1 Maratona, 1000 sorrisi
Pubblicato in Eventi il 02/22/11 13:29 da Laura
Adottare un cane dal canile richiede senso di responsabilità e coraggio. Responsabilità perchè abbiamo il dovere di non riportarlo indietro provocandogli ulteriori sofferenze e coraggio perchè i problemi che si devono affrontare richiedono impegno, pazienza, tenacia e una forte dose di empatia. Frequentemente ho affiancato famiglie che hanno fatto questa meravigliosa scelta. Coloro che non hanno accettato aiuto, perchè convinti di sapere come fare, hanno rispedito il cane al mittente. Piuttosto che accettare consigli preferivano celarsi dietro la convinzione di avere scelto un cane “irrecuperabile”.
Non è il caso di Daniela che ha adottato Blanka: in una bellissima lettera descrive l’esperienza del loro primo incontro, descrive le emozioni vissute e dice delle grandi verità. Una lettera che commuove ma fa anche riflettere, una lettera che dovrebbero leggere tutti coloro che si accingono ad adottare un cane da un canile, una lettera che dovrebbero leggere tutti coloro che hanno abbandonato il proprio cane.
Grazie Daniela per averla voluta condividere con me e avermi dato il permesso di pubblicarla.
“Era il 06 marzo del 2010, un sabato come tanti pronti a partire per il canile “il girasole”, dove da 6 lunghi anni come tanti cani, Blanka attendeva una famiglia che l’ adottasse dopo l’ abbandono…
Ero molto nervosa non avevo mai preso un cane del canile, li guardavo spesso alla tele o su internet, ma mai sino ad allora avevo varcato quella soglia, pero’ immaginavo quale sensazione avrei provato….quali emozioni!!!
Arrivavo da un grande dolore, la morte di Squash la mia stafforina che sino all’ ultimo e’ sempre stata al mio fianco come solo loro sanno fare, mi sentivo un po’ in colpa come se sostituissi lei, ma in fondo non era cosi’, andavo a salvare un amico/a insostituibile che da troppo tempo ed ingiustamente viveva in una gabbia, aspettando il suo giorno fortunato, che purtroppo non sempre arriva….. Non tutti i canili sono lager, ci sono persone che sacrificano molto della loro giornata, della loro vita per salvare coloro che non hanno piu’ una casa o non l’ hanno mai avuta; si perche’ alcuni o molti di loro non sono mai stati adottati e non hanno mai avuto una famiglia, spesso abbandonati perche’ divenuti anziani, malati e quant’ altro, lasciati al loro destino. Ppeccato che esistano persone a cui non importa se un animale viene abbandonato, se giace in mezzo ad una strada ferito o senza vita, se in un angolo del mondo viene maltrattato, costretto a combattere per denaro senza via di scampo, se vive tutto il giorno legato ad una catena o tenuto in piccoli spazi senza mai uscire, senza mai assaporare la bellezza della vita, peccato che ad alcune persone non faccia tenerezza uno sguardo dietro a delle sbarre…..a volte dopo aver vissuto in una famiglia, coccolato, straviziato, con l’ arrivo di un figlio viene lasciato in un angolo solo con se stesso o in canile con mille scuse, come fosse un giocattolo usato che non serve piu’, come se non avesse mai fatto parte della loro vita, recapitato come un pacco senza ritorno!!!!
Il 06 marzo era una bella giornata di sole ma molto fredda, Arianna ci fece entrare, si sentivano un’ infinita’ di abbai, ognuno di loro aveva la speranza di essere il prescelto, quella speranza che vidi attraverso il loro sguardo talmente profondo, talmente vivo……ricordo Blanka scodinzolante con le orecchie all’ indietro dopo di che Arianna apri’ la gabbia per farla uscire: la topina e’ un incrocio pitbull di 7 anni, completamente bianca ed una macchia nera a lato dell’ occhio destro, una coccolona, bacio’ tutti ma non immaginava che propio questo giorno avrebbe cambiato totalmente la sua vita!!!!
Ora Blanka vive con noi da quasi un anno, adora mio padre, ha la liberta’ di fare cio’ che vuole come e’ giusto che sia, e’ dolcissima, tenace, furbetta, e’ cambiata molto da quando finalmente ha la sua famiglia, e’ molto golosa, piu sicura, non abbaia mai, anzi pochissimo, e’ molto socievole con i cani e le persone, facciamo 3 passeggiate al giorno, andiamo al bar, e’ curiosa quando ci troviamo in un nuovo ambiente, in passeggiata e’ spesso libera, si gira per controllare dove sono, ogni tanto mi nascondo ed arriva subito a cercarmi, nonostante sia stata adottata da adulta e’ davvero meravigliosa….educata, poche volte salta addosso alle persone, quando siamo a tavola si avvicina lentamente solo quando abbiamo quasi terminato di mangiare, altrimenti rimane nel suo fagiolo. E’ fortissima quando alcune volte, dopo averla stracoccolata le faccio capire che devo fare anche altro; magari non lo accetta subito, cosi’ tira fuori la coperta dal suo fagiolo in soggiorno, la porta in mezzo alla stanza, mi osserva per vedere se le dò attenzione e poi si siede sopra dandomi le spalle; non ho potuto fare a meno di scattarle una foto…. Ci sarebbero tantissime cose ancora da raccontare ma finirei per scrivere un libro. Ora Blanka ha la possibilita’ di sfrecciare nei prati, conoscere il mondo in tutti i suoi colori, dormire al calduccio, ricevere tutte le coccole possibili, giocare con i suoi amici in liberta’…..vedere un tramonto ed annusare l’ aria!!!!
Spero che Blanka possa invecchiare, cio’ vorrebbe dire passare molto tempo insieme, lei ha riempito un grande vuoto nel mio cuore, come nessun altro avrebbe potuto fare, non importa che sia cresciuta in canile o che sia adulta non c’e’ differenza …..cio’ che importa e’ che il suo cuore e’ sincero, nobile, dignitoso…. al di la’ di quello che scrivono, dicono e pubblicano su questa razza, questi cani sono meravigliosi e molto sensibili…
Grazie Blanka, per tutto l’ amore che mi dai, per i giorni che passiamo insieme “perche’ sono speciali”, molte volte mi sono chiesta chi e perche’ ti abbandono’…..senza pensare alle conseguenze, ma ora ci sono io al tuo fianco per tutto il tempo che ci sara’ concesso…..
Adottate coloro che soffrono, e’ davvero un’ esperienza indimenticabile!!!
Daniela”
La mia adorata cockerina Titti non c’è più da 3 settimane.
Aveva quasi 18 anni passati sempre insieme dato che l’ho presa che era una bellissima cucciolotta di 3 mesi.
E’ stata la dolce, affettuosa, paziente, gioiosa compagna di una vita, con lei ho condiviso tutto gioie e dolori.
Nei momenti difficili se lei non ci fosse stata non so come avrei fatto.
Abbiamo vissuto da sole io e lei per tutti questi anni (dopo un divorzio sono stata molti anni single, anche se ora ho un compagno) e non c’è cosa che io non abbia fatto con lei.
Aveva una gran voglia di vivere si è salvata da una gastroenterite quando aveva cinque mesi e pensavo di perderla,ha superato a 12 anni un difficile intervento all’utero, negli ultimi anni è diventata sorda, cieca, incontinente (girava con il pannolino , potevo metterglielo avendo lei la coda piccola), aveva una grossa ciste sotto una mammella non operabile data l’età e da qualche mese aveva una forma di demenza senile che la disorientava tantissimo ( non potendo più stare da sola durante il giorno viveva con i miei genitori che l’hanno amorevolmente accudita) e lei malgrado tutti i suoi acciacchi non ha mia perso il suo temperamento combattivo e tenace, la sua grande voglia di vivere e stare con noi …
Purtroppo negli ultimi mesi per una malattia di mia madre non poteva più essere seguita nel modo in cui tutti i suoi problemi richiedevano e la veterinaria viste le sue condizioni oramai sempre più in via di peggioramento, mi ha consigliato l’eutanasia perché era ormai molto sofferente .
Ho dovuto prendere con grande dolore questa decisione, l’ho accompagnata negli ultimi attimi della sua vita stringendola a me ,è passata dal sonno alla morte dolcemente senza accorgersene.
Ho cercato di essere forte per non trasmetterle paura e ansia, … sono riuscita a tenerla vicina e seppellirla nel giardinetto della casa del mio compagno, ho cercato di convincermi che è stato giusto così per evitarle altre sofferenze … e dopo è scoppiato il mio profondo dolore, i pianti disperati non sono cessati neanche un solo giorno da allora, un gran vuoto ha preso il suo posto, la vita è dura senza di lei , mi sento sola e sono invasa dai sensi di colpa per non aver fatto abbastanza per lei ,per curarla ,per tenerla ancora in vita, sono caduta in uno stato di profonda tristezza e sconforto ,che non riesco a condividere con nessuno perché non possono credere che soffra così per la perdita del mio cane.
Ma lei per me è stata come una persona, forse “il figlio” che non avuto, ha riempito per anni le mie giornate e le mie serate, i miei week end ,la mia vita. L’ho profondamente amata come lei ha devotamente e incondizionatamente amato me.
Avrei da scrivere fiumi di parole su di lei, ho cercato parole di conforto per il mio dolore, condivisione di esperienze perché mi sembra di essere l’unica a soffrire in questo modo.. ho trovato questo sito che mi fa sentire un po’ meno sola e marziana, perché chi mi sta attorno non capisce ed a me sembra di non riuscire a venire fuori da questa profonda disperazione…
Antonella
Si aprono domenica 13 febbraio le iscrizioni alla tornata primaverile di Varese Corsi nella quale Code al Vento è presente con il corso teorico-pratico “ascolta il tuo cane”. 6 incontri per conoscere, capire e gestire i comportamenti del cane, divertendosi insieme. I
Per alcuni non c’è differenza, altri parlano di addestramento. Il termine educazione nel mondo cinofilo è ancora in fase di elaborazione. Ma quali sono le differenze tra loro?
- L’educazione è quella parte che si occupa di insegnare al cane a convivere e accettare con tranquillità regole che non gli appartengono. Qui va fatto un inciso: prima di procedere a dettare queste regole di vita il proprietario deve preoccuparsi di accreditarsi agli occhi del suo cane, imparare a destare il suo interesse, essere il suo riferimento. La famiglia umana è per il cane il branco di appartenenza e i suoi componenti devono essere per lui un esempio. Questo è il primo passo verso l’educazione. Anche per noi è valido lo stesso principio: se non si ha stima e considerazione di chi ci insegna non ascoltiamo ciò che ha da dirci. Il cane è costretto a imparare le noste regole perchè vive con noi: non deve saltare addosso, non deve scavare, non deve mordere, non deve scappare, non deve appropriarsi del cibo lasciato incustodito… potrei andare avanti all’infinito.
- L’addestramento è invece un programma attraverso il quale il cane impara degli specifici esercizi performativi come il “seduto”, “terra”, “resta”, “porta”….
Nonostante la zooantropologia stia, fortunatamente, prendendo sempre più piede, esistono ancora addestratori vecchio stampo (spesso neanche tanto vecchio) che vendono per educazione l’addestramento rimaneggiato. A volte affrontano dei veri problemi comportamentali, che per altro non sanno riconoscere, con il classico “piede”, “avanti”, “indietro”, “strappo con il guinzaglio” e via dicendo.
Per educare il nostro cane bisogna, in un primo momento, dimenticarci delle performance. Per essere più chiara traccio un parallelo comportamentale con noi esseri umani: quando educhiamo un bimbo facciamo in modo di insegnargli prima delle regole sociali che gli consentano di vivere bene nel contesto civile, iniziando dalle più elementari: “pulisciti la bocca”, “non si parla con la bocca piena”, “ringrazia”, “saluta”… Non gli insegnamo subito a sciare, suonare il piano, dipingere, ballare, giocare a tennis, nuotare. Se così fosse avremmo dei meravigliosi agonisti che però male si relazionerebbero con il loro prossimo, maleducati, cafoni, ignoranti.
Se pensiamo che educare il cane significhi solo fargli eseguire i comandi, rischiamo di avere dei soggetti bravissimi in prove di abilità ma frustrati e non equilibrati. Lavorando solo sull’obbedienza li assoggettiamo a noi ma trascuriamo i loro bisogni etologici.
Avete mai provato ad assistere a delle gare? Sono molti i cani che ansimano, hanno lo sguardo vitreo e sbarrato, sono litigiosi con i loro simili. Bravi atleti ma squilibrati nella vita di tutti i giorni.
In sintesi:
- prima si costruisce un buon rapporto, poi si impartisce l’educazione e infine si inserisce l’addestramento. Per il resto della nostra vita insieme ci divertiremo a miscelare ed equilibrare questi tre fattori. Più difficile a dirsi che a farsi, anche perchè i nostri cani non aspettano altro che collaborare con noi e sanno essere dei compagni pazienti e magici.
Volendo intraprendere questa strada è importante scegliere e affidarsi a un professionista che tenga in considerazione tutto questo e che lavori utilizzando il metodo cognitivo-zooantropologico, mirato a valorizzare la relazione tra uomo e animale – in questo caso la relazione tra voi e il vostro cane.
Corriere della sera 2.2.2011
George Graham Vest era un avvocato. Non un avvocato qualunque ma uno di quelli che crede realmente nella giustizia. Per darvi un’idea di chi era Vest si può parlare due episodi che lo hanno fatto “notare”. Nel Missouri del diciannovesimo secolo, dove gli afroamericani non erano certo visti di buon occhio, difese, e fece assolvere, un uomo di colore accusato di omicidio. Cosa c’entra tutto questo con i cani? Qui si arriva al secondo episodio. Vest prese in carico il caso di un uomo che denunciava l’uccisione del suo cane Drum da parte del vicino.
Vest era talmente convinto di quello che faceva che, prima di entrare in tribunale dichiarò che avrebbe vinto la causa o si sarebbe scusato con ogni cane del Missouri. La pena massima in quel periodo, parliamo di due secoli fa, era di 150 dollari. Vest riuscì a far condannare l’assassino di Drum ad un’ammenda di cinquecento dollari obbligandolo a risarcire anche i danni morali. L’arringa finale di Vest è entrata nella storia ed è il manifesto di moltissime associazioni animaliste negli Stati Uniti e nel mondo. Si chiama Elogio al Cane ed è una semplice spiegazione di quanto un cane sia importante per qualsiasi essere umano. Trovate il testo completo qui di seguito:
« Signori della giuria, il migliore amico che un uomo abbia a questo mondo può rivoltarsi contro di lui e diventargli nemico. Il figlio e la figlia che ha allevato con cura amorevole possono rivelarsi ingrati. Coloro che ci sono più vicini e più cari, ai quali affidiamo la nostra felicità e il nostro buon nome, possono tradire la loro fede. Il denaro si può perdere, e ci sfugge di mano proprio quando ne abbiamo più bisogno. La reputazione di un uomo può essere sacrificata in un momento di sconsideratezza. Le persone che sono inclini a gettarsi in ginocchio per ossequiarci quando il successo ci arride possono essere le prime a lanciare il sasso della malizia, quando il fallimento aleggia sulla nostra testa come una nube temporalesca.
Il solo amico del tutto privo di egoismo che un uomo possa avere in questo mondo egoista, l’unico che non lo abbandona mai, l’unico che non si rivela mai ingrato o sleale è il suo cane.
Signori della giuria, il cane resta accanto al padrone nella prosperità e nella povertà, nella salute e nella malattia. Pur di stare al suo fianco, dorme sul terreno gelido, quando soffiano i venti invernali e cade la neve. Bacia la mano che non ha cibo da offrirgli, lecca le ferite e le piaghe causate dallo scontro con la rudezza del mondo. Veglia sul sonno di un povero come se fosse un principe. Quando tutti gli altri amici si allontanano, lui resta. Quando le ricchezze prendono il volo e la reputazione s’infrange, è altrettanto costante nel suo amore come il sole nel suo percorso nel cielo.
Se la sorte spinge il padrone a vagare nel mondo come un reietto, senza amici e senza una casa, il cane fedele non chiede altro privilegio che poterlo accompagnare per proteggerlo dal pericolo e lottare contro i suoi nemici, e quando arriva la scena finale e la morte stringe nel suo abbraccio il padrone e il suo corpo viene deposto nella terra fredda, non importa se tutti gli altri amici lo accompagneranno; lì, presso la tomba, ci sarà il nobile cane, con la testa fra le zampe e gli occhi mesti, ma aperti in segno di vigilanza, fedele e sincero anche nella morte. »
Da petsblog.it
A volte i cani scappano da casa.
I motivi che li inducono alla fuga posso essere molteplici: i casi che ho trattato vedono al primo posto la mancanza di rapporto con la famiglia: il cane non ha riferimenti e preferisce andare altrove oppure non ha ben chiara la sua posizione sociale.
Con altri cani ho trattato il problema della noia e dell’attaccamento verso il proprietario: nel primo caso (la noia) il cane non aveva distrazioni sufficienti in giardino e nel secondo voleva seguire il padrone quando usciva da casa.
Altri motivi di fuga possono essere la presenza nelle vicinanze (anche chilometri) di femmine in calore, spaventi improvvisi (ad esempio spari o botti), modifiche dell’ambiente (ad esempio l’apertura di un cantiere edile vicino alla propria abitazione), iperattività (il cane ha sempre bisogno di fare qualche cosa), non riconoscere i limiti del territorio (caso di cui mi sto occupando in questi giorni).
La fuga può essere giustificata da più motivazioni quindi non si devono trarre conclusioni affrettate. Le soluzioni da adottare si differenziano in base alla singola situazione e potranno esservi suggerite da professionisti che le valutano e che le approfondiscono con voi. Diffidate da chi vi propone una soluzione sbrigativa e soprattutto coercitiva.
Il mio primo consiglio è di non sgridare mai il cane quando torna. Ricongiungersi a voi, tornare a casa, dovrà sempre essere un momento meraviglioso.
Se lo punite potrebbe anche decidere di non rientrare (mica scemo); lo perderete e perderete anche l’occasione per approfondire la sua conoscenza e consolidare un legame unico nel suo genere.
Fare pipì per i cani non è esclusivamente un bisogno fisiologico. La loro urina è un concentrato di dati e informazioni perciò quando vogliono lasciare traccia del loro passaggio, durante la passeggiata la fanno più volte: è come se lasciassero il loro biglietto da visita per presentarsi ai loro simili e comunicare la loro esistenza. Scelgono punti strategici che spesso coincidono con la marcatura di altri cani.
Per rendere più rintracciabile il loro passaggio molti maschi alzano la zampa per urinare più in alto, a livello tartufo
Per gli addetti ai lavori (noi educatori e istruttori cinofili) la frequenza e il numero dei loro schizzetti la dicono lunga anche sul loro carattere e le loro condizioni emotive.
Quando invece vogliono esprimere territorialità fanno pipì verso i margini più esterni del giardino in modo che chi passa sappia che quel posto è già occupato.
E quando la fanno sulla gambe o sulle scarpe? Non gridiamo allo scandalo. Mica lo sanno che non si fa. E’ molto probabile che gli indumenti siano impregnati di odori di altri cani. Non sgridiamoli!!.
La mia borsa da lavoro (la Mary Poppins bag) sarebbe spesso oggetto di queste loro particolari attenzioni, se non fossi attenta nel prevenirle.
Fare pipì è anche indicatore del loro stato emozionale: quando sono molto contenti o si spaventano rilasciano qualche goccia o addirittura lasciano la pozzetta; questo comportamento avviene frequentemente nei cuccioli.
Nel caso di cani adulti che urinano molto (nel senso che ne fanno tanta) è bene consultare il veterinario per escludere eventuali patologie. Se tutto è a posto il problema potrebbe essere riconducibile ad uno stato di stress. Quando si trovano in questa condizione l’adrenalina liberata determina l’incremento del’attività dei reni che producono più pipì, con conseguente incremento della sua eliminazione.