Articoli con tag ‘combattimento’

I cani: i combattimenti e la riproduzione


coppia di lupiFacciamo l’amore e non la guerra

Il lupo è un animale di branco ovvero vive in gruppo. I componenti si avvalgono della reciproca collaborazione per il sostentamento della comunità. La collaborazione implica armonia, rispetto e considerazione gli uni degli altri, indistintamente. In base alle proprie capacità ogni soggetto ha dei compiti da svolgere. Combattersi fra loro significherebbe minare la sicurezza del branco stesso perchè lupi feriti o peggio morti, non possono essere d’aiuto nella caccia, nella riproduzione, nella difesa della prole e del territorio. Se ne deduce che il cane, discendente del lupo,  non è nato per combattere i suoi simili. L’uomo, purtroppo, con il suo intervento li snatura. Seleziona razze particolarmente reattive a stimoli che sarebbero altrimenti affrontati con equilibrio e, attraverso comportamenti crudeli, disumani e spregevoli li induce a scagliarsi l’uno contro l’altro per malvagità e sadismo. Gli uomini creano squilibri nel cane perchè loro per primi sono squilibrati. Gli animali vengono affamati, torturati, picchiati sin dalla più giovane età, vengono resi feroci, vere e proprie macchine da guerra, purtroppo di difficile recupero. Ma Madre Natura è più forte e, se riesce a metterci lo zampino, fa emergere il vero scopo per il quale ogni creatura è nata: portare avanti la propria specie, accoppiarsi per generare altra vita, come si vede in questo video.

granchio attaccato ai maroniE’ meglio che mi astenga dal commentare il comportamento degli incivili che, a bordo “ring” assistono alla sofferenza dei cani, sottoposti a violenze e maltrattamenti etologici. Ancora più inqualificabile è il comportamento minaccioso e istigatore di chi prima li ha addestrati e poi per depravazione e gratificazione del proprio portafoglio, li incita al violento confronto.  Vogliate perdonarmi … quel bastone, per conto mio, troverebbe un altro utilizzo. A questi esseri inqualificabili un caloroso augurio….

 

Aidaa denuncia Google


AIDAA DENUNCIA GOOGLE PER FILMATI LOTTE CLANDESTINE CANI

L’Aidaa, associazione italiana a tutela degli animali e dell’ambiente, ha presentato oggi pomeriggio una denuncia alla procura della repubblica di Milano contro il motore di ricerca Google, accusato della diffusione di video contenenti combattimenti clandestini di cani e di altri animali. Secondo la legge italiana il combattimento tra cani è un reato penale che rientra nel maltrattamento di animali ed è punito con la reclusione da uno a tre anni e con la multa da 50.000 a 160.000 euro.

Nell’esposto Aidaa chiede alla procura di Milano di ordinare l’immediato oscuramento delle pagine del sito di Google dove sono contenuti i filmati dei combattimenti tra cani ed altri animali anche perchè questi filmati “sono facilmente scaricabili da minori e comunque contengono immagini di azioni che in Italia sono considerati reati penali punibili con il carcere“.

“E’ inconcepibile che un’importante motore di ricerca come Google abbia nella sua sezione video delle immagini di azioni che in Italia sono considerati reati penali punibili con il carcere – dice Lorenzo Croce, presidente nazionale di Aidaa e firmatario dell’esposto – siamo certi che Google non aspetterà la decisione della procura ma che da solo oscurerà queste pagine contenenti filmati di una violenza inaudita”. Fonte: Apcom, 18 gennaio 2010

I CANI RINGRAZIANO !! (ndr)


 

Combattimenti tra cani: basta con queste barbarie!


Il primo comunicato del 2010 del Ministero della Salute fa riferimento al combattimento tra cani.

ministero-della-salute

Comunicato n. 1                                                                       5 gennaio 2010

Ministero,  della Salute

UFFICIO STAMPA

Combattimenti tra cani a Caltanissetta.
Sottosegretario Martini: “Basta con queste barbarie”

In merito a notizie diffuse da organi di stampa secondo cui a Caltanissetta sedici persone sono state identificate e due giovani di 19 e 20 anni sono stati denunciati con l’accusa di aver organizzato combattimenti fra cani, il Sottosegretario con delega alla salute e al benessere animale on. Francesca Martini ha dichiarato:
“Basta con questa ferocia inaudita nei confronti dei cani, in particolare in Sicilia. Chiedo alla Magistratura di applicare la massima pena prevista nei confronti dei due giovani che sarebbero gli autori delle violenze. Auspico che ciò costituisca un monito per evitare, ovunque e per sempre, il ripetersi di simili barbari episodi.”

 

In cella chi uccide cani e gatti, multe per le mutilazioni


Fonte: ultimenotizie.tv
giovedì, 26 novembre, 2009, 12:04

Meno male...ogni tanto qualche soddisfazione!!

Meno male...ogni tanto qualche soddisfazione!!

Deputati d’amore e d’accordo, ieri, per il primo sì al provvedimento di tutela dei cani e dei gatti di casa. Alla Comunità europea che chiede all’Italia di ratificare la convenzione per la protezione degli animali da compagnia, Montecitorio ha risposto quasi all’unanimità: 466 sì, un no e sei astenuti. Ora il disegno di legge passa al Senato per la discussione e la votazione. E se verrà approvato, chi uccide un animale da compagnia rischierà da tre a diciotto mesi di carcere anche se ha commesso l’atto senza crudeltà, aggravante che era invece necessaria – con le leggi vigenti – per rischiare la galera. Con la ratifica Ue, potrà essere condannato chiunque provochi, senza necessità, la morte di un animale. E sarà anche vietato compiere mutilazioni per estetica o per qualsiasi altra ragione che non sia terapeutica (e stabilita da un regolamento del ministero della Salute), per esempio tagliare la coda o le orecchie, come avviene nel caso di alcuni cani da caccia. Rischia la galera da tre a quindici mesi ed una multa da tre a 18mila euro anche chi verrà scoperto a maltrattare gli animali da compagnia. Con una aggravante per chi fa traffico illecito di cani da combattimento. Cioè chi porta in Italia cani senza certificazioni sanitarie e chip di identificazione allo scopo di farli combattere per il giro delle scommesse clandestine. Soprattutto se sono cuccioli di età inferiore alle dodici settimane. Il ministro degli Esteri Franco Frattini, ieri, ha auspicato un’approvazione entro Natale. di Stefania Cigarini

 

I cani italiani, combattenti nella ex Jugoslavia


cani combattentiGianni era un incrocio fra uno yorkshire e qualcos’altro di altrettanto piccolo e strapazzato. Non viveva bene, nel canile di Reggio Calabria. Ma almeno viveva. Una notte lo hanno preso e lo hanno fatto diventare uno “sparring partner”, come quei poveretti che vengono riempiti di sganassoni dai boxeur in allenamento. Gianni è durato poco: è morto in Bosnia, tra i denti di un pitt bull che si doveva esercitare per il Montana show, combattimento illegale tra cani della ex Jugoslavia. Fatto a polpette.

I nostri bastardini rapiti finiscono pure così: nelle arene italiane e straniere a vedersela con altri animali più grandi e grossi di loro. Per la gioia….

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Degenerati mentali!


INTERNET: ARRIVANO I TORNEI TRA TARANTOLE E SCORPIONI

(Fonte: Libero News 3.8.09)

La rete permette di vedere di tutto, anche gli scontri tra animali mortali. Ma non solo anche le pure e semplici esecuzioni come il silenzioso filmato di una rana che viene gettata in pasto ai pirahna. La libertà che mette a disposizione Youtube da sfogo alla creatività di ciascuno e così nascono dei veri tornei, con tanto di sigla e ring ufficiale, tra tarantole, scorpioni, centipedi e via dicendo. Uniche regole sono che si combatte due alla volta in una scatola di plastica trasparente, così macchine fotografiche e telecamere non perdono un fotogramma, fino alla morte. Il vincitore prosegue la competizione tra i deliri del telecronista, c’è anche quello. I fanatici dei combattimenti mortali però non sono gli unici a giocare con gli animali: ci sono anche quelli che si limitano a filmare pirahna, serpenti o ragni in cattività che si nutrono dei topolini o altri animali che gli vengono forniti. Da vedere, per farsi un’idea del genere, il video della rana nella vasca dei pirahna.

Ma perchè non riusciamo ad avere rispetto per niente e nessuno?  Anche il cronista che ha scritto questo pezzo non deve essere tanto a posto… Come fa a definire “creative” queste azioni aberranti? Come fa a parlare di gioco? Ma da che parte sta?
E poi condanniamo l’aggressività dei cani e li ammazziamo perchè sono pericolosi! In verità dobbiamo avere paura solo di noi stessi. Ci sono giorni in cui mi sento come Don Chisciotte: le mie battaglie sono già perse in partenza! Mi sento stanca e demotivata. Altro che educatrice cinofila!!

Fino ad ora non ho pubblicato un’immagine che mi sembrava un po’ di cattivo gusto, anche se molto simpatica. Oggi no; oggi la trovo indicata, esaustiva e quindi me ne frego se abbassa il “bon ton” del mio blog.

DEDICATO A TUTTI QUELLI CHE SFOGANO LE LORO FRUSTRAZIONI SUGLI ANIMALI.


 

Il cane da “combattimento” nella psiche zoomafiosa


combattimento

L’articolo è del 2006: purtroppo la nostra psiche non cambia, l’argomento è attualisssmo e, con vergogna, coinvolge anche noi italiani (ndr).

Fonte:  Combattimenti tra animali – LAV 2006

Perchè additare come cani killer, razze pericolose, questi stupendi amici dell’uomo, che purtroppo pagano sulla loro pelle essere stati scelti da personaggi squallidi, privi di attributi, incapaci di gestirli e riversare su di loro tutte le proprie frustrazioni?

In psicologia si spiega la febbre dei combattimenti e delle scommesse con la ricerca di un gesto “grande”, di un momento di gloria da parte di persone che vivono in uno stato di costante umiliazione, impotenza e degrado che sognano continuamente un proprio atto eroico che non possono compiere, per incapacità, inettitudine o impedimenti sociali. Il possesso del cane da combattimento diventa un’esperienza di sostituzione: ciò che l’uomo non può ottenere può essere realizzato dal cane. In questa prospettiva l’animale assume una funzione simbolica, sostituendo quelle che una volta erano le insegne del potere e diventando portatore allegorico di forza, autorità e potenza. Non solo i soldi delle scommesse, quindi, ma anche gloria, potenza, bellezza. Si tratta di una trasfigurazione simbolica, di un appropriarsi di valori altrimenti negati. A vincere non è solo il combattente, ma entrambi, animale-uomo e animale-cane. Chi possiede un cane vincitore si “nutre” della sua grandezza, del potere che rappresenta. È il suo blasone animato.

Icombattimenton questo senso, anche la moda di possedere pit bull o altri molossi in voga nei ceti sociali più attigui alla criminalità, trova una possibile spiegazione. Il cane di un “uomo di rispetto” deve essere forte, dominante, un animale che incute rispetto e che lo proietta al suo proprietario. Il sociologo Franco Ferrarotti parla di status symbol che costano meno di una guardia del corpo. Le lotte cruente tra animali hanno degli estimatori che le considerano un vero e proprio “spettacolo” (si pensi, tra l’altro, al giro delle videocassette, e alla mania correlata di vedere e guardare gli incontri). Per costoro, assistere o partecipare a un combattimento può essere un “divertimento”, un “trattenimento”, un “gioco”, un “divertimento organizzato per far passare il tempo in modo ludico” oltre che per sperare nella vincita.Vi è una sorta di estetica della crudeltà, di attrazione per la sofferenza.

Per Kierkegaard, l’uomo come spettatore estetico è spinto a disinteressarsi addirittura della vita e della sofferenza dei suoi simili pur di godere uno spettacolo. “Anche il dolore si può spettacolarizzare, persino la morte, il dolore dei dolori, la madre di tutti i dolori (…) Nello spettacolo la morte viene trasformata e rappresentata come gesto eroico che sa di magnificenza. (…) Nello spettacolo la morte diventa amica, anzi, un’occasione per rappresentarsi e per essere in maniera più piena. Ecco la morte, una sorta di danza piacevole, un’occasione per esistere esistendo al massimo: la morte come erezione dell’esistenza prima della caduta flaccida”.

Secondo quest’accezione, quindi, i combattimenti, indipendentemente dal numero degli spettatori e dal valore “pubblico” dell’evento, possono essere considerati spettacoli (spettacolo: da spectaculum, derivato dal verbo spectare: guardare), o “gioco” inteso come “intrattenimento” regolato da norme convenzionali, il cui esito, legato spesso a una vincita di denaro, dipende dalla forza dei lottatori. “Gioco” che quanto più è crudele, tanta più attrazione suscita nel folle vortice del fascino della violenza. Le combinazioni dei comportamenti antisociali sono infinite (dato statistico comune è la tortura di animali), ma la caratteristica più profonda e universale di tutti gli psicolabili è l’assenza di rimorsi: non hanno il concetto di colpa, non hanno coscienza morale, o come asseriva Lattanzio “…. fanno per divertimento quello che fanno per delinquenza”. “Questa forma di godimento ha una sua genesi: trae origine dalla ricerca del brivido e dell’eccitazione, che diventa pressante soprattutto quando la vita quotidiana sembra non offrire stimoli vitali. (…) La ripetizione di esperienze quali uccidere gli animali indifesi, divertirsi a tormentarli, esaltarsi a massacrarli, conduce a una forma di godimento che sconfina nel sadismo, vale a dire nel piacere che nasce dal vedere l’altro che soffre.”

Il gusto che anima tali soggetti non può che essere quello di provocare dolore, sofferenza, terrore, morte. È gente che aspetta con ansia e impazienza il momento, disponibile per questo a correre il rischio di incappare nelle maglie della Giustizia, pur di gioire nel partecipare alla lotta, raggiungendo il piacere e facendo placare la tensione nel momento i cui l’animale perdente sanguinante viene raccolto e quello vincitore esibito. “Per quanto si cerchi, non vi è altro termine dal punto di vista psicologico che possa designare tutto ciò se non quello di sadismo, vale a dire piacere nel provocare sofferenza.

Di più: piacere nel provocare la morte, piacere misto a senso di potenza, perché se posso uccidere qualcuno vuole dire che sono più forte di lui e quindi il mio Io, bisognoso di conferme, va a ricercare e si nutre di questa cruenta iniezione di autostima”.