abbiamo sempre premiato con il cibo che, forse, lo interessa meno della pallina.

Prima di educarlo bisogna capirlo.
Perché il premio non è solo un gesto ma è il mondo dei suoi significati che fa la differenza.

 

Una buona fede dannosa per i cani.


cane a catenaDei clienti mi hanno consultata perchè il loro pastore tedesco di 2 anni è diventato ingestibile. Come sempre ho fissato un appuntamento presso il loro domicilio per valutare la situazione e approfondirla. Effettivamente il cane era agitatissimo. L’ho trovato legato alla cuccia con una corda di circa 2 metri.
Questa scelta deriva da un’indicazione data dal loro precedente addestratore che, per preservare la salute del cane. ha consigliato di non farlo bagnare nei mesi più freddi (cosa giustissima). Il cane vive costantemente fuori casa e, data la realtà abitativa della famiglia, per riuscire a seguire il consiglio, nei giorni di pioggia Jack viene legato. Questo non è un modo di vivere adatto al cane e non favorisce certo la sua tranquillità, al contrario lo esaspera. I clienti mi hanno anche raccontato che il cane è stato addestrato  con il vecchio metodo coercitivo che vede l’animale obbligato a mettersi a terra, a camminare al piede, non tirare al guinzaglio  ecc. ecc. Strapponi e strattoni a go go, tutto gestito con il collare a strozzo e un guinzaglio cortissimo. Sicuramente l’addestratore era in buona fede ma non posso fare a meno di rilevare l’incoerenza di questo metodo che da una parte vuole preservare la salute del cane e dall’altra la penalizza andando a infierire brutalmente sul suo apparato scheletrico e muscolare. Microfratture e microlesioni potrebbero essere l’eventuale causa futura di problemi di deambulazione, artrosi ed altro ancora. A noi umani capita lo stesso. Lesioni non curate adeguatamente, sono causa di dolori, portano a malformazioni della parte sollecitata, provocano ispessimenti che ci fanno assumere posizione antalgiche; con l’andare del tempo la patologia diventa cronica. Non per niente anche le micro fratture vengono ingessate. A differenza nostra il cane non può dirci se e dove sente male quindi, qualunque cosa accada al suo corpo, verrà consolidata col tempo, oltre – ovviamente – a creargli grave disagio e sviluppare paura nei confronti di chi lo costringe a subire. Questo non dovrebbe mai verificarsi tra il proprietario e il suo cane tra i quali dovrebbe invece instaurarsi un rapporto fonte di piacevolezza, benessere e collaborazione.
Pensateci se volete addestrare il vostro cane. Fate un’indagine prima di scegliere il professionista a cui affidarvi: indirizzatevi verso chi, alla peggio, utilizza i collari in nylon.  Allontanatevi da chi afferma che il cane va dominato ma prendete in seria considerazione chi vi spiegherà che con le buone maniere si ottiene tutto e utilizza la pettorina.

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Moro, il mio caro amico

 

Armonia


armoniaSono educatrice cinofila da qualche anno. Molte famiglie hanno chiesto il mio aiuto principalmente per “insegnare al cane ad obbedire” o per correggere comportamenti ritenuti pericolosi o anomali: “non deve fare questo, non deve fare quello, deve smettere di fare così, deve fare cosà”. DEVE, DEVE, DEVE.  E’ vero; purtroppo per lui il cane deve, è costretto ad assoggettarsi a una realtà  diversa dalla sua, deve adeguarsi a regole che non gli appartengono e senza nemmeno potersi spiegare perchè.

Durante il percorso educativo o rieducativo che propongo, ordini e imposizioni vengono accantonati per lasciare spazio a intesa e collaborazione: il cane è felice di accontentare il suo proprietario nelle richieste, che gli giungono nel modo e nel momento giusto, sempre nel rispetto della sua natura. Non subisce le nostre regole ma impara a conviverci piacevolmente e il suo compagno a due zampe accetta la sua diversità gestendola con gentilezza, equilibrio e coerenza.

Ci sarebbero mille modi per descrivere il mio lavoro e, soprattutto, i miei obbiettivi ma tutto può riassumersi in una sola meravigliosa parola: ARMONIA. Leggendo i suoi sinonimi capirete meglio ciò che intendo trasmettervi.

Eccoli: accordo, affiatamento, amicizia, coerenza, equilibrio, concordia, continuità, eufonia, finezza, grazia, melodia, musica, pace, poesia, rapporto, serenità, simmetria, sintonia, unanimità, unione, unisono, unità, intesa, consonanza, musicalità, proporzione, conformità, bellezza || Vedi anche:  buoni rapporti, comprensione, simpatia, congruenza, consequenzialità, fusione, legame, logica, sistematicità, successione, continuum, assonanza, delicatezza, leggerezza, bel tratto, freschezza, leggiadria, motivo, adeguatezza, confronto, concordanza, rispondenza, uniformità, affinità, confidenza, vicinanza, coralità, coro, affetto, solidarietà, alleanza, intelligenza, soluzione, spiegazione, combinazione, orchestra, amnistia, benedizione, diplomazia, dolcezza, eleganza, gentilezza, ispirazione, misericordia, corrispondenza,  misura, ragione,  chiarezza, fermezza, calma, immobilità, prudenza, saggezza, fedeltà.

 

Una ventata di freschezza


Simone, Davide, Rossana, Spyke e StellaQualche mese fa sono stata chiamata dalla mamma di Simone e Davide per fare chiarezza su problemi insorti tra i bambini e i cani della famiglia.  Spyke e Stella sono giovani e molto diversi tra loro. Sulle basi delle informazioni acquisite durante il primo incontro, ho messo in atto un percorso con il quale è stato spiegato e dimostrato come relazionarsi per ottenere un rapporto equilibrato e sereno, attraverso la comprensione e la conoscenza dei loro cani e la consapevolezza che le loro reazioni sono le risposte a stimoli, per lo più proposti dai proprietari. Modificando un poco il comportamento sia dei genitori che di Simone, tutto è rientrato nella normalità. Ora sta a mamma, papà e Simone, mantenere questo stato di cose.

Simone ha scritto un tema dal quale traspare l’amore e la voglia di stare insieme. Trascrivo quello che ha dedicato a Spyke.

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DESCRIVO IL MIO ANIMALE

Ciao, sono Simone e vorrei presentarvi il mio cane. Due anni fa a Natale mi è arrivato un cane divertente e simpatico, l’abbiamo chiamato Spike.

I suoi occhi sono piccoli come bottoni verdi, la sua bocca è grande e ha denti lunghi, quattro. Mangia tutto. Il collo è robusto e la razza si chiama golden retriver, si muove velocemente ed è molto morbido e molto  profumato. Spike è goloso di costine, delle croste della pizza e di croccantini. Di giorno giochiamo con la palla e di notte dorme felice. E’ contento quando sono con lui però quando è con gli altri animali abbaia.

Quando andiamo al mare Spike sta a casa e lo cura il nonno. Quando ritorniamo dalle vacanze è arrabbiato ma poi ritorna felice come sempre. Quando usciamo a fare una passeggiata diventa “pazzo” perchè lungo il percorso c’è un fiume lui si tuffa e nuota un po’ poi esce e si asciuga schizzando acqua verso di me. Spike ormai è un componente della mia famiglia.