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Video divertenti: cani sul trampolino. (Schema motorio)


Animali che saltano sul trampolino Video divertenti di animali. Il web ne è pieno! Tante manifestazioni buffe, tenere, che ci suscitano emozioni. Ma le emozioni degli animali, ripresi nei loro svariati comportamenti, sono uguali alle nostre?
Un video con un grande numero di visualizzazioni è quello che vi propongo in questo spazio.
Animali che saltano sul trampolino.
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Chi non si divertirebbe a vederlo! Sono troppo simpatici, birbanti, scatenati, pieni di vita! Ho scelto questo filmato perché potrete notare la diversità di comportamento tra un animale e l’altro e capire come le diverse specie, compreso l’uomo – che sempre animale è – si differenziano l’una dall’altra.
Naturalmente, considerata la mia professione, poniamo l’attenzione sul cane in una delle sue manifestazioni più ancestrali! Una magnificenza, da rispettare e ammirare.
Dopo la premessa, entriamo nel vivo e osserviamo una vera e propria parte di uno schema motorio riferito alla caccia. Uno schema motorio è, in pratica, un comportamento innato, genetico che non ha bisogno di essere appreso e viene automaticamente rinforzato ad ogni successo.
La caccia, ad esempio, è composta da vari schemi motori:
- ricerca e individuazione della preda (es. la punta è uno schema motorio);
- inseguimento, cattura, uccisione e consumo (tutti schemi motori);
I nostri cani, non avendo bisogno di cacciare per sfamarsi, hanno perso l’abilità nel manifestare correttamente le giuste sequenze e tutti gli schemi motori, tuttavia ne mettono in atto qualcuno (ogni soggetto in modo diverso) nel comportamento predatorio. Rincorrere ciò che rotola, corre, – bambini, motorini, palline biciclette – è uno schema motorio. Lo fanno anche se non hanno fame!
Quando un cane o un lupo catturano, spesso lo fanno con un balzo inconfondibile: scattano sulle zampe posteriori, inarcano la schiena e atterrano sulla preda con le zampe anteriori, con la mandibola pronta ad afferrare.
Ora, per tornare al video “divertente”, è inconfondibile qualche schema motorio. Tutti i cani del filmato fissano insistentemente un punto sul tappeto elastico (questo è già uno schema, ricordatelo) e poi mettono in atto il balzo (altro schema). Lo ripetono fino allo sfinimento perché, ovviamente, non c’è nulla da catturare. Osservate l’Akita (una delle razze più antiche), osservate il Pointer (cane da caccia), osservate le volpi (certamente più selvatiche). Gli altri cani manifestano gli stessi schemi seppur in modo diverso o meno evidente ma dipende dalla razza, dalla conformazione fisica. L’Alano, ad esempio, secondo me farebbe esattamente come gli altri se non fosse impedito dalla sua conformazione e le piroette che vediamo fare al Bulldog, sempre secondo me, sono una questione di baricentro: ha la testa pesantona e automaticamente cappotta.
Diversi sono i comportamenti delle caprette e degli altri animali. Comportamenti diversi da una specie a quell’altra.
E ora arrivano le riflessioni! Secondo voi è divertente per un cane che mette in atto un suo istinto innato, atavico, sfinirsi senza portare a casa un tubo? Non è divertente, è frustrante ed estremamente eccitatorio. Provate a pensarla dalla loro prospettiva (come bisognerebbe sempre fare)!
Se proprio non si può fare a meno di fare questo giochino, perlomeno bisognerebbe che il nostro amico scendesse dal tappeto con qualcosa in bocca, come un osso di pelle di bufalo e certamente dopo pochi balzi, per non caricarlo eccessivamente di eccitazione. Consideriamo anche la pericolosità di questo nostro intrattenimento. Se per caso gli finisce una zampa tra una corda e l’altra probabilmente poi andremmo dal veterinario ortopedico.
Metteremmo mai i nostri figli nelle condizioni di farsi male, provocandoli anche? Li faremmo mai salire su un tavolo per poi fargli cercare di prendere più e più volte un gelato che prima gli offriamo ma poi ritiriamo? Ospedale pediatrico assicurato! E se nulla succede lo lasceremmo poi a bocca asciutta? Sono certa che questo noi non lo facciamo con la nostra prole.
Code al Vento a tutti!

Bibliografia: Tutto sulla psicologia del cane – Joel Dehasse / Dogs – Raymond e Lorna Coppinger

 

La pipì, il database dei nostri cani.


pipìFare pipì per i cani non è esclusivamente un bisogno fisiologico. La loro urina è un concentrato di dati e informazioni perciò quando vogliono lasciare traccia del loro passaggio, durante la passeggiata la fanno più volte: è come se lasciassero il loro biglietto da visita per presentarsi ai loro simili e comunicare la loro esistenza. Scelgono punti strategici che spesso coincidono con la marcatura di altri cani.
Per rendere più rintracciabile il loro passaggio molti maschi alzano la zampa per urinare più in alto, a livello tartufo
Per gli addetti ai lavori (noi educatori e istruttori cinofili) la frequenza e il numero dei loro schizzetti la dicono lunga anche sul loro carattere e le loro condizioni emotive.

Quando invece vogliono esprimere territorialità fanno pipì verso i margini più esterni del giardino  in modo che chi passa sappia che quel posto è già occupato.

E quando la fanno sulla gambe o sulle scarpe? Non gridiamo allo scandalo. Mica lo sanno che non si fa. E’ molto probabile che gli indumenti siano impregnati di odori di altri cani. Non sgridiamoli!!.
La mia borsa da lavoro (la Mary Poppins bag) sarebbe spesso oggetto di queste loro particolari attenzioni, se non fossi attenta nel prevenirle.

Fare pipì è anche indicatore del loro stato emozionale: quando sono molto contenti o si spaventano  rilasciano qualche goccia o addirittura lasciano la pozzetta; questo comportamento avviene frequentemente nei cuccioli.

Nel caso di cani adulti che urinano molto (nel senso che ne fanno tanta) è bene consultare il veterinario per escludere eventuali patologie. Se tutto è a posto il problema potrebbe essere riconducibile ad uno stato di stress. Quando si trovano in questa condizione l’adrenalina liberata determina l’incremento del’attività dei reni che producono più pipì, con conseguente incremento della sua eliminazione.

 

Benvenuta pettorina!!


pettorina

pettorina consigliata

Prima di entrare nel vivo dell’argomento, faccio una breve premessa: la pettorina non risolverà il problema del cane che tira al guinzaglio.  I cani ci trascinano per mille motivi, indipendentemente dallo strumento utilizzato: tirano perché seguono delle tracce olfattive, sono curiosi,  vogliono conoscere i loro simili, devono inseguire una potenziale preda (magari una semplice foglia che vola), tirano perchè hanno paura e vogliono allontanarsi da quanto li spaventa o perchè involontariamente gli abbiamo insegnato a farlo, perchè hanno 4 zampe invece di due e per altre mille ragioni ancora.  A non tirare lo imparano e noi dobbiamo insegnarglielo nel rispetto della loro natura  (dove guinzagli e affini non esistono),  consapevoli delle loro esigenze e considerando le loro motivazioni. La pettorina è lo strumento che evita ai cani danni fisici, provocati dal tradizionale collare nel momento in cui tirano o strattonano; basti pensare a quando incidentalmente scattano o si lanciano in avanti. Il collo è una parte molto vulnerabile e viene anche utilizzata dai nostri amici per instaurare una corretta comunicazione, quindi l’utilizzo della pettorina evita ai cani dei veri e propri malintesi sociali e ci permette di educarli tutelando la loro salute, sia fisica che psichica. La pettorina, insieme ad amore, pazienza e coerenza, ci permetterà di raggiungere risultati sorprendenti.

questo modello lascia completa libertà di movimento e non comprime punti delicati

questo modello lascia completa libertà di movimento e non comprime punti delicati

Riassumiamo gli 8 buoni motivi per utilizzarla:
• Lascia libero il collo
• Non provoca dolore
• Non provoca danni fisici
• Il cane è più rilassato
• Gli permette di comunicare liberamente
• Migliora l’andatura perché l’attacco del guinzaglio è posto sul baricentro del cane
• Gli consente maggior libertà di movimento
• Favorisce la fiducia nel proprietario e  migliora la relazione

Quale modello usare:
in commercio ve ne sono di vari tipi: sono sconsigliate quelle che stringono le scapole quando il cane tira e quelle che passano intorno alla zona ascellare, provocando uno sfregamento spiacevole e doloroso.
Sono invece da prediligere le pettorine ad H, così denominate per la forma che prendono quando sono tutte aperte. . Questo brevetto consente di
- “vestire” il cane senza manipolargli le zampe,
- è regolabile in 5 punti e assicura una perfetta adattabilità al corpo,
- l’anello per l’aggancio al guinzaglio è posto in zona caudale; questo, insieme alla conformazione della pettorina, permette una trazione distribuita esclusivamente sullo sterno e sul torace, non limita quindi i movimenti e non provoca senso di costrizione e sfregamenti.

Nel video seguente, nel quale la mia Lola è co-protagonista, potrete vedere meglio la sua applicazione.

Buone passeggiate a tutti.

 

I segnali calmanti (Calming Signals).


In questi giorni mi sono imbattuta in un video che mi ha fatto torcere le budella (purtroppo non dal ridere). Un’ulteriore conferma di quanto ci sia bisogno di conoscere il cane nei suoi molteplici aspetti per capirlo veramente. Queste immagini mi danno lo spunto per parlare dei “segnali calmanti” (Calming Signals) scoperti da Turid Rugaas, educatrice cinofila Norvegese, di fama ormai mondiale e della quale sono orgogliosa allieva.

Cosa sono: una parte fondamentale del sistema comunicativo dei cani; li hanno ereditati dai lupi e tutti li usano, se non gli sono stati inibiti da un’ educazione inappropriata.

A cosa servono: a comunicare le loro intenzioni, a bloccare conflitti al loro insorgere, a calmarsi, ad allentare la tensione in situazioni di disagio o stress.

A chi sono indirizzati: se stessi, altri cani, uomini.

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In questo filmato viene attribuita al cane l’espressione equivalente a quella del nostro sorriso.  Di fatto le sue mascelle sono contratte. Il cane è tutt’altro che felice. I suoi segnali e la sua postura la dicono lunga sul possibile trattamento che gli viene riservato:

appiattisce le orecchie (#) ai lati della testa, segno di insicurezza e di conseguente timore; per lo stesso motivo sbilancia il peso del corpo all’indietro (#), si fa più piccolo;

si lecca il muso; quando è indirizzato all’uomo questo segnale viene solitamente emesso se ci si china su di lui, se lo si afferra, se lo si solleva, se si usa un tono di voce alto e irritato, se lo si  abbraccia (per noi l’abbraccio è una manifestazione d’affetto, lui potrebbe recepirlo come un’aggressione)

strizza gli occhi, sbatte le palpebre: questi segnali sono emessi in condizione di  disagio e per rassicurare l’altro sulle proprie intenzioni

agita la coda: questo è uno dei segnali più fraintesi. Quando scondizolano non sempre lo fanno per contentezza. Per capire cosa ci voglio dire si deve osservare la loro postura nella sua totalità. Nel caso di questo video il cane sta “sventolando bandiera bianca”(*).

Tutto questo avviene sempre quando gli si avvicina il padrone. In buona sostanza questa bellissima bestia si aspetta una” bella ripassata” da un momento all’altro. Un maltrattamento a sorpresa.

Quelli sopra descritti sono una minima parte del repertorio dei segnali calmanti: ne esistono circa 30 tipi. Per dirla in breve, i nostri cani ci parlano in continuazione ma noi siamo ciechi e sordi perchè non li conosciamo. Questi segnali sono per noi umani una vera e propria “manna dal cielo” per costruire una relazione fondata sulla reciproca intesa. Perchè reciproca? Perchè possiamo imparare ad usare anche noi una parte di questi segnali. Riconoscendoli, quando lo vediamo preoccupato per un nostro atteggiamento, possiamo tranquillizzarlo comunicandogli che abbiamo invece intenzioni positive. Finalmente non sarà più una relazione a senso unico!!

Ora brevemente spostiamo l’attenzione dal cane all’ambiente. L’educatore cinofilo deve osservare anche quello per farsi un’idea della situazione generale. L’animale viene tenuto alla catena e, anche se non è necessariamente un segno correlato a percosse, è comunque una gestione altamente coercitiva, fonte di estremo disagio, sofferenza e privazione.   Quando il cane si dirige verso le persone si può notare il modo determinato con il quale viene trattenuto. Non sono ripresi ma gli strapponi non gli mancano.

Che tipo di relazione instaurare con il vostro cane è una vostra scelta: Armonia, collaborazione, serenità, divertimento per entrambi o dominanza, imposizione, squilibrio,  tensione?

Per quanto m riguarda posso affermare che “parlare” con Lola è meraviglioso come lo è, ed è stupefacente, “parlare” con i cani dei miei clienti ed insegnare loro a fare altrettanto. Nonostante la mia professione mi regali questa realtà tutti i giorni, continuo ad entusiasmarmi dei risultati ogni volta, perchè ogni volta, con ognuno di loro è diverso.

(*) Citazione del libro “i segnali calmanti” di Turid Rugaas

(#) Queste manifestazioni fanno parte delle posture del corpo. Insieme ai segnali camlmanti contribuiscono a farci riconoscere lo stato emozionale del cane.

 

Ma che bontà, …ma che cos’è questa robina qua?


Cacca? Ebbene sì, è proprio cacca quella cosa alla quale il nostro cane era tanto interessato, che ha annusato e che si è pappato in un attimo con tanto gusto. Il fenomeno è chiamato coprofagia. Questo comportamento, tanto disgustoso per noi, è invece per il cane assolutamente normale e vi si possono dare più spiegazioni. In primo luogo diciamo che per lui le feci sono una vera e propria prelibatezza! Il suo mangime viene addizionato con sostanze appetibilizzanti che non vengono assimilate ma espulse attraverso le deiezioni. Potete immaginare che concentrato di gusto!! Avete notato come è goloso delle feci dei gatti? Apoteosi di sapore!

A volte siamo noi stessi che rinforziamo questo comportamento dandogli  attenzione quando compie l’azione (lo sgridiamo afferrandolo per il collare, cercando di distoglierlo oppure gli corriamo incontro per bloccare l’ingestione). Quello che si dovrebbe invece fare è insegnare al cane a non afferrare porcherie da terra quando siamo presenti: gli si farà associare che quando pronunciamo una determinata parola non deve occuparsi di quanto gli interessa. Se invece siamo molto distanti da lui e non possiamo intervenire verbalmente è meglio far finta di niente, tanto ormai è fatta. Insegneremo al nostro amico a non allontanarsi troppo da noi per poter gestire meglio questa situazione. Tenete presente che la cacca è il minore dei mali. Pensate se invece ingerisse un boccone avvelenato! Meglio tenercelo vicino il nostro amico, datemi retta!!

Anche la noia, lo stress, la costrizione in un ambiente chiuso e anche la fame, può provocare questo comportamento. Una volta ho educato una cucciola di Golden che era tenuta in un recinto e a dieta strettissima: defecava e se la mangiava automaticamente. Quando è stata tolta da quella situazione il problema è svanito.

Altre cause potrebbero ricercarsi in un disturbo di malassorbimento imputable alla presenza di parassiti.  E’ opportuno parlare con il veterinario per valutare l’eventuale presenza di patologie. Una volta esclusa questa possibilità rivolgetevi ad un aducatore per capire quale  strada intraprendere per arginare il problema.

Di base, comunque, considerate che il cane mangia la cacca perchè gli piace e non perchè è un depravato o uno sporcaccione.  Questi sono termini da affibbiare all’essere umano.

 

Aggressivo per forza.


Quando un cane aggredisce, difficilmente lo fa senza una ragione e senza preavviso. E’ un grande comunicatore e le sue reazioni possono quasi sempre essere previste e, di conseguenza, evitate.  Invece il suo comportamento viene spesso definito imprevedibile, in  particolare proprio in rapporto alle manifestazioni di aggressività.
Nel caso specifico di questo video il cane viene messo nella condizione di non avere scelta: per difendersi può solo aggredire ma, come vedrete, non lo fa senza preavviso.

Se non riuscite a visualizzare il video clickate qui

Vi descrivo la situazione,  già di per se anomala in quanto l’animale si trova davanti ad una troupe cinematografica.

- Il pastore tedesco si trova chiuso su tutti e quattro i lati: alle sue spalle ci sono degli ostacoli, a destra c’è l’addestratore, a sinistra il presentatore e davanti c’è appunto la troupe.
- E’ trattenuto da un guinzaglio molto corto che gli impedisce ogni movimento.
- I due uomini gli sono molto vicini e lo chiudono. Parlano tra loro e non si accorgono dei segnali di estremo disagio che il cane sta inviando.
- Il presentatore, seguendo probabilmente la sua “scaletta”, gli dà qualche colpetto sulla testa: il cane gli invia ancora dei segnali (si lecca).
- L’uomo gli si avvicina ulteriormente, si china su di lui sovrastandolo mentre con l’altra mano cerca di accarezzarlo sul collo: il cane fraintende il comportamento che interpreta come una vera e propria aggressione.
- NON HA SCELTA: non può scappare, i suoi segnali non sono stati percepiti. PUO’ SOLO ATTACCARE!!

Questa reazione non può essere definita “problema comportamentale” ma è da imputare ad una mancanza di conoscenza del comportamento canino. L’addestratore avrebbe dovuto percepire lo stato emozionale del cane ma era evidentemente troppo distratto dal contesto in cui si trovava. Guardava ma non vedeva.

Episodi come questo sono all’ordine del giorno: involontariamente sottoponiamo i nostri cani a stimoli avversativi che possono indurli a reazioni pericolose. Questo si può evitare imparando a comunicare correttamente con il proprio amico, capendone linguaggio e comportamento. Non si deve cambiare la sua diversità ma accettarla e gestirla in modo piacevole per entrambi.

 

Conoscere noi stessi per conoscere loro


Che cos’ è lo specismo

specismoIl filosofo Peter Singer definisce lo specismo nel modo seguente:

“Un pregiudizio o attitudine di una “specie” che parteggia per gli interessi dei propri membri, a discapito di quelli che appartengono ad altre specie.”

Lo specismo è il motivo comune per discriminare un individuo sulla sola base della sua appartenenza ad una specie. Le basi sono le stesse di quelle di chi nutre dei pregiudizi sulla razza (razzismo) e sull’ appartenenza ad un sesso (discriminazione sessuale). Quando si parla della sofferenza umana, in quanto Homo Sapiens, e la si considera più grave della sofferenza di un animale, si è per così dire colpevoli di “specismo”. Per lo stesso motivo la morte di un essere umano, dal momento che esso appartiene alla specie Homo Sapiens, è peggiore della morte di un animale. Una pratica lampante dello specismo è l’ industria della carne, la sperimentazione sugli animali e gli allevamenti per la produzione di pellicce. Lo specismo è un’ideologia le cui ragioni non si fondano su una base oggettiva. Non la si può giustificare con un’argomentazione logica, ma la si difende come un dogma, una verità divina.

Il più comune argomento nella storia della filosofia è che le umane capacità mentali, la parola e la cultura, permettono all’ uomo di utilizzare l’ animale. Oggi però è un’argomentazione facile da obiettare. L’ intelligenza è moralmente rilevante solo nei casi, per esempio, in cui si deve ottenere il diritto di voto o il diritto di prendere la patente ecc. Gli animali non hanno (come d’ altronde i bambini e i ritardati mentali) alcun interesse verso questi diritti, ma lo hanno verso quelli fondamentali, ovvero il diritto alla vita e alla libertà, di evitare le torture, eccetera, cioè i bisogni che non hanno nulla a che vedere con l’ intelligenza dell’individuo. Se intendessimo che l’ intelligenza sia moralmente rilevante, significherebbe che bambini ritardati potrebbero essere sottoposti a dolorosi esperimenti scientifici oppure potrebbero essere allevati per produrre cibo. L’ errore di fondo di questa argomentazione è il pensare che la nostra superiorità intellettuale ci dia una posizione (di superiorità) morale.

Che gli animali abbiano un QI inferiore di quello di un essere umano medio è sicuramente un motivo per non dare agli animali il diritto di andare all’ università, ma non la scusa per provare gli effetti di un concentrato di shampoo nei loro occhi. Quando si versa shampoo negli occhi di un coniglio per testare i danni di un prodotto da commercializzare, causandone la cecità, che rilevanza ha l’ intelligenza limitata del coniglio? Un essere meno intelligente non soffre meno di uno più intelligente nell’avere shampoo negli occhi. In questa situazione l’intelligenza non è rilevante così come non lo è il colore delle pelle, il sesso, o l’appartenenza ad una specie.

La sofferenza degli animali deve essere considerata tanto dolorosa quanto quella degli esseri umani. Essere uccisi capita raramente indolore, perciò non dovremmo mettere fine ad una vita felice, sia essa consapevole o no. Tenendo conto che molto raramente ci troviamo in situazioni dove dobbiamo scegliere tra la vita di un animale e quella di un essere umano, sarebbe meglio, di regola non uccidere mai, indipendentemente dalla capacità intellettuale l’individuo in questione. Tanto l’uomo quanto l’animale non esistono per essere utilizzati. Gli animali del mondo esistono per essi stessi. Non furono fatti per gli uomini, più di come i neri per i bianchi o le donne per gli uomini.

 

Nostalgia


Oggi è una giornata un po’ strana, sono sul “crepuscolare” andante e mi sento calzare a pennello la citazione di N. De Chamfort ” più conosco gli uomini, più amo i cani”.

Antonella, commentando un mio post, mi ha fatto venire una terribile nostalgia dei tempi andati, quando ancora non sapevo di stare vivendo delle illusioni: i tempi de “Il Richiamo della Foresta“, di Zanna Bianca, i tempi di Jack London (colui che considero il pioniere dell’educazione cinofila),  i tempi in cui tutto era più naturale. Ma forse non ho nostalgia di quando ero piccina, credo che in questo momento vorrei aver vissuto all’epoca dei cercatori d’oro…

Adesso vado a noleggirmi il video …

 

Bidoni aspiratutto


insaziabileSassi, palline, tappi, calzini, fazzoletti, pezzi di corda, schegge di ossa o legno, lische di pesce, sono solo una minima parte della varietà di corpi estranei ingeriti e poi ritrovati nell’esofago e nello stomaco del cane: un repertorio veramente illimitato, incredibile e un problema che può causare una sintomatologia drammatica ed avere risvolti letali.
I corpi estranei possono incastrarsi a diversi livelli: quelli appuntiti si potrebbero conficcare nel palato, nella lingua o fra i denti: l’animale porta le zampe anteriori verso il muso come se tentasse di strapparsi qualche cosa dalla bocca, ha conati di vomito e segni di soffocamento. Altri oggetti possono raggiungere l’esofago e lo stomaco causando eccessiva produzione di saliva, dolore durante la deglutizione, rigurgiti di cibo e difficoltà respiratorie. Le conseguenze possono essere infezioni, lesione alle mucose, necrosi localizzata nel punto di contatto. Se si pensa che il “bidone aspiratutto” si sia ficcato nei pasticci si deve contattare il veterinario di fiducia. Se il corpo estraneo è visibile è probabile che il medico riesca a toglierlo con qualche “mossa strategica”, altrimenti, dopo le indagini radiologiche del caso, dovrà intervenire chirurgicamente. Fortunatamente anche la medicina veterinaria si avvale di strumenti radiologici che permettono una chirurgia mini invasiva come la video-endoscopia.

Certo sarebbe meglio non arrivare a questo punto cercando, dove possibile, di arginare il problema insegnandogli a non afferrare quanto trova per terra, fondamentale per tutelare la vita del cane che può trovare sulla sua strada anche bocconi avvelenati.
Con una parolina “sussurrata” nel momento opportuno possiamo fargli capire che deve lasciare a terra quanto lo interessa. Niente maniere forti ma un gioco divertente che ha anche l’obbiettivo di rendere interessantissimo il proprietario agli occhi del cane. Un’ ulteriore occasione per rinforzare la relazione con il proprio amico e stare più tranquilli durante le passeggiate insieme.

(le informazioni di medicina veterinaria sono tratte dal sito www.chirurgiaveterinaria.com

la foto è tratta da animationworld.forumcommunity.net/?t=17642244‘)

 

Problem solving


La mente dei nostri cani è sempre pronta e attiva, capace di risolvere problemi anche complessi. Questo video ne è una dimostrazione.