Articoli con tag ‘dolore’

Elisa e Ally


Ally

Ciao. E’ successo tutto domenica 18 ottobre… la chiamo, sento la medaglietta e poi più nulla… vado a cercarla e la trovo li, distesa sul bordo del marciapiede… La mia bambina, l’amore della mia vita, la mia famiglia, il mio mondo,il motivo di alzarmi la mattina e rientrare a casa la sera… Era li e io non ho fatto niente per lei. Lei che ha affidato a me la sua vita, lei che viveva per me, io che vivevo per lei… avrei preferito succedesse a me ma non a lei.
Non faccio altro che piangere. Ogni cosa, ogni posto… tutto mi ricorda di lei. Nemmeno uscire di casa posso dire mi aiuti, tutti mi chiedono di lei, dove sia, come mai non è con me.
Gli amici non capiscono “devi reagire, c’è di peggio, vuoi dirmi che è peggio questo piuttosto della morte di uno di noi?…cresci, non fare la bambina…era solo un cane”… e poi mi chiedono perchè non parlo… perchè devo spiegare perchè sto male, perchè devo dare spiegazioni, perchè devo giustificare, perchè dovrei sentirmi in colpa di star male, di sentirmi morta, sola, a pezzi, finita?… perchè?
Sto così e basta.
Ho perso la mia vita penso possa bastare no?
I medici che ti riempiono di farmaci per dormire, tu che non li prendi però intanto passi le notti in bianco a piangere… la mattina senti ancora le zampine sul parquet che ti vengono a chiamare per la pipì..la sera esci dal lavoro di corsa perchè lei è a casa….e dopo qualche minuto ti rendi conto che non è più vero, che lei non c’è più, che quando aprirai la porta lei non sarà li sul divano ad aspettarti….
Giri per casa, apri un armadio e ti trovi davanti le sue coperte, i giochi, i pupazzi, i collari, i guinzagli, le spazzole… tutte le sue cose che gli amici ti hanno nascosto…e senza rendertene conto ti ritrovi in una valle di lacrime…  e poi vai dal veterinario a fare la denuncia di morte, lui che giustamente vuole sapere, capire ….ed esci in lacrime un’altra volta.
Mi manca da morire

 

Novella e Artù


Novella e ArtùIl mio Artù è morto ieri, investito da un’auto. E quando mi è stato comunicato ho sentito una scarica lancinante addosso. Lui era la mia ombra, la mia compagnia, il mio Dono più prezioso. E ora non c’è più… e io non trovo consolazione nè pace alcuna. Penso ai suoi occhi indifesi su quella strada, al suo sguardo impaurito quando veniva a rifugioarsi da me. Io non c’ero. E’ morto così…in maniera assurda…. e io non me ne faccio una ragione. Mi manca una parte di cuore, il suo amore incondizionato e puro.

 

Serena e Joe


Serena e JoeIo & Joe … inseparabili. L’incontro nel canile di Roma, il 19/08/2002 e Joe che decide di adottarmi. Era adulto, non so quanti anni avesse, magro e spaurito. E’ tornato ad essere un cane felice ed io ho imparato cosa significa amare. Il 28/08/2009 è andato via… in pochi minuti, senza un lamento. Si è lasciato andare, mi ha aspettata e poi ha deciso di andare… Non ho saputo o potuto salvarlo. Il mio cuore è spezzato. Il grande Joe … per sempre insieme.

Serena

 

Un appello: cani e gatti hanno diritto a morire senza alcuna sofferenza.


immagine "progetto animnalista per la vita"

immagine "progetto animnalista per la vita"

Il 9 settembre il Giornale.it ha pubblicato un appello del Dr. Oscar Grazioli indirizzato al Ministro del Lavoro, della Salute e delle Politiche Sociali Dr. Maurizio Sacconi, relativo un farmaco utilizzato per l’eutanasia di cani e gatti in Italia.  Di seguito il testo della lettera, molto toccante,  che contiene informazioni interessanti per tutti noi che amiamo e abbiamo uno o più animali al nostro fianco.

“Caro direttore, ti chiedo spazio per un appello al ministro Maurizio Sacconi. Sono certo di poter contare sulla firma di almeno ventimila veterinari e, se millanto credito, sono pronto a scusarmi pubblicamente con chi manifesterà la sua contrarietà a questa mia. Vengo al sodo. Da diversi lustri, nel nostro Paese, si perpetra uno scandalo sul decantato benessere animale con tanto di imprimatur dei vari ministeri che si sono succeduti nel tempo.

Per fortuna, ai veterinari è concesso, senza ricorrere a polemiche religiose e filosofiche interminabili, di porre fine all’esistenza degli animali, qualora il proprietario e il medico maturino la decisione che la sofferenza della malattia non è più tollerabile e soprattutto non ha più alcuno scopo se non quello fine a se stessa, in quanto la guarigione o il miglioramento delle condizioni non hanno più alcuna speranza di avverarsi. Poi, c’è anche chi crede nei miracoli o chi comunque è assolutamente contrario all’eutanasia anche per gli animali. Ne ho conosciuti alcuni durante la mia professione e giuro che ho pianto di rabbia nel vedere cani e gatti soffrire terribilmente e inutilmente fino alla liberazione della morte, dopo giorni o settimane di una sofferenza che queste povere creature arrivano a interpretare come una punizione per qualche colpa commessa. Sentono, come e più di noi il dolore, ma non possono ovviamente filosofeggiare sulla sua finalità escatologica. Ricorderai che ne abbiamo parlato alcune volte concordando sul pieno rispetto per chi vuole aggrapparsi alla propria vita nonostante tutto, ma restando fermi nel chiedere il diritto a disporre della nostra.

Il fatto che, anche in campo umano, io guardi con invidia alla legislazione di Paesi come l’Olanda, il Belgio, la Svizzera e altri, non vuol dire che prenda con leggerezza l’eutanasia in campo veterinario. Studi recenti hanno messo in luce che la categoria dei veterinari è, tra le libere professioni, quella a più alta incidenza di suicidi e qualcuno ha messo in relazione questo dato con il fatto di trovarsi spesso di fronte all’obbligo morale di somministrare «la buona morte». Certamente non è piacevole dover sopprimere il cane che conosci e segui da sedici anni, però il fatto di potergli risparmiare sofferenze atroci e del tutto inutili, mi è di grande sollievo e fa da contrappeso alla tristezza di dover porre fine alla sua vita.

Ora, in Italia, esiste un’unica specialità registrata per l’eutanasia del cane, del gatto e non si sa bene di quali altri animali. Si chiama Tanax e si tenga presente che, in Paesi come Usa e Gran Bretagna (dove il nome era T61), è stato ritirato da quasi vent’anni, perché la morte avviene fra atroci sofferenze, qualora sia usato per vie non corrette quale la intrapolmonare (in pratica iniezione all’interno del torace). Fatto sta che, nonostante i veterinari lamentino questo sconcio da anni e annorum, il foglietto interno del Tanax riporta, come via di somministrazione, proprio la via intrapolmonare, che diventa in pratica obbligatoria per il gatto e altri non ben identificati animali. Gli studi di Sawyer (forse il migliore anestesista americano) sul T61 (il nostro Tanax) avevano concluso che poteva essere un prodotto accettabile per l’eutanasia degli animali soltanto se usato per via venosa o intracardiaca e soprattutto solo se il suo utilizzo era preceduto dall’anestesia generale.

Per questi motivi il T61 è stato ritirato in Usa, mentre noi saremmo ancora obbligati a usarlo, addirittura mediante dolorosissime iniezioni intrapolmonari, non precedute da profonda sedazione o anestesia. Ho scritto «saremmo» perché ogni bravo veterinario, tutti i giorni, si assume la responsabilità di usarlo fuori dalla legge, in modo contrario a quello scandaloso foglietto illustrativo che poi rappresenta le indicazioni del ministero della Salute. È capitato che un individuo che fatico a chiamare collega ha soppresso il cane di un’infermiera professionale, davanti a lei, iniettando il Tanax per via intrapolmonare. Il cane è morto dopo minuti di urla e singulti, con una seconda iniezione richiesta dalla donna sotto choc. Denunciato all’Ordine dall’infermiera il «collega» è stato prontamente assolto perché ha seguito le indicazioni del foglietto illustrativo, ovvero quelle del ministero.

Ebbene, caro ministro, anche a nome di un associazione (Assovet) di cui sono fondatore e che si occupa di etica e benessere animale, le chiedo di sottoporre urgentemente a revisione se non il prodotto almeno il cosiddetto «bugiardino», che in questo caso chiamerei «scandalino», cassando quella maledetta via intrapolmonare, obbligando alla profonda sedazione, o meglio all’anestesia prima dell’uso e infine eliminando quel «usare sotto il controllo diretto del medico veterinario». Un prodotto che causa la morte va usato dal medico veterinario. Punto. E grazie per quanto sono certo vorrà disporre.

Oscar Grazioli “

 

DOPO LE SOFFERENZE LA SPERANZA!


ENPA campagna per centro recupeo e adozione animali salvati da sperimentazioneENPA link al sito

 

Il dolore e la perdita di un animale amato


Voglio dedicare questo articolo a  Stefano e Mia. Mia è scomparsa di recente, un fulmine a ciel sereno l’ha portata via lasciando in Stefano un vuoto  che a volte nemmeno la scomparsa di un umano lascia. Stefano e Mia erano un coppia speciale; lui rispettava i suoi tempi, e le sue esigenze, anche con 40 gradi aveva sempre una copertina a disposizione per farla sdraiare; era attento ad ogni minima cosa e, soprattutto, sapeva dire basta durante dimostrazioni e competizioni. Questo, purtroppo non è un dono che tutti Stefano e Miahanno. Ho visto proprietari arrabbiarsi tantissimo perchè il cane non si era piazzato, ho visto proprietari parlare per molto tempo con altre persone senza preoccuparsi di cosa stesse facendo nel frattempo il loro amico: il poveretto era costretto in piedi, a fianco del proprietarioi, ansimante per il caldo, senza sapere cosa fare perchè non riceveva indicazioni da chi per lui era l’unica fonte di riferimento; la stessa fonte di riferimento lo strapponava e gli si rivolgeva con voce burbera perchè il cane, attirato da attività più interessanti, cercava di allontanarsi. Questi comportamenti sono molto frequenti sia durante le competizioni che nella vita quotidiana. Ci si dimentica che all’altro capo del guinzaglio abbiamo l’unico vero sincero compagno,con il quale si deve instaurare una vera relazione, basata sull’intesa reciproca, che non si ottiene facendo solo attività agonistica. Tra Stefano e Mia il rapporto era forte, saltava agli occhi. Questo per lui deve essere motivo di serenità. Purtroppo il destino ci riserva brutte sorprese e ci mette a dura prova ma forse per questo c’è una giustificazione. Stefano è un bravissimo istruttore, adesso si dedica anima e corpo all’insegnamento. Magari l’esperienza con Mia farà sì che trasmetta ai poprietari che prima di ottenere delle performance dai loro cani, prima di raggiungere dei risultati agonistici, è bene che imparino a conoscersi reciprocamente, è bene che i proprietari scoprano il loro cane, abbiano le conosenze per capirne i comportamenti e i segnali, sappiano comunicare con lui non solo durante una gara, bensì nella vita di tutti i giorni. Che senso ha avere un cane che è eccezionale in agility se non si capisce perchè si agita al guinzaglio o si azzuffa con altri cani e, soprattutto, non si riesce a risolvere il problema?Stefano e Mia Per me Stefano ha una grande dote: ci sono persone che nascono con una missione, che nascono per fare una cosa specifica: Stefano è nato per dedicarsi ai cani e sono convinta che la sua strada sia quella di insegnare il comportamento più che insegnare attività performative (senza nulla togliere alla sua bravura in questo campo).
Il lutto di Stefano mi ha rattristata moltissimo, automaticamente mi sono messa nei suoi panni; e stato come se mi fosse venuta a mancare Lola. E’ un’esperienza che prima o poi anch’io dovrò vivere ma già ora, pensandoci, mi sento mancare il terreno sotto i piedi.

Stefano, per quanto mi riguarda, è capito più di quanto creda.

L’articolo della pagina seguente…..

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