Articoli con tag ‘avvelenamento’

ATTENZIONE! Allarme nel Varesotto per il cibo avvelenato per cani.


questo è stato trovato a Cunardo. Foto VaresePolis

questo è stato trovato a Cunardo. Foto VaresePolis

Si allarga a macchia d’olio il fenomeno del cibo avvelenato per gli animali. Dal veleno per topi al liquido per le batteria, dalla strada di paese ai sentieri di campagna.
Caronno Varesino, Castronno, Malnate, Cunardo, Bodio, Casale Litta, Albizzate, Schiranna….
Occhi aperti e cani sempre a non più di 5 metri di distanza per poter intervenire, bloccare e controllare l’eventuale ingestione.
Osservate i segnali del vostro cane.
Quando avverte un profumo interessante spesso si blocca per fiutare l’aria e capire da dove arriva l’odore (teleolfatto).
Può iniziare ad utilizzare un’andatura a zig zag. Sniffando freneticamente il terreno (magaolfatto).
Se si “tuffa” con il muso dentro o in qualcosa solitamente è perché a trovato ciò che cerca.
Per arrivare all’obbiettivo (ciò che lo ha olfattivamente interessato), non usa mai una via retta. Segue delle tracce olfattive portate dall’aria o presenti sul terreno.
Osservandolo possiamo capire quando il suo fiuto è entrato in azione e, se siamo sufficientemente vicini, possiamo impedirgli ingestione o “recuperare” dalla sua bocca ciò che ha preso.

Se non siete riusciti a fermarlo e vi accorgete che ha ingoiato qualcosa, In considerazione degli ultimi eventi, sempre più frequenti e dilaganti, vale la pena rivolgersi al veterinario più vicino per farlo controllare. In questi casi il tempo è prezioso e può salvargli la vita ed evitargli atroci sofferenze. Al massimo spenderete un po’ di tempo presso lo studio che lo terrà in osservazione.

 

INTOSSICAZIONE DA PIANTE


Articolo di Sara Ceccarelli – Medico veterinario

nel granturcoI nostri cani, soprattutto se molto giovani, sono animali curiosi, intraprendenti e, a volte, ansiosi di conoscere il mondo che li circonda mediante l’ingestione di tutto ciò che appare nuovo, profumato e interessante: in poche parole appetitoso. Questo atteggiamento, unito al fatto che fisiologicamente spesso tendono a “brucare” per poter usufruire della fibra contenuta nei vegetali, li porta episodicamente a rischiare di ingerire piante intere, foglie, semi, fusti o bulbi che risultano tossici fino a divenire, qualche volta, mortali.

Purtroppo l’abitudine a masticare qualsiasi cosa trovino non è caratteristico solamente dei cuccioli nel periodo della dentizione, indubbiamente più a rischio, ma anche del cane adulto che si annoia o che sente la necessità di “liberarsi” rimettendo o aumentando la rapidità di transito delle feci nell’intestino. Non risulta, inoltre, che i nostri ausiliari abbiano una particolare capacità di distinguere le piante “salutari” da quelle potenzialmente velenose.

Fortunatamente, fatta eccezione per pochi vegetali estremamente tossici (come ad esempio oleandro, ricino, tasso…), in grado di uccidere un cane anche se ingeriti in quantità estremamente limitate, è veramente raro che l’assunzione di una modica quantità di tali vegetali possa determinare quadri clinici estremamente gravi e non risolvibili con quello che risulta l’unico presidio medico attuabile nel corso di queste intossicazioni: la terapia sintomatica. Raramente esistono, infatti, degli antidoti a questi veleni naturali.

Le piante che sono pericolose per i nostri cani appartengono sia a specie comunemente reperibili in campagna, nei parchi e giardini cittadini, ma anche a quelle che comunemente ornano appartamenti e uffici.

Come già evidenziato, per gran parte delle specie vegetali, solamente l’assunzione di una notevole quantità determina intossicazione; per questo gli allarmismi non sono necessari ma, se si presentano i sintomi di seguito indicati, e abbiamo il ragionevole sospetto della loro causa, è sempre utile riferire tutto ciò al veterinario, prima di attuare qualsiasi rimedio casalingo nel tentativo di disintossicare l’animale (farlo rimettere, dare del latte…), dato che talvolta tentativi di cura inappropriati possono aggravare il quadro sintomatologico.

La panoramica qui di seguito offerta …..

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Massima attenzione: avvelenamento da Cycas Revoluta, pianta ornamentale casalinga


cycas revolutaUn’importante segnalazione in merito alla tossicità  della pianta ornamentale Cycas Revoluta, è stata inviata alla Fnovi (Federazione Nazionale ordini Veterinari italiani) dal Centro antiveleni dell’Ospedale  Cà Granda Niguarda.

I  sintomi iniziali di avvelenamento sono troppo generici e pochi sanno che  tutte le parti della pianta sono tossiche. per informazioni più approfondite: lavoro scientifico

“A partire dal 19 giugno 2009, a differenza di quanto osservato negli anni trascorsi, si sono registrate 9 richieste di consulenza tossicologica relative ad esposizione a Cycas revoluta; di queste, 7 riguardavano esposizioni animali, per un totale di 10 cani dei quali, ad oggi, 3 sono morti. Le esposizioni a cycas sono iniziate, secondo il nostro archivio, nel 2007, anno in cui si sono verificati i primi 5 casi certi, sempre in cani, con esito quasi sempre infausto: 3 dei cani sono morti, uno è sopravvissuto mentre del quinto, che aveva sicuramente riportato un danno epatico, non si hanno informazioni certe. La Cycas revoluta Thunb., nota anche con il nome di Sago Palm, al pari di altre palme appartenenti alla famiglia Cycadaceae è potenzialmente mortale per gli animali da compagnia. Queste piante ornamentali, molto diffuse, contengono composti tossici (la B-metil-L-alanina (BMAA), il glicoside cicasina, ed una terza tossina con elevato peso molecolare non ancora identificata) che possono causare vomito e diarrea, depressione del SNC, convulsioni ed insufficienza epatica. Il principale responsabile della sindrome gastrointestinale e del danno epatico conseguenti all’ingestione di cycas è il metilazossimetanolo (MAM), l’aglicone della cicasina; questa molecola ed i suoi derivati sembrano esercitare anche un’azione cangerogena, mutagenica e teratogena.
cycas revolutaA causare i sintomi neurologici potrebbero invece essere il BMAA, un amminoacido non proteico agonista dei recettori del glutammato, e la tossina non identificata che, nel bovino, sembra provocare la paralisi degli arti posteriori. Tutte le parti della pianta sono velenose, ma i semi o “noci” contengono la maggiore concentrazione di tossine: l’ingestione di anche uno o due soli semi può produrre gravi problemi, per cui è indicato intervenire tempestivamente in caso di ingestione da parte degli animali domestici. Come premesso, dal 2007 ad oggi dall’analisi della Casistica del Centro Antiveleni di Milano sono emersi 16 casi di intossicazione da cycas (semi o gambo) nel cane, 6 dei quali con esito infausto. Stando a quanto osservato e ai casi riportati in letteratura, i primi sintomi insorgono normalmente poche ore dopo l’ingestione, con numerosi episodi di vomito e diarrea, grave congestione delle mucose, sete intensa e abbondante salivazione; a questi seguono, dopo qualche giorno, i primi segni dell’insufficienza epatica la quale può anche portare alla morte del soggetto.
In alcuni casi si osservano anche manifestazioni secondarie all’insufficienza epatica, dalle coagulopatie, all’encefalopatia epatica, all’insufficienza renale. Non è ancora stato chiarito se la grave depressione del SNC, che talvolta si verifica, sia un effetto diretto delle due neurotossine della cycas o se sia anch’essa conseguenza del danno epatico. Gli esami ematochimici hanno rilevato alterazioni nella bilirubinemia, elevate concentrazioni sieriche di transaminasi, lieve linfocitopenia, trombocitopenia e leucocitosi. Vivaisti, architetti del verde e talvolta gli stessi veterinari sono purtroppo quasi sempre all’oscuro della elevata tossicità di questa specie. Si segnala come la mortalità riferibile a questa specie sia per i cani estremamente elevata, specialmente in considerazione del fatto che non sono disponibili terapie antidotiche (attualmente le terapie disponibili sono unicamente la precocità dell’intervento di decontaminazione ed il supporto delle funzioni vitali). Inoltre, poiché l’insufficienza epatica inizia a manifestarsi solo alcuni giorni dopo l’ingestione, è fondamentale monitorare costantemente i livelli dei marcatori di funzionalità epatica ed i segni precoci di eventuali effetti secondari legati all’insufficienza epatica, predisponendo una valida terapia di supporto. Soprattutto, è indispensabile rendere nota la tossicità delle diverse parti della pianta, in modo da evitare qualsiasi contatto con gli animali.

autore: Ufficio stampa Fnovi

 

Barak, mantello di velluto.


(Lombardia)

BarackSono molto,  molto triste. La mia sorellina Michelle (mi hanno salvato con lei da un avvelenamento a Venosa) è stata adottata.
Sono straordinariamente contento per lei ma profondamente addolorato per me. Ci facevamo compagnia, dormivamo abbracciati di notte e di giorno giocavamo e litigavamo come in tutte le migliori famiglie. Mi manca la mia Michelle ma mi manca una casa,  la mia casa come la immagino io. Un divano, una cuccia, una copertina, pappa in abbondanza e il calore di tante carezze. In fretta perché sto smagrendo a vista d’occhio, ho solo 10 mesi e non voglio privarti dei miei mesi più belli. BarackMi dicono che ho un carattere da manuale. Senza una sbavatura. Sono educato, tranquillo, non tiro al guinzaglio, amo i bambini, sono estremamente ubbidiente, penso che farei fare un ottima figura al mio amico uomo in una gara di agility. Sono una spugna, imparo tutto in fretta. La mia  taglia è  media e il mio mantello è nero come il velluto. Adottami, saprò ricompensarti con tanto affetto.

Per adozioni

Monica 338 8548461 adozioni@chiliamacisegua.org

Corinna 335 137697 corinna@chiliamacisegua.org

 

Bidoni aspiratutto


insaziabileSassi, palline, tappi, calzini, fazzoletti, pezzi di corda, schegge di ossa o legno, lische di pesce, sono solo una minima parte della varietà di corpi estranei ingeriti e poi ritrovati nell’esofago e nello stomaco del cane: un repertorio veramente illimitato, incredibile e un problema che può causare una sintomatologia drammatica ed avere risvolti letali.
I corpi estranei possono incastrarsi a diversi livelli: quelli appuntiti si potrebbero conficcare nel palato, nella lingua o fra i denti: l’animale porta le zampe anteriori verso il muso come se tentasse di strapparsi qualche cosa dalla bocca, ha conati di vomito e segni di soffocamento. Altri oggetti possono raggiungere l’esofago e lo stomaco causando eccessiva produzione di saliva, dolore durante la deglutizione, rigurgiti di cibo e difficoltà respiratorie. Le conseguenze possono essere infezioni, lesione alle mucose, necrosi localizzata nel punto di contatto. Se si pensa che il “bidone aspiratutto” si sia ficcato nei pasticci si deve contattare il veterinario di fiducia. Se il corpo estraneo è visibile è probabile che il medico riesca a toglierlo con qualche “mossa strategica”, altrimenti, dopo le indagini radiologiche del caso, dovrà intervenire chirurgicamente. Fortunatamente anche la medicina veterinaria si avvale di strumenti radiologici che permettono una chirurgia mini invasiva come la video-endoscopia.

Certo sarebbe meglio non arrivare a questo punto cercando, dove possibile, di arginare il problema insegnandogli a non afferrare quanto trova per terra, fondamentale per tutelare la vita del cane che può trovare sulla sua strada anche bocconi avvelenati.
Con una parolina “sussurrata” nel momento opportuno possiamo fargli capire che deve lasciare a terra quanto lo interessa. Niente maniere forti ma un gioco divertente che ha anche l’obbiettivo di rendere interessantissimo il proprietario agli occhi del cane. Un’ ulteriore occasione per rinforzare la relazione con il proprio amico e stare più tranquilli durante le passeggiate insieme.

(le informazioni di medicina veterinaria sono tratte dal sito www.chirurgiaveterinaria.com

la foto è tratta da animationworld.forumcommunity.net/?t=17642244‘)