Scoperta casa degli orrori per animali
Pubblicato in Fiutando qua e là....info, notizie e curiosità il 07/10/09 18:38 da Laura
Decine di animali ammassati in mezzo alle loro feci. Denunciata l’allevatrice
Colle Umberto (Treviso) – Un vero e proprio campo di concentramento per animali: a Colle Umberto una donna teneva ammassati cani e gatti di razza e animali selvatici per farli riprodurre e rivendere i cuccioli.
La “allevatrice intensiva” teneva numerosissimi esemplari adulti e cuccioli stipati nella sua abitazione, in condizioni igieniche indecenti, rinchiusi in gabbie accatastate l’una sull’altra. Attorno agli animali “da allevamento” scorrazzavano anche topi e parassiti. Cani e gatti erano abbandonati tra le loro feci, moltissimi ammalati o colpiti da infezioni, spesso denutriti.
Perché collezionare tante bestioline senza nessuna voglia di prendersi cura di loro? La donna le teneva in casa per puro scopo economico: si tratta di esemplari di razze ricercate e di animali particolari come i cincillà. Li faceva accoppiare per poi rivendere i cuccioli.
La secondina di animali è stata denunciata dalla Polizia Municipale di Colle Umberto e in seguito la Procura di Treviso ha disposto il sequestro di tutti i “detenuti” ancora vivi. Si tratta di oltre una quindicina di cani e di una trentina di gatti, tutti di razze pregiate, ma anche di calopsiti, cincillà, furetti, e altri animali esotici.
La situazione è venuta alla luce grazie alle numerose segnalazioni di privati e di associazioni animaliste.
“Finalmente dopo anni di segnalazioni la Giustizia ha prevalso – dichiara Adriano De Stefano per l’Ente Nazionale Protezione Animali (ENPA) - ponendo così fine ad un’attività illegale che proseguiva da anni, tesa al profitto senza alcuna considerazione per le condizioni dei poveri animali. Erano tutti assieme, sani e malati, cuccioli e adulti, maschi e femmine allo scopo di farli accoppiare all’infinito per trarre profitto dalla vendita delle cucciolate”.
De Stefano ringrazia le Forze dell’Ordine e invita tutti i cittadini ad essere attenti testimoni di fatti analoghi e a diffidare di allevatori improvvisati.
“Non possiamo che essere finalmente soddisfatti dell’esito della vicenda” aggiunge l’avvocato Lorenza Secoli, responsabile della sede LAV di Treviso. “Molti volontari e numerose persone hanno potuto vedere le terribili condizioni in cui gli animali erano custoditi. Fino a questo momento tutti gli appelli e le richieste inviate alla Asl erano state inutili. Ora è necessario che il provvedimento di sequestro sfoci in una confisca definitiva (così come prevede la legge in caso di condanna per maltrattamento), in modo che a questi poveri animali possa essere garantito un futuro sereno”.
Fonte: Oggi Treviso
La domanda sorge spontanea: perchè l’Asl ha ignorato le segnalazioni e gli appelli e non è intervenuta? (ndr)