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Video divertenti: cani sul trampolino. (Schema motorio)


Animali che saltano sul trampolino Video divertenti di animali. Il web ne è pieno! Tante manifestazioni buffe, tenere, che ci suscitano emozioni. Ma le emozioni degli animali, ripresi nei loro svariati comportamenti, sono uguali alle nostre?
Un video con un grande numero di visualizzazioni è quello che vi propongo in questo spazio.
Animali che saltano sul trampolino.
Immagine anteprima YouTube
Chi non si divertirebbe a vederlo! Sono troppo simpatici, birbanti, scatenati, pieni di vita! Ho scelto questo filmato perché potrete notare la diversità di comportamento tra un animale e l’altro e capire come le diverse specie, compreso l’uomo – che sempre animale è – si differenziano l’una dall’altra.
Naturalmente, considerata la mia professione, poniamo l’attenzione sul cane in una delle sue manifestazioni più ancestrali! Una magnificenza, da rispettare e ammirare.
Dopo la premessa, entriamo nel vivo e osserviamo una vera e propria parte di uno schema motorio riferito alla caccia. Uno schema motorio è, in pratica, un comportamento innato, genetico che non ha bisogno di essere appreso e viene automaticamente rinforzato ad ogni successo.
La caccia, ad esempio, è composta da vari schemi motori:
- ricerca e individuazione della preda (es. la punta è uno schema motorio);
- inseguimento, cattura, uccisione e consumo (tutti schemi motori);
I nostri cani, non avendo bisogno di cacciare per sfamarsi, hanno perso l’abilità nel manifestare correttamente le giuste sequenze e tutti gli schemi motori, tuttavia ne mettono in atto qualcuno (ogni soggetto in modo diverso) nel comportamento predatorio. Rincorrere ciò che rotola, corre, – bambini, motorini, palline biciclette – è uno schema motorio. Lo fanno anche se non hanno fame!
Quando un cane o un lupo catturano, spesso lo fanno con un balzo inconfondibile: scattano sulle zampe posteriori, inarcano la schiena e atterrano sulla preda con le zampe anteriori, con la mandibola pronta ad afferrare.
Ora, per tornare al video “divertente”, è inconfondibile qualche schema motorio. Tutti i cani del filmato fissano insistentemente un punto sul tappeto elastico (questo è già uno schema, ricordatelo) e poi mettono in atto il balzo (altro schema). Lo ripetono fino allo sfinimento perché, ovviamente, non c’è nulla da catturare. Osservate l’Akita (una delle razze più antiche), osservate il Pointer (cane da caccia), osservate le volpi (certamente più selvatiche). Gli altri cani manifestano gli stessi schemi seppur in modo diverso o meno evidente ma dipende dalla razza, dalla conformazione fisica. L’Alano, ad esempio, secondo me farebbe esattamente come gli altri se non fosse impedito dalla sua conformazione e le piroette che vediamo fare al Bulldog, sempre secondo me, sono una questione di baricentro: ha la testa pesantona e automaticamente cappotta.
Diversi sono i comportamenti delle caprette e degli altri animali. Comportamenti diversi da una specie a quell’altra.
E ora arrivano le riflessioni! Secondo voi è divertente per un cane che mette in atto un suo istinto innato, atavico, sfinirsi senza portare a casa un tubo? Non è divertente, è frustrante ed estremamente eccitatorio. Provate a pensarla dalla loro prospettiva (come bisognerebbe sempre fare)!
Se proprio non si può fare a meno di fare questo giochino, perlomeno bisognerebbe che il nostro amico scendesse dal tappeto con qualcosa in bocca, come un osso di pelle di bufalo e certamente dopo pochi balzi, per non caricarlo eccessivamente di eccitazione. Consideriamo anche la pericolosità di questo nostro intrattenimento. Se per caso gli finisce una zampa tra una corda e l’altra probabilmente poi andremmo dal veterinario ortopedico.
Metteremmo mai i nostri figli nelle condizioni di farsi male, provocandoli anche? Li faremmo mai salire su un tavolo per poi fargli cercare di prendere più e più volte un gelato che prima gli offriamo ma poi ritiriamo? Ospedale pediatrico assicurato! E se nulla succede lo lasceremmo poi a bocca asciutta? Sono certa che questo noi non lo facciamo con la nostra prole.
Code al Vento a tutti!

Bibliografia: Tutto sulla psicologia del cane – Joel Dehasse / Dogs – Raymond e Lorna Coppinger

 

I cani: attrezzi del mestiere dei caccatori.


impallinatoPer i cacciatori la vita degli animali non vale nulla, compresa quella dei loro cani che utilizzano esclusivamente  oome attrezzi del mestiere: se non funzionano bene o si rompono se ne disfano (in modo incivile e discutibile).   Quanto segue non è un caso isolato ed è un’ ulteriore prova di come sfogano le loro frustrazioni su esseri indifesi.

(Fonte Geapress) IL CANE NON OBBEDISCE E IL CACCIATORE GLI SPARA
I Carabinieri lo denunciano per uccisione e maltrattamento di animale.

E’ successo in località Tezze, nel Comune di Vazzola (TV). Durante una battuta di caccia un cacciatore di 70 anni spazientito dalla disobbedienza del proprio cane, non tornava subito al suo richiamo, ha pensato bene di punirlo…sparandogli, lì su due piedi. Nessuno avrebbe saputo dell’incredibile fine del povero segugio se alcuni pallini non fossero arrivati a pochi centimetri da un agricoltore 35enne intento nel suo lavoro nei campi.
L’uomo accortosi di quanto successo ha chiamato immediatamente i Carabinieri della Compagnia di Conegliano.
I militari subito accorsi sul luogo, rilevato quanto successo, hanno sequestrato il fucile al cacciatore, denunciandolo per maltrattamento e uccisione di animale.
Ma la storia non finisce qui. Infatti, il cacciatore inviperito per l’arrivo dei Carabinieri ha cominciato ad apostrofare pesantemente l’agricoltore reo di avere avvisato le Forze dell’Ordine. Ne è scaturito un diverbio tale che il cacciatore si è beccato anche una denuncia per ingiurie.
I Carabinieri, infine, hanno svolto la perquisizione domiciliare dove hanno rinvenuto ben 14 fucili ed una pistola. Tutte le armi regolarmente detenute sono state poste sotto sequestro.
I Carabinieri di Conegliano hanno assicurato di aver preso tutti i provvedimenti amministrativi per evitare che il soggetto reiteri i reati commessi. Ora la parola passa all’Autorità Giudiziaria.
La speranza è che gli venga tolta la possibilità di tornare a cacciare. Intanto, resta l’amaro di una vicenda dove, ancora una volta, viene dimostrato come la vita di un animale, davvero non vale nulla. Attendiamo allora che la legge umana dia giustizia al povero segugio, ucciso forse perché troppo vivace.

 

In cella chi uccide cani e gatti, multe per le mutilazioni


Fonte: ultimenotizie.tv
giovedì, 26 novembre, 2009, 12:04

Meno male...ogni tanto qualche soddisfazione!!

Meno male...ogni tanto qualche soddisfazione!!

Deputati d’amore e d’accordo, ieri, per il primo sì al provvedimento di tutela dei cani e dei gatti di casa. Alla Comunità europea che chiede all’Italia di ratificare la convenzione per la protezione degli animali da compagnia, Montecitorio ha risposto quasi all’unanimità: 466 sì, un no e sei astenuti. Ora il disegno di legge passa al Senato per la discussione e la votazione. E se verrà approvato, chi uccide un animale da compagnia rischierà da tre a diciotto mesi di carcere anche se ha commesso l’atto senza crudeltà, aggravante che era invece necessaria – con le leggi vigenti – per rischiare la galera. Con la ratifica Ue, potrà essere condannato chiunque provochi, senza necessità, la morte di un animale. E sarà anche vietato compiere mutilazioni per estetica o per qualsiasi altra ragione che non sia terapeutica (e stabilita da un regolamento del ministero della Salute), per esempio tagliare la coda o le orecchie, come avviene nel caso di alcuni cani da caccia. Rischia la galera da tre a quindici mesi ed una multa da tre a 18mila euro anche chi verrà scoperto a maltrattare gli animali da compagnia. Con una aggravante per chi fa traffico illecito di cani da combattimento. Cioè chi porta in Italia cani senza certificazioni sanitarie e chip di identificazione allo scopo di farli combattere per il giro delle scommesse clandestine. Soprattutto se sono cuccioli di età inferiore alle dodici settimane. Il ministro degli Esteri Franco Frattini, ieri, ha auspicato un’approvazione entro Natale. di Stefania Cigarini

 

Gli manca la parola….


Certo che gli manca la parola… tagliando code e orecchie li priviamo di importanti e fondamentali strumenti di comunicazione. E’ come se ci recidessero le corde vocali e le braccia.

disegno tratto dal sito www.anisn.it

disegno tratto dal sito www.anisn.it

Di seguito riporto “pari pari” l’articolo comparso sul quotidiano La Zampa.it

Evidenzio dei punti fondamentali per la comprensione del linguaggio canino.

CODE MOZZATE AI CANI, L’ITALIA SFIDA L’EUROPA

Al voto il permesso di tagliarla per motivi estetici. Rivolta degli animalisti: tortura dannosa e inutile
ANTONELLA MARIOTTI
TORINO
Per migliorare la razza sarebbero da tagliare al padrone…». È uno dei messaggi che compare nelle centinaia di forum animalisti che, ieri sera, aspettavano l’esito della discussione alla Camera sull’emendamento Stefani e Contento alla legge di ratifica sulla Convenzione di Strasburgo, che reintroduce l’amputazione della coda e delle orecchie in alcune razze di cani. «Un clamoroso autogol, dopo i passi avanti con le ordinanze della Martini sugli animali». La prima a scagliarsi contro le mutilazioni è l’Enpa, con il suo direttore scientifico e veterinario Ilaria Ferri: «È una pratica richiesta da cacciatori e commercianti. Secondo i cacciatori, i cani di alcune razze che nascono con la coda lunga possono farsi male nei boschi. Quindi vuol dire che la caccia è una pratica pericolosa anche per i cani. E allora perché praticarla? Poi ci sono le esigenze dei commercianti».

In questo caso, però, la smentita arriva dal presidente dell’ordine dei veterinari di Torino, Cesare Pierbattisti. «Ormai in tutti gli standard delle mostre canine non vengono ammessi esemplari con la coda o le orecchie tagliate. In Inghilterra, che è uno dei Paesi più garantisti, la coda può essere tagliata solo nei primi otto giorni di vita del cucciolo». È stata l’Europa, comunque, a dire no alle amputazioni – spesso molto dolorose – delle estremità dei cani, e alle direttive europee si è subito allineata la Federazione cinofila internazionale. «Non si capisce perché reintrodurre questa pratica – aggiunge Pierbattisti – perché così gli animali non potranno più partecipare alle mostre canine».

E accanto all’aspetto utilitaristico c’è quello più autentico. Per i cani – spiegano i veterinari – coda e orecchie sono come per noi le parole e i gesti. Le orecchie dritte indicano uno stato di allerta e quindi una posizione di difesa o di attacco. «È come se a un uomo tagliassero le mani. L’animale con le orecchie mozzate sarà sempre in difficoltà con i propri simili e non verrà mai accettato tranquillamente: i suoi simili ne avranno sempre paura». Lo spiega Roberto Marchesini, zooantropologo, si occupa da anni di comportamento animale e della relazione animale-uomo. Conosciuto dalle associazioni animaliste, si batte da anni per una buona «convivenza» tra cittadini proprietari di animali e non. Nella sua famiglia vive «Maya», una rottweiler che, naturalmente, conserva tutta intera la sua coda. Ma sono proprio le orecchie il nocciolo del problema. «Il loro taglio – sottolinea – stravolge la mimica del cane: avrà sempre un aspetto aggressivo e, non appena lo vedono gli altri cani, è inevitabile che comincino ad abbaiare e a innervosirsi».

La comunicazione del cane – conclude Marchesini – è sempre «una comunicazione di calma»: «E’ un animale che cerca sempre la relazione. Soffre quindi il rifiuto dei simili e, poi, c’è la questione della sofferenza fisica: il taglio delle orecchie è doloroso e per la coda c’è, come per gli esseri umani, la sensazione dell’arto fantasma. Sono sbigottito dal livello di ignoranza che c’è in tema di animali».

 

Una strage annunciata: l’inizio della stagione venatoria!


non solo la selvaggina è vittima dei cacciatori

non solo la selvaggina è vittima dei cacciatori

Si è aperta anticipatamente ieri la caccia in tredici regioni italiane:Basilicata, Toscana, Abruzzo, Lazio, Friuli Venezia Giulia, Marche, Veneto, Calabria, Puglia, Campania, Sardegna, Sicilia, Umbria. Dal 20 settembre anche nelle restanti si potrà praticare l’atavica ma, ormai, ingiustificata attività.

“Dall’uccidere gli animali all’uccidere gli uomini il passo è piccolo” L. Tolstoj

L’uccisione non è però il peggiore dei mali. Il cacciatore riesce anche a fare di peggio. Se la preda non corrisponde alle sue aspettative la lascia agonizzante. E non è finita qui. Anche il suo cane ne fa le spese. E che spese!! E’ ormai risuaputo come queste povere bestie vengano considerate attrezzi da lavoro. Se non assolvono bene il loro compito vengono maltrattati con ferocia inaudita. E’ chiaro che, oggi come oggi, non si caccia per mangiare; non manca certo la carne sulle nostre tavole, anzi! Ne abbiamo anche troppa visto che ci permettiamo di triturare vivi pulcini maschi (http://www.mercyforanimals.org/hatchery/ )perchè non servono a niente (altro fiore all’occhiello di noi uomini). Chi caccia lo fa per il gusto di uccidere. Si potrebbe aprire una lunga parentesi sul profilo socio-culturale del cacciatore ma tutto sommato non è argomento di mia competenza.

E’ invece di mia competenza l’incontro che ho fatto stamane durante una passeggiata con la mia Lola. Sono solita recarmi in un luogo meraviglioso chiamato “valle dei fillosofi”. Una piana che per la sua vastità, consente passeggiate in assoluta quiete. Da un boschetto sono sbucati tre segugi:  trotterellanti, “code al vento“, si sono avvicinati a Lola si sono “presentati”, hanno sniffato un po’ insieme. Un bel quadretto… peccato deturpato dalla presenza del loro proprietario che con voce dura, secca, versi, urla (fare titpico del cacciatore) li richiamava. L’uomo non era armato (da noi la caccia non è ancora cominciata), evidentemente era in avanscoperta per l’imminente apertura. Gli ho chiesto di lasciarli fare mentre mi accorgevo di segni evidenti di ferite sulle loro schiene. Non sono una che riesce a mascherare il proprio stato d’animo nè riesce a stare zitta e a volte mi ficco in situazioni sgradevoli. Era evidente che i cani erano stati impallinati, uno più degli altri. Il villico si è giustificato dicendo che erano cisti, che non sapeva dare una spiegazione a questa malattia e che, forse, era colpa del cibo che gli dava.

Mi ha invaso una grande rabbia per la mia impotenza. Ho solo potuto dire quello che pensavo ma questo non ha certo cambiato le cose.

Posso però divulgare queste informazioni, esprimere le mie opinioni che, fortunatamente, sono condivise da molti di voi.