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Il cane cerca di salvare il pesce.


Immagine anteprima YouTube Ecco un altro video che spopola sul web: il cane che tenta di salvare la vita ai pesci. Almeno questo è ciò che recepiamo. Di fatto l’obbiettivo del cane è ben altro e si ricollega al comportamento atavico, tipico del lupo alla ricerca continua di cibo. Quando la preda è abbondante la sotterra per metterla al sicuro da altri predatori, nel caso di periodi di magra.
Il cane del filmato, non ha a disposizione terra o sabbia ma non può comunque sottrarsi dal manifestare un comportamento insito nel suo DNA (etogramma) , tipico della sua specie. Con il muso, quindi, simula la copertura della preda. A noi, invece, può sembrare che stia cercando di bagnare il besce per aiutarlo a sopravvivere.
I cani, nostri compagni, non hanno la necessità impellente di mangiare perché sono sempre sostanzialmente sazi, quindi preferiscono nascondere il cibo per consumarlo successivamente.
Hanno questo atteggiamento anche con giochi, ossa, pupazzetti. Li celano tra le copertine, tra i cuscini del divano, a volte nei vasi delle piante di casa e, naturalmente chi ha un giardino, li sotterra.
E’ un comportamento innato che è bene NON disincentivare. L’animale rivela la sua essenza, da ammirare e rispettare. Si possono creare delle alternative creando apposite montagnette di sabbia o terra nei giardini e, in casa, creare montagnette di copertine.
Code al Vento® a tutti

 

Video divertenti: cani sul trampolino. (Schema motorio)


Animali che saltano sul trampolino Video divertenti di animali. Il web ne è pieno! Tante manifestazioni buffe, tenere, che ci suscitano emozioni. Ma le emozioni degli animali, ripresi nei loro svariati comportamenti, sono uguali alle nostre?
Un video con un grande numero di visualizzazioni è quello che vi propongo in questo spazio.
Animali che saltano sul trampolino.
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Chi non si divertirebbe a vederlo! Sono troppo simpatici, birbanti, scatenati, pieni di vita! Ho scelto questo filmato perché potrete notare la diversità di comportamento tra un animale e l’altro e capire come le diverse specie, compreso l’uomo – che sempre animale è – si differenziano l’una dall’altra.
Naturalmente, considerata la mia professione, poniamo l’attenzione sul cane in una delle sue manifestazioni più ancestrali! Una magnificenza, da rispettare e ammirare.
Dopo la premessa, entriamo nel vivo e osserviamo una vera e propria parte di uno schema motorio riferito alla caccia. Uno schema motorio è, in pratica, un comportamento innato, genetico che non ha bisogno di essere appreso e viene automaticamente rinforzato ad ogni successo.
La caccia, ad esempio, è composta da vari schemi motori:
- ricerca e individuazione della preda (es. la punta è uno schema motorio);
- inseguimento, cattura, uccisione e consumo (tutti schemi motori);
I nostri cani, non avendo bisogno di cacciare per sfamarsi, hanno perso l’abilità nel manifestare correttamente le giuste sequenze e tutti gli schemi motori, tuttavia ne mettono in atto qualcuno (ogni soggetto in modo diverso) nel comportamento predatorio. Rincorrere ciò che rotola, corre, – bambini, motorini, palline biciclette – è uno schema motorio. Lo fanno anche se non hanno fame!
Quando un cane o un lupo catturano, spesso lo fanno con un balzo inconfondibile: scattano sulle zampe posteriori, inarcano la schiena e atterrano sulla preda con le zampe anteriori, con la mandibola pronta ad afferrare.
Ora, per tornare al video “divertente”, è inconfondibile qualche schema motorio. Tutti i cani del filmato fissano insistentemente un punto sul tappeto elastico (questo è già uno schema, ricordatelo) e poi mettono in atto il balzo (altro schema). Lo ripetono fino allo sfinimento perché, ovviamente, non c’è nulla da catturare. Osservate l’Akita (una delle razze più antiche), osservate il Pointer (cane da caccia), osservate le volpi (certamente più selvatiche). Gli altri cani manifestano gli stessi schemi seppur in modo diverso o meno evidente ma dipende dalla razza, dalla conformazione fisica. L’Alano, ad esempio, secondo me farebbe esattamente come gli altri se non fosse impedito dalla sua conformazione e le piroette che vediamo fare al Bulldog, sempre secondo me, sono una questione di baricentro: ha la testa pesantona e automaticamente cappotta.
Diversi sono i comportamenti delle caprette e degli altri animali. Comportamenti diversi da una specie a quell’altra.
E ora arrivano le riflessioni! Secondo voi è divertente per un cane che mette in atto un suo istinto innato, atavico, sfinirsi senza portare a casa un tubo? Non è divertente, è frustrante ed estremamente eccitatorio. Provate a pensarla dalla loro prospettiva (come bisognerebbe sempre fare)!
Se proprio non si può fare a meno di fare questo giochino, perlomeno bisognerebbe che il nostro amico scendesse dal tappeto con qualcosa in bocca, come un osso di pelle di bufalo e certamente dopo pochi balzi, per non caricarlo eccessivamente di eccitazione. Consideriamo anche la pericolosità di questo nostro intrattenimento. Se per caso gli finisce una zampa tra una corda e l’altra probabilmente poi andremmo dal veterinario ortopedico.
Metteremmo mai i nostri figli nelle condizioni di farsi male, provocandoli anche? Li faremmo mai salire su un tavolo per poi fargli cercare di prendere più e più volte un gelato che prima gli offriamo ma poi ritiriamo? Ospedale pediatrico assicurato! E se nulla succede lo lasceremmo poi a bocca asciutta? Sono certa che questo noi non lo facciamo con la nostra prole.
Code al Vento a tutti!

Bibliografia: Tutto sulla psicologia del cane – Joel Dehasse / Dogs – Raymond e Lorna Coppinger

 

E’ mio! Come togliere qualcosa dalla bocca del cane.


prova a prendermelo!

prova a prendermelo!

Andiamo per gradi:
1) E’ un cucciolo o un cane adulto?
2) Quanto è importante per il cane la risorsa che ha in bocca?
3) Che tipo di relazione è stata instaurata con il proprio cane?
4) Perché vogliamo toglierglielo? E’ pericoloso ciò che sta mangiando?
5) A che razza appartiene?

Ora potrei consigliare passo per passo come insegnare il “lascia” ma ci sono una serie di fattori, compreso il mio metodo educativo, che non mi fanno generalizzare.

Invece mi soffermo sui punti sopraelencati:
1) E’ molto più semplice instradare un cucciolo a farci lasciare volentieri ciò che gli interessa, piuttosto che un cane adulto con un istinto possessivo già ben sviluppato
2) Quanto è importante la risorsa per il cane? Tutto non ha lo stesso valore! Cibo, osso, gioco, oggetto trovato in passeggiata… Non solo non hanno lo stesso valore ma l’importanza che il cane gli attribuisce cambia in base al contesto (dove si trova), allo stato emozionale, al suo personale limite della distanza individuale (prossemica) e, quindi, da chi viene avvicinato. Per farvi un esempio, noi uomini potremmo fare un casino inenarrabile se ci fregassero l’ultima sigaretta che abbiamo nel pacchetto, mentre ne faremmo molto meno se ci fregassero un pacchetto intero ma ne avessimo un altro di scorta. La nostra reazione dipenderebbe anche da CHI ci frega e dove. Un amico? Un parente? Un conoscente o uno sconosciuto? A casa, in un bar, mentre camminiamo, in auto? Provate a pensare come cambierebbe la vostra reazione per difendere la stessa risorsa e poi immaginate il tutto adeguandolo al vostro quattro zampe.
3) Che tipo di relazione è stata instaurata con il proprio cane? Saremo avvantaggiati se riusciremo a fargli capire che la nostra vicinanza non è un pericolo e non vogliamo rubargli nulla. Questa è una convinzione che dobbiamo creargli utilizzando momenti anche brevi ma proponendo esercizi precisi per rinforzare il legame. Ci sarà utile per lavorare anche sulla prevenzione, in assoluto la tattica migliore per ottenere un rapporto sano ed equilibrato ed evitare spiacevoli sorprese.
4) Perché vogliamo togliergli qualcosa? Lo facciamo per educarlo, quindi sempre piacevolmente, seguendo tutti gli “step” del caso, o perché sentiamo il bisogno di fargli capire “chi comanda”? Qui fate molta attenzione perché il risultato sarà diverso, come dal giorno alla notte, su tutti i fronti, compreso quello relazionale. Nel secondo caso rientriamo ancora nella vecchia scuola di pensiero di “cane/padrone” (padre padrone). Io comando tu obbedisci, non pensi, non hai emozioni, devi fare tutto quello che ti dico io. (Che schifo! n.d.r.) Tuttavia, se ha preso qualcosa di pericoloso, dobbiamo assolutamente intervenire e se lo avremo educato con piacevolezza, gentilezza e avremo instaurato un rapporto basato sul rispetto reciproco, potremo farlo senza problemi o comunque saremo in grado di gestire la situazione.
5) Di che razza è? Credo che ormai si sappia che le peculiarità di razza sono fondamentali nell’educazione del cane. Sarà più semplice insegnare a lasciare qualcosa a un retriver piuttosto che insegnarlo a un terrier. Se avete un “fantasia” è probabile che predomineranno i tratti caratteriali della razza che si intuisce.

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Trattando l’argomento in questione (per chi si è perso “come togliere un oggetto dalla bocca di un cane”) non posso non parlare del ringhio. Fa parte della comunicativa del cane e ben venga! E’ un avviso! Il cane ci dà modo di rivedere il nostro comportamento. Far finta di nulla, sottovalutarlo, credere che “tanto il mio cane non mi morde”, sono atteggiamenti e convinzioni molto frequenti ma, purtroppo errati. Se il nostro cane ringhia utilizza un comportamento corretto; non ci sta sfidando ma non sta nemmeno giocando. Inibirgli questa comunicativa è pericoloso; potrebbe imparare che è meglio passare direttamente al morso. Il cane, come noi, è un individuo sempre in divenire e si modifica, acquisisce competenze, in base alle esperienze che vive.

Aapppproposito di competenze…. Quali sono le nostre in merito all’interpretazione del linguaggio del corpo del nostro cane? Segnali, vocalizzi, posture. Siamo in grado di contestualizzarli? Capiamo se è rilassato o nervoso, preoccupato, teso, attento o guardingo (differenza sostanziale)?  Ci accorgiamo dei nostri segnali, vocalizzi, posture? Siamo in grado di contestualizzarli? Stiamo parlando di COMUNICAZIONE. Il nostro cane capisce già se giochiamo, siamo nervosi, tesi, a disagio o rilassati. Lui lo sa già! Per noi, invece, NON è così naturale comprendere cosa effettivamente vuole dirci. Gli attribuiamo comportamenti umani e, incappando in questo trabocchetto, pigliamo “pesci per granchi”: non riusciremo mai a capirci davvero.

Ora se pensate che dopo tutte ‘ste chiacchiere le indicazioni per farci lasciare le cose dal nostro cane non le ho date, allora non mi sono spiegata bene e in futuro cercherò di migliorare la mia comunicativa.

Se invece pensate che siamo NOI a dover imparare come farci lasciare qualche cosa dal nostro cane, se pensate che non dobbiamo generalizzare ma, invece, approfondire la sua conoscenza ed elaborare linee guida personalizzate, chiare ed efficaci per ottenere collaborazione e comportamenti gioiosi, allora ho fatto centro! Siete pronti per mettervi “sulle orme del vostro cane e percorrere un sentiero tutto da esplorare”. Code al Vento a tutti!

 

Ma il circo è solo sotto i tendoni?


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No, purtroppo no! Il circo non è solo sotto i tendoni. Un’amica ha postato questo video sulla mia pagina di facebook, molto soddisfatta e orgogliosa di mostrarmi ‘sì tanta piacevolezza.

Sapete quell’emozione che nasce dalla parte alta dello stomaco e sale, sale, attraverso l’esofago, sale e arriva agli occhi, te li fa sgranare e torna giù ai muscoli facciali, ti fa aprire la bocca e ti fa rigurgitare “arghhhh”!!!

Ecco! Diciamo che, scientificamente, la mia amigdala ha processato l’emozione del disgusto e in una frazione di secondo la rabbia mi ha pervaso. Poi un’altra infinita serie di meccanismi hanno fatto sì che tornassi in me (lo confesso, non con poca fatica).

Veniamo al filmato, postato molto innocentemente.

Voi vedete un cane che va in bicicletta? Io vedo un cane in una situazione irrispettosa del suo bisogno e della sua caratteristica di specie che umilia la sua dignità e la sua intelligenza.

Adesso vedete ancora un cane che va in bicicletta? O avete iniziato a pensare a quanto è innaturale per un cane e per tutti i 4 zampe questa posizione e questo movimento.

Bene: andiamo oltre. Quanto, quanto tempo ci è voluto per insegnarglielo? Quanto tempo questo cane ha dovuto assumere posture inadatte alle sue caratteristiche di specie.  Per quante volte ha dovuto sforzare inappropriatamente strutture muscolari, tendinee, ossee. Per quanto tempo e quante volte al giorno gli sarà ancora chiesto di farlo per il puro divertimento di noi umani. Un divertimento inconsapevole del disagio dell’animale.

Non siete convinti? Chiudete gli occhi. Provate ad immedesimarvi nel cane. Provate ad immaginare come vi sentireste se vi costringessero più volte e più volte ad usare in modo inappropriato il vostro corpo. Di quante patologie finireste per soffrire? La facciamo tanto lunga per le ernie al disco, per i colpi di frusta e chi più ne ha più ne metta. Quante cause intentiamo contro i datori di lavoro? Per tutelarci abbiamo anche creato la 626 (legge sulla sicurezza in ambito lavorativo).

Beh i nostri cani non possono avvalersi di tutto questo. Contano su di noi per la loro tutela.

 

MANTENIAMO LA DISTANZA, PLEASE


 

Acquisiamo consapevolezza del fatto che anche noi uomini siamo animali e in quanto tali condividiamo e attiviamo gli stessi comportamenti delle altre specie, sia predati che predatori. Il motore comune è l’istinto alla sopravvivenza. Lo attiviamo con tutto quello di cui siamo capaci nel momento in cui ci si sente minacciati. Una delle principali cause di aggressione da parte di nostri cani è la violazione della loro distanza di sicurezza che anche noi uomini abbiamo. In termini scientifici, se può interessare, dicasi “ Prossemica, ovvero il rapporto individuale con lo spazio”
Per l’uomo si possono distinguere 4 distanze prossemiche ognuna delle quali ha una fase di vicinanza e una di lontananza: ovvero da un minimo a un massimo che non sto a specificare in questa sede.
- Distanza intima: sconfina nel contatto fisico, si avverte l’odore e il calore dell’altro, si usa un tono di voce basso. Un esempio di questa distanza è quella usata tra partner.
- Distanza personale: si può toccare l’interlocutore ma senza avvertirne odore e calore, lo si guarda un po’ meglio negli occhi. Utilizzata  solitamente tra amici
- Distanza sociale: adottata nei rapporti formali tra, colleghi, negozianti ecc, ecc,
- Distanza pubblica: questa viene adottata tra il nostro gruppo (anche di due persone) e un altro (ad esempio su un prato, in spiaggia, ecc, ecc,)
Il tipo di atteggiamento da parte di chi ci avvicina, calmo e tranquillo oppure frenetico, chiassoso e violento, produrrà in noi reazioni e modifiche nell’accettare o meno la diminuzione di tali distanze.
Questi dati sono stati acquisiti scientificamente attraverso lo studio delle parti del corpo delle varie specie. In questo caso gioca il ruolo chiave l’Amigdala, una delle strutture più primitive del cervello che processa le emozioni e attiva il linguaggio del corpo.
TUTTO QUESTO SI TRASFERISCE ANCHE AGLI ALTRI ANIMALI, NELLO SPECIFICO – DATO IL MIO LAVORO – AI CANI.
I tipi di distanza sono simili alle nostre.
- Distanza pericorporale
- Distanza critica
- Distanza di sicurezza
- Distanza di gruppo e, allargando un po’ l’argomento ma non trattandolo il questo contesto,
- Spazio territoriale
Ogni singolo soggetto ha una sua personalissima distanza individuale e quindi sta a noi imparare a conoscere dove cominciano e dove finiscono i confini del nostro cane. In questo modo saremo in grado di rispettarli o di utilizzare un approccio non repentino, minaccioso ed invasivo, causa di reazioni come fuga, aggressione o congelamento.
Queste ultime reazioni, oltre a essere legate al nostro atteggiamento tengono conto anche del luogo in cui avviene l’avvicinamento. In base alla situazione, il cervello (non entro nel merito di quale parte) elabora il comportamento più idoneo per sopravvivere. Le esperienze vissute precedentemente dal cane, la genetica e il suo carattere faranno sì che decida di attaccare, scappare, congelarsi (freeze) o attivare comportamenti sostitutivi (flirt). Se non hanno vie di fuga quasi sempre attaccano, esattamente come faremmo noi se fossimo minacciati e fossimo con le spalle al muro.
ERGO…. Torniamo sempre al discorso di base: sapere come ragionano, pensano, riconoscere le emozioni, riconoscere i loro istinti vi aiuterà a gestire i loro comportamenti e prevenire situazioni spiacevoli. Concludo col motto greco “conosci te stesso” e io aggiungo “per conoscere il tuo cane

Distanza individuale (1) Distanza individuale (3)

 

Cani…insegnanti di vita.


Mi è stato trasmesso. Impossibile non condividerlo con il mondo. Grazie a Fede che mi ha pensata quando lo ha letto e grazie al Dr. Alloggio per averlo pensato e scritto.

Insegnante di vita

 

“Ritengo che anche dalla forte emozione di vita,dall’amore immenso e incondizionato, nonché da quella saggezza istintiva dei cani, possiamo imparare tantissimo per vivere al meglio la nostra vita.

Mi piace dunque pensare a queste lezioni di vita che potrebbero essere a noi consigliate dai nostri amici a 4 zampe.

Se un cane è stato il tuo maestro,  queste sono alcune delle lezioni che non scorderai mai:

Quando i tuoi cari tornano a casa, corri sempre per salutarli

Non perdete l’occasione di andare a fare una gita di piacere

Assapora l’aria fresca e il vento in faccia, saranno pura estasi

Quando è nel tuo interesse, pratica l’obbedienza

Fai sapere quando hanno invaso il tuo territorio

Sonnellini a tratto prima di risalire

Correre correre e giocare tutti i giorni

Evita di mordere, quando un semplice ringhio può essere sufficiente

Nei giorni caldi goditi il piacere della schiena sull’erba

Nei giorni caldi bevi molta acqua e rilassati sotto un albero ombroso

Quando sei felice danza con tutto il corpo

Non importa quante volte puoi essere rimproverato, non sentirti mai in colpa e non mantenere il broncio.

Diletto e gioia in una lunga passeggiata

Mangia con gusto ed entusiasmo

Fermarsi quando ne hai avuto abbastanza

Si sempre leale, non fingere di essere qualcosa che non sei

Se quello che vuoi è sepolto devi scavare fino a trovarlo

Quando qualcuno sta avendo una brutta giornata,  resta in silenzio….. … Siediti vicino  … E “annusa” delicatamente le sue emozioni.”

 

Ozio e attività sfrenato: la virtù sta nel mezzo (n° 2)


Vediamo cosa si deve tenere in considerazione per proporre al nostro cane qualche attività che gli consenta di occupare il tempo, soddisfandolo e gratificandolo. Potrei consigliarvi delle attività specifiche, gioco, fiuto, tuttavia non è così semplice perché bisogna tenere in considerazione i fattori variabili come età, razza, “personalità”, ambiente abitativo, famiglia ecc. ecc. Il Dottor Joel Dehasse fornisce una formula molto semplice, che cercherò di semplificare ulteriormente, che ci permette di reinventarci creando delle occupazioni pensate esclusivamente per il nostro lui. Partiamo dal dato certo che un cane dovrebbe fare 5 ore di attività AL GIORNO con le variabili del caso ovviamente. Può masticare un osso 5 ore? Può passeggiare per 5 ore? Certamente no. Equivarrebbe a guardare la tele per 8 ore, palestrarci per 8 ore, leggere per 8 ore. Una sola attività per 8 ore. Non è possibile, non stiamo equilibrando i nostri bisogni. Lo stesso vale per il cane. Quindi…. Mangiare, masticare, muoversi, giocare, pensare, e … abbaiare o meglio, più ampio, vocalizzare. Tralasciamone altre che i cani di famiglia non possono mettere in atto (delle quale tuttavia avrebbero bisogno). Analizziamo l’attività alimentare: il cane è un predatore. Caccia; fiuta, si attiva mentalmente per arrivare a catturare una preda che si è nascosta in posti difficili da raggiungere, fa parecchio movimento, quando la cattura la mastica e rimastica, ci impiega a volte giorni per arrivare a segno. Il nostro lupacchiotto casalingo cosa fa per mangiare? NIENTE!!! La ciotola arriva già piena, la sbaffa in un nano secondo senza masticare (se sta bene è vorace). Che tristezza… Su un po’ di vita…. Attiviamoci… Nascondiamogli la ciotola, facciamogliela trovare oppure, meglio ancora, crocchette sparse tipo miglio in giardino…. Se non possiamo nascondiamo per casa mucchietti di crocchette (o della sua pappa), sempre in posti diversi. Oppure mettiamole in un gioco dispenser come il Pipolino – attrezzo infernale inventato sempre dal machiavellico Dottor Joel Dehasse. L’attività alimentare coprirà almeno 1 ora (con il pipolino) delle 5 del suo fabbisogno e includerà anche moto, masticazione, gioco, attivazione mentale: tutto in uno. Ora bisogna coprire il fabbisogno giornaliero delle altre 4 ore. Per questo si deve conoscere bene il nostro cane e sapere per cosa è più portato e cosa invece non gli piace fare. Non date per scontato che se avete un cane con caratteristiche di razza ben specifiche dovete assolutamente attenervi al suo “libretto delle istruzioni”… Ci sono delle eccezioni. Ho educato un Border (anzi ho educato il suo proprietario) al quale il lavoro non gli passava “manco p’a’ capa”. Si voleva fare delle belle passeggiate rilassanti, fiutare, conoscere altri cani, giocare… non bisognava sottoporgli attrezzi di alcun genere, niente agility, obidience ecc, ecc, Il suo due zampe stava vendendo l’anima al Diavolo pur di vederlo sereno quindi si è allestito un “campo” in casa ma la cosa non funzionava. Lo portava anche a fare sheep dog. Gli continuava a chiedere cose che, per una serie di fattori – nonostante fosse un Border – non era in grado di fare. Per concludere vi consiglio il libro scritto dal Dottor Dehasse “il mio cane è felice?”. Credo possa esservi d’aiuto per trovare il giusto equilibrio. Naturalmente avvaletevi dell’aiuto di un educatore per mettere in atto le strategie giuste. Un’ultima cosa…. Molti problemi legati al comportamento del cane sono causati dalla sua inattività ma capita anche che ci siano in atto patologie oppure altri fattori per i quali occupare il cane non sia sufficiente . Se avete questo dubbio rivolgetevi ai professionisti del settore che avranno le competenze per “stanarli”. Buon divertimento!

 

Ozio e attività sfrenata: la virtù sta nel mezzo.


Divertente la scarpaLa giornata di un cane è fatta di 24 ore, esattamene come la nostra. Noi come la impieghiamo? Proviamo a fare una statistica: dedichiamo 8 ore al sonno. Ci alziamo, colazioniamo, andiamo al lavoro al quale dedichiamo altre 8 ore. Torniamo a casa, un po’ di relax, cena, televisione e nanna un’altra volta.

Questo per semplificare molto. Aggiungiamo i figli da accompagnare e andare a prendere a scuola, le 8 ore di lavoro che ci impegnano fisicamente e mentalmente, la pausa pranzo, le relazioni professionali, lo sport dopo il lavoro, la spesa, dedicarsi ai figli o ai genitori se sono anziani, le relazioni sociali della famiglia e i compiti da assolvere per essa, cena, dopocena (tv, letture, pc),  … siamo impegnatissimi sia mentalmente che fisicamente e, a fine giornata stanchissimi. A volte gratificati, altre meno, a seconda se ciò che abbiamo fatto corrisponde ai nostri reali bisogni e alle nostre aspettative.

E i nostri cani? Facciamo anche qui una statistica analizzando la giornata di un cane che vive in appartamento: di notte dorme. Al mattino sveglia, passeggiatina fisiologica (15 minuti), a casa 4 ore da solo, rientro pausa pranzo (ma non c’è tempo da dedicargli), altre 4 ore da solo. Rientro della famiglia, passeggiatina  (30 minuti). A casa, qualche coccola poi osservazione delle attività della famiglia e attesa della pappa. Nuovamente nanna perché la famiglia è occupata in attività diverse.

Questo per semplificare: ci sono variabili come i contesti abitativi (giardino) e abitudini della famiglia ma sostanzialmente il cane passa maggior parte della giornata da solo, annoiandosi e in base a quanto ha a sua disposizione, trova il modo di occupare il tempo. Chi ha un giardino lo troverà pieno di buche, oppure avrà un cane che abbaierà molto disturbando il vicinato, chi non ce l’ha si troverà il divano sbudellato. Sto citando solo alcuni esempi per semplificare e cercare di spiegare come mai spesso i nostri cani si attivano con comportamenti per noi problematici.

Voi come vi comportereste se la vostra vita fosse fatta di ozio? Senza stimoli oppure molto pochi? Non cerchereste attività alternative? Di fatto già lo facciamo:  seppur stanchi dopo una giornata lavorativa, se ci avanza del tempo non oziamo. Palestra piscina, lettura, PC, attività sociali ecc. ecc., dipende dalla professione: se occupati fisicamente ci dedicheremo ad attività che impegnano la mente, se impegnati mentalmente ci sfogheremo con attività fisiche: comunque cerchiamo inconsapevolmente di equilibrare i nostri bisogni, COSA CHE IL CANE NON PUO’ FARE.

Al contrario esistono situazioni dove il cane è estremamente sollecitato: per fare un esempio la famiglia numerosa con mamma a casa, bimbi piccoli. Lui vuole interagire quindi prende i giochi, rincorre i piccoli, è eccitato dagli strilli, dai movimenti veloci, la mamma si innervosisce, lo sgrida e, se le è possibile, lo isola in giardino andando involontariamente ad alimentare il suo disagio.

In linea di massima non esistono mezze misure: o troppo, o troppo poco.

Che fare? Portarlo al campo di addestramento 1 volta a settimana? Mmmm… Una overdose di attività in 1 ora e dopo? Si recupera… e dopo? Gli altri 6 giorni?

OK. Mi fermo qui… pausa di riflessione. La prossima volta vediamo le soluzioni. Nel frattempo non punite il vostro cane e non stupitevi o scoraggiatevi per comportamenti per voi inaccettabili. Lui sta cercando di adeguarsi, equilibrare, soddisfare bisogni tipici della sua specie per lenire dei disagi causati da uno stile di vita non proprio adeguato al suo.

 

     

 

Un cavaliere che si chiama King


Mosca atomicaQuesto è King, uno scricciolo di cane soprannominato “la mosca atomica”. Come tutti anche lui è nato con un destino: quello di trovare una famiglia meravigliosa che si è fatta carico di tutti i suoi problemi. Un giorno questa famiglia decide che è arrivato il momento di arricchire la propria vita adottando un cane. Tutti erano concordi sulla scelta del Kavalier, La mamma, informatissima sul fatto che non vanno comprati in negozio, alle fiere ecc., ecc. contatta due allevamenti. Tramite internet vedono la foto del loro King, se ne innamorano e pertanto scelgono l’allevamento che lo propone. La descrizione gli attribuiva l’età di 3 mesi. Sempre la mamma, che non lascia nulla al caso, mi chiama per una consulenza pre-adozione. Cose da comprare, dove collocare, come comportarsi durante il trasporto e poi in casa e cosa osservare nel cucciolo che sarebbe stato visto insieme alla cucciolata completa. Dopo i consigli pratici, arriva la perla di saggezza: “a meno che non ci siano manifestazioni ecclatanti di disturbi particolari…andate dove vi porta il cuore”. Ci lasciamo con un appuntamento fissato dopo qualche giorno per iniziare il vero e proprio percorso educativo. Ma il giorno seguente vengo contattata: “il cane non si muove dalla sua cuccia: ha passato tutta la sera, la notte e tutt’oggi sempre lì: ci ha fatto anche i bisogni” Mollo quello che stavo facendo e vado a vedere se questo atteggiamento era imputabile ad una eccessiva timidezza in un cucciolo frastornato per il cambiamento radicale che ha dovuto affrontare. Mi ha fatto una gran tenerezza. Messa in atto qualche piccola strategia mi viene il sospetto di essere di fronte a una Sindrome da Privazione Sensoriale, fortunatamente di 1° grado. Il cucciolo che alla fine aveva di fatto 5 mesi e non 3, era sempre vissuto in allevamento senza mai venire a contatto con stimoli ed esperienza diversificate, compreso quella di camminare su una superficie completamente liscia e lucida infatti ci pattinava sopra invece di camminarci e quindi, spaventato, preferiva andarsi a mettere nella cuccetta.King nel sole (6) Naturalmente ero allibita dal fatto che avesse 5 mesi e sinceramente mi è venuto il dubbio che non  fosse nemmeno nato in allevamento, anche perchè il cane non era accompagnato dai documenti e il libretto delle vaccinazioni non riportava le date in cui gli erano state praticate. La mamma mi ha fatto tenerezza, era in preda a grande preoccupazione; l’ho rassicurata dicendole che comunque, anche se in tempi più lunghi il risultato lo avremmo ottenuto. Bisognava avere un pochino più di pazienza e trovare sempre i modi giusti per relazionarsi con questo “cuor di leone”. Iniziamo i primi incontri, pipì e cacche in casa non si contavano, le uscite nel giardino condominiale erano una sofferenza per lui che trasaliva ad ogni più piccolo rumore, non parliamo del percorso per farlo abituare alla pettorina e poi al guinzaglio. Mamma anche se disperata teneva duro, io ero positiva: sapevo che il mio nipotastro ce l’avrebbe fatta! Intanto avevamo inserito in casa dei giochi che gli piacessero molto e gli facessero acquisire competenze. Poi, la mamma che è un medico, si accorge di manifestazioni e sintomi che la convincono poco. Ber farla breve, per non farci mancare niente, a King viene diagnosticata la Sindrome di Chiari. E’ una patologia degenerativa molto frequente in questa razza, da attribuirsi alle manipolazioni genetiche, veri e propri maltrattamenti. A questo punto siamo di fronte ad una vera e propria tragedia. L’allevatore dice di portarglielo indietro perchè avevano diritto a un altro cane, neanche fosse stato un paio di scarpe (commercianti di sentimenti). La mamma è ancor più disperata, anche per dei sui vissuti passati e soprattutto perchè deve dare un dolore a suo figlio. In un primo momento però si indirizza verso la scelta di trovargli un  altro proprietario perchè non si sente in grado di portare avanti la situazione. Io da questa storia sono stata particolarmente provata; mi sono persa 10 anni di vita ma ne ho riguadagnati 20 quando la rotta si è invertita ed è stata maturata, non senza angosce,  la decisione di tenere Kink e accettare giorno per giorno ciò che sarebbe arrivato. Ora è in terapia farmacologia ed è diventato davvero un cuor di Leone. Va dappertutto, gioca con qualunque cosa, lo portano al ristorante, va in auto nel trasportino, è socializzato con gli altri cani, fa un “seduto” da oscar e un “terra” da nobel. Sono davvero contenta: ho trovato una famiglia che ha seguito ogni piccolo, piccolo consiglio. La pazienza e la dedizione ma anche la caparbietà dimostrate dalla mamma sono fantastiche. Se oggi King è sereno, vivace, ed è la gioia della famiglia è perchè lei non ha mollato. E io le voglio davvero bene. Adesso può camminare con le sue gambe e King con le sue zampette ma sanno che ci sarò sempre, per ogni più piccola cosa.

 

Il linguaggio dei gesti


il linguaggio dei gesti“Un soffio della nostra bocca diventa il quadro del mondo, l’impressione dei nostri pensieri e dei nostri sentimenti nell’anima degli altri. Dal moto di un soffio dipende tutto ciò che sulla terra gli uomini hanno pensato, voluto e fatto e ciò che faranno di umano; tutti noi ci aggireremmo ancora nelle foreste se questo soffio divino non ci avesse avvolti nel suo calore, e non pendesse dalle nostre labbra come un suono magico”. (Herder Johann Gottfried)

Ogni singolo uomo ha la capacità di stabilire una relazione attraverso la parola, suo primo modo di comunicare,  fondamentale sotto tutti i punti di vista.
In breve senza il linguaggio siamo privi di ogni capacità di significare e interpretare sia la realtà che ci circonda, sia la relazione con gli altri.

Va detto che i sempre più approfonditi studi sulla Programmazione Neuro Linguistica hanno consolidato l’opinione che la comunicazione verbale è da noi recepita per il solo 7% mentre giocano un ruolo molto più importante e significativo la comunicazione non verbale (gesti, posture, espressioni) e paraverbale (modulazione delle intonazioni della sua voce).

I cani sono dei veri e propri “guru” della PNL.
Privi della parola, per loro incomprensibile, si avvalgono di capacità strabilianti nell’interpretarci attraverso la nostra comunicazione  non verbale e paraverbale. A loro volta comunicano tra loro e con noi attraverso una gestualità  affascinante, intrigante e solo imparandola potremo capire ciò che vogliono dirci. Conoscerla ci permetterà di educarli creando un legame intenso ed empatico, scopriremo la loro semplicità  e potremo aiutarli a vivere meglio nella nostra società per loro molto repressiva.