Articoli con tag ‘metodo’

Armonia


armoniaSono educatrice cinofila da qualche anno. Molte famiglie hanno chiesto il mio aiuto principalmente per “insegnare al cane ad obbedire” o per correggere comportamenti ritenuti pericolosi o anomali: “non deve fare questo, non deve fare quello, deve smettere di fare così, deve fare cosà”. DEVE, DEVE, DEVE.  E’ vero; purtroppo per lui il cane deve, è costretto ad assoggettarsi a una realtà  diversa dalla sua, deve adeguarsi a regole che non gli appartengono e senza nemmeno potersi spiegare perchè.

Durante il percorso educativo o rieducativo che propongo, ordini e imposizioni vengono accantonati per lasciare spazio a intesa e collaborazione: il cane è felice di accontentare il suo proprietario nelle richieste, che gli giungono nel modo e nel momento giusto, sempre nel rispetto della sua natura. Non subisce le nostre regole ma impara a conviverci piacevolmente e il suo compagno a due zampe accetta la sua diversità gestendola con gentilezza, equilibrio e coerenza.

Ci sarebbero mille modi per descrivere il mio lavoro e, soprattutto, i miei obbiettivi ma tutto può riassumersi in una sola meravigliosa parola: ARMONIA. Leggendo i suoi sinonimi capirete meglio ciò che intendo trasmettervi.

Eccoli: accordo, affiatamento, amicizia, coerenza, equilibrio, concordia, continuità, eufonia, finezza, grazia, melodia, musica, pace, poesia, rapporto, serenità, simmetria, sintonia, unanimità, unione, unisono, unità, intesa, consonanza, musicalità, proporzione, conformità, bellezza || Vedi anche:  buoni rapporti, comprensione, simpatia, congruenza, consequenzialità, fusione, legame, logica, sistematicità, successione, continuum, assonanza, delicatezza, leggerezza, bel tratto, freschezza, leggiadria, motivo, adeguatezza, confronto, concordanza, rispondenza, uniformità, affinità, confidenza, vicinanza, coralità, coro, affetto, solidarietà, alleanza, intelligenza, soluzione, spiegazione, combinazione, orchestra, amnistia, benedizione, diplomazia, dolcezza, eleganza, gentilezza, ispirazione, misericordia, corrispondenza,  misura, ragione,  chiarezza, fermezza, calma, immobilità, prudenza, saggezza, fedeltà.

 

Una ventata di freschezza


Simone, Davide, Rossana, Spyke e StellaQualche mese fa sono stata chiamata dalla mamma di Simone e Davide per fare chiarezza su problemi insorti tra i bambini e i cani della famiglia.  Spyke e Stella sono giovani e molto diversi tra loro. Sulle basi delle informazioni acquisite durante il primo incontro, ho messo in atto un percorso con il quale è stato spiegato e dimostrato come relazionarsi per ottenere un rapporto equilibrato e sereno, attraverso la comprensione e la conoscenza dei loro cani e la consapevolezza che le loro reazioni sono le risposte a stimoli, per lo più proposti dai proprietari. Modificando un poco il comportamento sia dei genitori che di Simone, tutto è rientrato nella normalità. Ora sta a mamma, papà e Simone, mantenere questo stato di cose.

Simone ha scritto un tema dal quale traspare l’amore e la voglia di stare insieme. Trascrivo quello che ha dedicato a Spyke.

spike-pag2spike-pag1

DESCRIVO IL MIO ANIMALE

Ciao, sono Simone e vorrei presentarvi il mio cane. Due anni fa a Natale mi è arrivato un cane divertente e simpatico, l’abbiamo chiamato Spike.

I suoi occhi sono piccoli come bottoni verdi, la sua bocca è grande e ha denti lunghi, quattro. Mangia tutto. Il collo è robusto e la razza si chiama golden retriver, si muove velocemente ed è molto morbido e molto  profumato. Spike è goloso di costine, delle croste della pizza e di croccantini. Di giorno giochiamo con la palla e di notte dorme felice. E’ contento quando sono con lui però quando è con gli altri animali abbaia.

Quando andiamo al mare Spike sta a casa e lo cura il nonno. Quando ritorniamo dalle vacanze è arrabbiato ma poi ritorna felice come sempre. Quando usciamo a fare una passeggiata diventa “pazzo” perchè lungo il percorso c’è un fiume lui si tuffa e nuota un po’ poi esce e si asciuga schizzando acqua verso di me. Spike ormai è un componente della mia famiglia.

 

Benvenuta pettorina!!


pettorina

pettorina consigliata

Prima di entrare nel vivo dell’argomento, faccio una breve premessa: la pettorina non risolverà il problema del cane che tira al guinzaglio.  I cani ci trascinano per mille motivi, indipendentemente dallo strumento utilizzato: tirano perché seguono delle tracce olfattive, sono curiosi,  vogliono conoscere i loro simili, devono inseguire una potenziale preda (magari una semplice foglia che vola), tirano perchè hanno paura e vogliono allontanarsi da quanto li spaventa o perchè involontariamente gli abbiamo insegnato a farlo, perchè hanno 4 zampe invece di due e per altre mille ragioni ancora.  A non tirare lo imparano e noi dobbiamo insegnarglielo nel rispetto della loro natura  (dove guinzagli e affini non esistono),  consapevoli delle loro esigenze e considerando le loro motivazioni. La pettorina è lo strumento che evita ai cani danni fisici, provocati dal tradizionale collare nel momento in cui tirano o strattonano; basti pensare a quando incidentalmente scattano o si lanciano in avanti. Il collo è una parte molto vulnerabile e viene anche utilizzata dai nostri amici per instaurare una corretta comunicazione, quindi l’utilizzo della pettorina evita ai cani dei veri e propri malintesi sociali e ci permette di educarli tutelando la loro salute, sia fisica che psichica. La pettorina, insieme ad amore, pazienza e coerenza, ci permetterà di raggiungere risultati sorprendenti.

questo modello lascia completa libertà di movimento e non comprime punti delicati

questo modello lascia completa libertà di movimento e non comprime punti delicati

Riassumiamo gli 8 buoni motivi per utilizzarla:
• Lascia libero il collo
• Non provoca dolore
• Non provoca danni fisici
• Il cane è più rilassato
• Gli permette di comunicare liberamente
• Migliora l’andatura perché l’attacco del guinzaglio è posto sul baricentro del cane
• Gli consente maggior libertà di movimento
• Favorisce la fiducia nel proprietario e  migliora la relazione

Quale modello usare:
in commercio ve ne sono di vari tipi: sono sconsigliate quelle che stringono le scapole quando il cane tira e quelle che passano intorno alla zona ascellare, provocando uno sfregamento spiacevole e doloroso.
Sono invece da prediligere le pettorine ad H, così denominate per la forma che prendono quando sono tutte aperte. . Questo brevetto consente di
- “vestire” il cane senza manipolargli le zampe,
- è regolabile in 5 punti e assicura una perfetta adattabilità al corpo,
- l’anello per l’aggancio al guinzaglio è posto in zona caudale; questo, insieme alla conformazione della pettorina, permette una trazione distribuita esclusivamente sullo sterno e sul torace, non limita quindi i movimenti e non provoca senso di costrizione e sfregamenti.

Nel video seguente, nel quale la mia Lola è co-protagonista, potrete vedere meglio la sua applicazione.

Buone passeggiate a tutti.

 

Collari e collari a strangolo


collare addio!!

collare addio!!

Il loro uso sui cani risale alla notte dei tempi. Sono talmente comuni e scontati che non si riflette sui danni fisici che provocano.
Considerati dagli addestratori strumenti per inibire comportamenti come tirare al guinzaglio e costringere il cane a sedersi, a mettersi a terra, a camminare al piede, agiscono sulle basi di un solo principio: dominare avvalendosi di dolore e paura.
Gli studi dell’ultimo decennio hanno dimostrato la loro inefficacia, inadeguatezza e dannosità per la salute sia fisica che psichica del cane.
Quando vengo interpellata dai clienti perché il loro cane tira al guinzaglio, non mi si presenta mai solo un problema da risolvere. Sovente sono associate paura e aggressività, a volte da imputare proprio all’uso del collare: i cani camminano con la coda tra le gambe rasentando i muri o sono aggressivi o particolarmente reattivi nei confronti di altri cani o persone.
Prendiamo prima in considerazione i problemi fisici che possono insorgere (anche nell’arco del tempo):
o Lesioni ai vasi sanguigni dell’occhio
o Danni a trachea ed esofago
o Gravi traumatismi della colonna cervicale
o Svenimenti
o Paralisi temporanea delle zampe anteriori
o Paralisi del nervo laringeo
o Atassia degli arti posteriori
L’analisi dei danni causati dal collare a strozzo ha mostrato che alcuni cani presentavano una dislocazione vertebrale mentre altri avevano subito danni permanenti ai nervi. Ancora, una condizione chiamata sindrome di Horner, talvolta causata da traumatismi del collo, provoca disturbi agli occhi e paresi facciale.
I difensori del collare a strozzo spesso ne consigliano l’uso sui cani fin da giovane età. Al contrario proprio sugli animali giovani vi è un maggior rischio di lesioni gravi e permanenti.
Si dimostra pertanto che tale metodica si rivela non solo controindicata ai fini dell’educazione del cane, ma concretamente pericolosa.
(http://www.asetra.it/?Comunicati_Asetra%3AArchivio_Comunicati_2005)

Ora esaminiamo gli effetti sul comportamento:

L’etologia canina è arrivata alla conclusione che il collo del cane riveste un ruolo di fondamentale importanza nell’ambito del comportamento sociale.
Se mettiamo al nostro cane il tradizionale collare, ci troveremo immediatamente in una situazione di precarietà: il cane percepisce, infatti, ogni tiro e strattone come gesto di estrema minaccia.
I cani usano la presa al collo per procurarsi il serio rispetto dei loro simili. Noi umani usiamo lo strattone al collo col guinzaglio in modo inconsapevole e spesso anche come provvedimento educativo, vale a dire come rinforzo negativo. Il cane però non riesce a capire il significato di questo gesto, perché i cani tra loro non si educano alla condotta del guinzaglio. Con ogni tiro e strattone al collo il cane si pone la domanda del rispetto, che però rimane senza risposta, dato che noi umani non ci rendiamo neanche conto dell’effetto sociale di questo provvedimento per il cane. A questi nostri strattoni bruschi il cane reagisce in maniera tipica “da cane”: o impara col tempo ad ignorare il tiro al collo e a tirare sempre di più diventando quindi aggressivo, oppure ne rimane così impressionato e spaventato che pur di non provare questa spiacevole sensazione al collo, è restio ad andare in avanti. Questi impulsi vengono resi ancora più negativi e nocivi con l’uso di collari a strozzo, con aculei, muniti di elettroshock, ecc.
(Gudrun Feltmann v.-Schroeder su www.welpentraining.de e tradotto dal tedesco da Anja Demetz).

Il collo del cane è quindi una zona estremamente sensibile: al suo interno passano fasci muscolari, vene,  nervi, strutture ossee che possono venire gravemente danneggiate da qualunque tipo di collare.
Inoltre il cane utilizza il collo e la testa per comunicare con gli altri cani, cosa che gli viene inibita dal momento in cui indossa il collare.

Vogliamo aiutare il nostro fedele compagno? Vogliamo rendergli piacevole la passeggiata? Vogliamo lasciargli un po’ di libertà di comunicazione? Vogliamo preservarlo da problemi fisici e farlo “invecchiare” in piena forma? Vogliamo valorizzare la relazione e il rapporto con il nostro cane?

BENVENUTA PETTORINA!!…. (link all’articolo)


(foto dell’articolo tratta da “design.fotoblog.it”)

 

Una conoscenza bestiale


articolo animalinformaAd un corso frequentato agli inizi del mio percorso formativo ha partecipato una femmina di Husky che da cucciola era stata vittima di un incidente. Il trauma riportato le aveva fatto perdere l’uso di un occhio e delle zampe posteriori.  La sua proprietaria aveva preferito non raccogliere i consigli che le suggerivano la soppressione dell’animale. In barba al destino l’ha chiamata Gioia è l’ha munita di un ausilio a rotelle che le permettesse la deambulazione. Non ricordo che età avesse il cane quando ha partecipato al corso di educazione ma ricordo come sia stato possibile farle fare buona parte delle attività previste dal corso stesso. Grazie alla conoscenza delle sue capacità cognitive ed al corretto approccio da adottare abbiamo tutti visto ed imparato come un cane, anche se privato di una parte importante della sua motilità,  possa condurre una vita decorosa ed attiva. Valorizzare la sua mente e tenerla attiva gli consente un impegno pari a quello fisico, lo gratifica e sopperisce alla mancanza di attività motoria alla quale è obbligatoriamente costretto a rinunciare.
Fino a qualche anno fa questo non sarebbe stato possibile. L’addestramento del cane prendeva in considerazione solo l’aspetto performativo (l’esecuzione di comandi) e per questo Gioia non avrebbe potuto avere una vita serena o, forse, non avrebbe proprio vissuto. Fortunatamente tutto è in evoluzione e con l’avvento del metodo cognitivo-zooantropologico si è scoperto un nuovo modo di vivere con il proprio cane, valorizzando la sua diversità e abbandonando quel deleterio retaggio culturale che lo considerava un essere inferiore.
In due parole ecco perchè approccio “cognitivo-zooantropologico”:
- cognitivo: la mente del cane è attiva ed elaborativa e i comportamenti ne sono la sua espressione
-  zooantropologia: è la scienza che studia il rapporto tra l’uomo e le altre specie e si propone di far conoscere la straordinaria importanza della relazione con gli animali. In cinofilia l’incontro delle due entità uomo-cane dà frutto ad un rapporto teso a valorizzare, arricchire ed equilibrare tale relazione. Fornisce gli strumenti per capire a fondo il proprio cane e farsi capire da lui. Il cane non viene più considerato un soggetto passivo, “utilizzato” per vari scopi ma partecipa attivamente alle varie attività della famiglia che nel rispetto della sua diversità gli offre un corretto e coerente stile di vita.
Questo metodo non utilizza coercizione né maniere brusche ma non per questo è inefficacie. La sua applicazione richiede molta fermezza e coerenza condite però di gentilezza. Mette in risalto la mente dell’animale, favorisce l’apprendimento attraverso esperienze e conoscenze, favorisce la collaborazione piuttosto che la dominanza e, tramite la conoscenza del comportamento  permette di migliorare e raggiungere ottimi livelli di comunicabilità. La COMUNICAZIONE è il  principio su cui si fonda ogni relazione di successo. Noi e i nostri cani parliamo lingue diverse e fino a quando non impareremo la loro, continueremo a comunicare l’incomunicabile. Gli innumerevoli episodi di aggressività sempre più alla ribalta, non sono da imputare ad “una mancanza di polso”, come qualcuno crede, ma proprio ad una mancanza di comunicazione, causa di relazioni improprie.
La maggior parte di voi che in questo momento mi legge, conosce già questo metodo e ne è già stata testimonial. Lo ha amato, apprezzato ed ha sognato di applicarlo. Chi ha letto o visto i film  “Zanna Bianca”, “Il Richiamo della Foresta”, ed altri dello stesso filone, avrà disapprovato chi voleva ottenere dei risultati esercitando violenza e avrà approvato chi invece li otteneva con dedizione, pazienza, amore, entrando in sintonia con l’animale (mi piace definire Jack London  pioniere del metodo e della moderna educazione cinofila).
Il romanzo “L’uomo che sussurrava ai cavalli” di Evans, è una dimostrazione di questo modello educativo e chi si è commosso per la magica atmosfera di comprensione e rispetto che si creava tra i due protagonisti, chi si è commosso per quello scambio di sguardi intensi, testimoni di una raggiunta armonia, inconsapevolmente ha apprezzato proprio questo metodo che oggi si avvale degli studi di etologia, antropologia, psicologia, pedagogia, neuroscienze e biologia..
Entrare in sintonia con il proprio cane è molto gratificante. Se vi capita di osservarlo e di chiedervi “chissà cosa pensa”, se sentite che tra di voi potrebbe esserci qualche cosa di più, se non vi giustificate alcuni suoi comportamenti, potete trovare le risposte che cercate con l’aiuto di professionisti che si avvalgono di questo metodo e che vi accompagneranno nella scoperta del vostro cane e, sorprendentemente, di voi stessi.

 

Il cucciolo, le vaccinazioni e la socializzazione.


dsc_0112_800x5371Quando si adotta un cucciolo, tra le prime raccomandazioni che vengono fatte c’è anche quella di non farlo uscire di casa fino a quando non ha ultimato tutte le vaccinazioni. Questo però preclude al cane una corretta socializzazione che deve avvenire proprio nei suoi primi mesi di vita.

Il comportamento del cane e il suo carattere si formano attraverso step ben precisi. Dalla 4^ alla 12^ settimana il cucciolo attraversa il periodo della socializzazione. Questa è una fase molto importante per il suo sviluppo comportamentale, infatti è proprio in questo periodo che il piccolo prende coscienza della realtà che lo circonda. Se diventerà capace di reagire agli stimoli in modo adeguato o meno, dipenderà da quanto e come vivrà le esperienze che gli verranno sottoposte.

Seguendo le tappe delle sue fasi di sviluppo, il cucciolo deve interagire con mamma e fratellini (almeno fino ai 2 mesi), famigliarizzare con altri cani, altri animali, persone e ambiente.

Se questo non dovesse avvenire, è possibile che reagisca con manifestazioni di paura e di fuga di fronte ai vari stimoli e il cane non vivrà serenamente. Inoltre la paura è una della cause di manifestazioni comportamentali aggressive.

Il periodo di socializzazione coincide con quello della profilassi vaccinale: da piccoli la loro risposta immunologica è minore rispetto a quella di un cane adulto, pertanto fino a quando il ciclo delle vaccinazioni non sarà completato, il cane non sarà completamente protetto dai vari agenti infettivi. Il veterinario quindi potrà sconsigliare le uscite e la frequentazione di altri cani.

E’ fondamentale proteggere il cane dal punto di vista sanitario ma lo è altrettanto garantirgli una socializzazione corretta in questa fase così delicata e decisiva per la sua vita futura (imprinting). Considerato che tante piccole esperienze devono essere  da lui vissute necessariamente dal 2° al 3° mese, come si può fare per conciliare le due cose?

Un buon compromesso è quello di fargli conoscere cani regolarmente vaccinati di amici, conoscenti, parenti, in ambiente controllato come i rispettivi giardini o abitazioni. Così facendo il cucciolo impara anche ad interagire con altri esseri umani (bambini compresi)  ed eventualmente altri animali. Impara a conoscere rumori, odori  e varie tipologie di situazioni, compreso il viaggio in auto.

Nella sua abitazione l’ambiente potrà essere arricchito  con oggetti di svariate forme, colori e materiali: scatoloni, caschi, ombrelli…tutto ciò che potrà trovare un domani sulla sua strada.

E’ fondamentale che il cucciolo faccia queste esperienze  nel modo e nel momento giusto, nel rispetto dei suoi tempi e delle sue reazioni, senza mai essere forzato. Tutto deve essere proposto a piccole dosi e in modo piacevole, evitandogli spaventi e stress. E’ un periodo estremamente delicato: farsi accompagnare in questo percorso da un esperto che farà conoscere le esigenze del cucciolo, è sicuramente consigliabile per evitare errori che potrebbero diventare irreversibili. Se tutto verrà gestito nel modo giusto il piccolo crescerà equilibrato, pronto ad affrontare la vita insieme ai suoi compagni umani con curiosità, sicurezza e vivacità mentale.

 

La storia di Leon


Di recente ho frequentato il corso, tenuto da un losco figuro di nome Ivano Vitalini,  per conseguire la qualifica di tecnico Mobility Dog (a parte gli scherzi, Ivano è simpaticissimo ed è, per lo CSEN, il coordinatore di questa disciplina.).  Partecipare con il proprio cane sarebbe stato troppo facile. Gli educatori cinofili hanno a che fare sempre con i cani altrui quindi noi partecipanti abbiamo lavorato con soggetti sconosciuti e di provenienze più disparate. Qui è entrato in scena Leon, un bel rottweiller maschio di 6 anni. La sua storia mi è stata inviata da Selene, la volontaria del canile dell’ENPA di Monza che maggiormente se ne occupa e che lo ha accompagnato al corso dove  si è svagato e divertito, dimenticandosi per qualche ora la sua triste realtà.

Leon è quello più basso ;))

Leon è quello più basso ;) )

PROVENIENZA: il proprietario di Leon a suo tempo è stato arrestato e il cane è arrivato in canile in quanto nessuno poteva occuparsi di lui, la legge dichiara che chi detiene questi animali deve essere esente da condanne penali: Leon non se lo meritava davvero, non ha mai fatto nulla di male a nessuno, l’unica cosa che lo tiene ancora dietro le sbarre è la fama ingiusta che viene data a questi cani.

CARATTERE: bisogna diventare amici di Leon, lui è un cane da guardia e giustamente difende il suo box, ma con chi conosce da grande soddisfazione. Se da un lato, con chi non ha mai visto fa la faccia brutta, con i suoi amici speciali è un cane da bacio e coccole. Bisogna vederlo per crederci. Essere amici di Leon fa sentire meglio le persone, è una sensazione che riempie di gioia: il suo testone che si avvicina felice e lui che scodinzolante fa le feste. Però ribadisco: bisogna essere suoi amici.
Occorre un periodo di affiancamento da stabilire con il responsabile del canile.

ADOZIONE IDEALE: Leon è stato inserito nel progetto “Famiglia a distanza” ed già è cambiato tanto, ha allargato i suoi limiti e tutti coloro che vengono a trovarlo e lo hanno conosciuto sentono la stessa gioia che lui trasmette a noi. Non è un cane che va dato a chi è alla prima esperienza e a chi ha una famiglia attiva, va bene in un ambito tranquillo.

PER INFO CONTATTARE: noi volontari tifiamo per Leon. E’ possibile adottare Leon a distanza nel progetto seguito da Silvia “Famiglia a distanza” adozioni.monza@enpa.org
e anche venire a conoscerlo per adottarlo finalmente da questo box nel quale è rinchiuso da anni contattando Stefano in orari di canile: dalle 14.30 alle 17.30 esclusi mercoledì e festivi in Via Buonarroti 52 a Monza.Potete anche scrivere a canile@enpamonza.it

ADOTTABILE A DISTANZA adozioni.monza@enpa.org
Immagine anteprima YouTube

Immagine anteprima YouTube
 

Fred Astaire (o Ginger Rogers) a 4 zampe.


Il Dogdance consiste nel far eseguire al cane esercizi e figure a tempo di musica, con l’obiettivo di mostrare il cane e il conduttore in un programma musicale creativo, innovativo, originale, usando la musica e movimenti complessi che mettano in evidenza il lavoro di squadra, artistico, scenografico, atletico, e lo stile di interpretazione del tema musicale.
Non è indispensabile che il conduttore sia un ballerino, conosca o esegua passi di danza, nel dogdance la “STAR” principale è il cane e il motivo musicale e la struttura della coreografia vengono costruiti per valorizzare il suo temperamento e le sue particolari caratteristiche.

L’importante è sapere che il Dogdance è una disciplina sportiva che deve realmente dimostrare la gioia e il divertimento che unisce proprietari e cani, con rispetto e serietà, senza in alcun modo mettere in ridicolo il cane con figure o movimenti non naturali.

Il Dogdance, come le altre discipline cinofilo sportive già conosciute, aiuta il cane a sviluppare le sue qualità sia fisiche che mentali e l’umano a capire un po’ meglio il proprio amico a quattro zampe. Il lavoro di “squadra”, migliora la relazione uomo – cane e la capacità di comunicare perché si deve creare nel binomio una forte intesa, fatta di sguardi, gesti, parole e questo fa si che vengano forniti innumerevoli opportunità per migliorare la vita quotidiana. (articolo tratto da CSEN-settore cinoflia).

A questa descrizione mi permetto di aggiungere una nota pesonale che ritengo indispensabile per godere appieno l’uno dell’altro e per non rischiare di perdersi momenti irripetibili. Dimenticatevi la competizione. State  insieme al vostro cane e divertitevi con lui. Non mirate al risultato finale ma godetevi il percorso insieme.

 

Una conoscenza bestiale


zampamicaAd un corso frequentato agli inizi del mio percorso formativo ha partecipato una femmina di Husky che da cucciola era stata vittima di un incidente. Il trauma riportato le aveva fatto perdere l’uso di un occhio e delle zampe posteriori.  La sua proprietaria aveva preferito non raccogliere i consigli che le suggerivano la soppressione dell’animale. In barba al destino l’ha chiamata Gioia è l’ha munita di un ausilio a rotelle che le permettesse la deambulazione. Non ricordo che età avesse il cane quando ha partecipato al corso di educazione ma ricordo come sia stato possibile farle fare buona parte delle attività previste dal corso stesso.   Grazie alla conoscenza delle capacità cognitive del cane ed al corretto approccio da adottare abbiamo tutti visto ed imparato come un cane, anche se privato di una parte importante della sua motilità,  possa condurre una vita decorosa ed attiva. Valorizzare la sua mente e tenerla attiva gli consente un impegno pari a quello fisico, lo gratifica e sopperisce alla mancanza di attività motoria alla quale è obbligatoriamente costretto a rinunciare.

Fino a qualche anno fa questo non sarebbe stato possibile. L’addestramento del cane prendeva in considerazione solo l’aspetto performativo (l’esecuzione di comandi) e per questo Gioia non avrebbe potuto avere una vita serena o, forse, non avrebbe proprio vissuto. Fortunatamente tutto è in evoluzione e con l’avvento del metodo cognitivo-zooantropologico si è scoperto un nuovo modo di vivere con il proprio cane, valorizzando la sua diversità e abbandonando quel deleterio retaggio culturale che lo considerava un essere inferiore.

L’approccio cognitivo zooantropologico è scienza e non fantascienza. Si avvale degli studi di etologia, antropologia, psicologia, pedagogia, neuroscienze e biologia.

In due parole ecco perchè approccio “cognitivo-zooantropologico”:
- cognitivo: la mente del cane è attiva ed elaborativa e i comportamenti ne sono la sua espressione
-  zooantropologia: è la scienza che studia il rapporto tra l’uomo e le altre specie e si propone di far conoscere la straordinaria importanza della relazione con gli animali. In cinofilia l’incontro delle due entità uomo-cane dà frutto ad un rapporto teso a valorizzare, arricchire ed equilibrare tale relazione. Fornisce gli strumenti per capire a fondo il proprio cane e farsi capire da lui. Il cane non viene più considerato un soggetto passivo, “utilizzato” per vari scopi ma partecipa attivamente alle varie attività della famiglia che nel rispetto della sua diversità gli offre un corretto e coerente stile di vita.

L’approccio cognitivo zooantropologico è COMUNICAZIONE, principio su cui si fonda ogni relazione di successo.

Se vi capita di osservare il vostro cane e di chiedervi “chissà cosa pensa”, se sentite che tra di voi potrebbe esserci qualche cosa di più, se non vi giustificate alcuni suoi comportamenti, potete trovare le risposte che cercate con l’aiuto di educatori cinofili che si avvalgono di questo metodo e che vi accompagneranno nella scoperta del vostro cane e, sorprendentemente, di voi stessi.

 

Cattivi consigli.


Vi racconto un aneddoto capitato alla mia amica Roxi. Prima però vi anticipo dove voglio andare a  parare: se vi accorgete che il vostro cane ha sviluppato comportamenti strani, indesiderati, fastidiosi, che vi preoccupano, consultate solo esperti del settore che abbiano le competenze per valutare ed affrontare il problema nel modo corretto. I consigli di conoscenti, amici, negozianti, dati frettolosamente e soprattutto senza le dovute competenze, possono essere pericolosi e far peggiorare la situazione.

La settimana scorsa Roxi mi chiama agitatissima e mi descrive la seguente situazione. “Stamattina sono andata a comprare il mangime per Shine e Jack.  Alla cassa del negozio c’era un cliente molto preoccupato perchè il suo cane ha morsicato la moglie e abbaia insistentemente creandogli problemi coi vicini. Sai cos’ha fatto quello che stava alla cassa? Gli ha venduto una museruola e un collare strano…uno di quelli con un marchingegno. Poi gli ha dato il nome di un addestratore, un certo….. (biiiip)……..”.

Beh… a quel punto anch’io ero contrariata. Premesso che raccomandare una persona piuttosto che un’altra è assolutamente lecito (anche se in questo caso l’addestratore indicato è conosciuto più per i suoi metodi altamente coercitivi piuttosto che per i suoi risultati), avere venduto strumenti senza la minima cognizione di causa è stata una mossa commerciale,  priva di etica, irresponsabile ed insensata. Questi attrezzi, messi nelle mani di un proprietario ignaro di tutto, possono provocare danni gravissimi e irreversibili.

Shine

Shine

I comportamenti che il cane sviluppa derivano da molteplici fattori. Per arginare i problemi, migliorarli o risolverli bisogna fare un’accurata analisi della situazione. Un professionista farà domande, osserverà il cane, lo valuterà anche nel suo ambiente abitativo, se possibile parlerà con tutti i componenti della famiglia e considererà tutto il quadro prima di trarre delle conclusioni e consigliarvi sul da farsi.
Dovete assolutamente evitare i consigli di coloro che si improvvisano esperti.
Nel caso specifico il problema era: “il mio cane morde”. La soluzione consigliata “mettigli la museruola”
Sarebbe come dire a un farmacista “mi fa male questo dente”. La soluzione “toglilo”.
Lo specialista effettuerebbe prima una visita, farebbe una lastra, valuterebbe se curarlo o  eventualmente estrarlo.
La stessa cosa vale per i comportamenti del cane: se morde è perché qualche cosa scatena la sua aggressività, si tratta di capire la causa e questo non può  e non deve essere fatto da chiunque e da dietro un registratore di cassa di un negozio, seppur specializzato nella vendita di accessori e affini per animali.

A volte le problematiche sono meno gravi di quanto si pensi. Magari basta poco per rimediare, ma quel poco va assolutamente fatto con cognizione di causa altrimenti si rischia di peggiorare la situazione.