I cani killer abbattuti a colpi di mitra


Il sindaco: dieci sono ancora liberi, restate tutti in casa. In fin di vita una turista sbranata sulla spiaggia

cani-killer
«Cani vastati sono». Vastati, cioè «guastati», inselvatichiti e inferociti perché ormai conoscono l’odore e il sapore del sangue umano. «Vastati sono, li devono abbattere», ripete l’uomo con gli stivali di gomma alti al ginocchio e una vecchia casacca grigioverde buttata sulle spalle. È venuto anche lui qui, nella stradina sterrata che porta alla spiaggia di Punta Pisciotto, estremo lembo meridionale della Sicilia. Partecipa alle ronde che da ieri la gente di Scicli ha organizzato spontaneamente, terrorizzata da questo flagello dal sapore medievale. I cani sono da qualche parte,…

dietro le dune, nascosti fra i cespugli della campagna punteggiata dai villini bianchi che professionisti e commercianti di Modica hanno costruito negli anni davanti al mare, nel villaggio di Sampieri. Gli improvvisati cacciatori li cercano, qualcuno con il fucile nascosto nel bagagliaio dell’auto, qualcuno seminando fra la vegetazione bocconi impregnati di veleno. Li cercano anche i carabinieri e la Forestale: i primi ne hanno abbattuti due, a raffiche di mitra, perché stavano per essere aggrediti. Un branco di una decina di animali. Sono pericolosi, uccidono, divorano. Da agosto a oggi hanno fatto tre feriti e un morto, Giuseppe Misicoro Brafa, nove anni, sbranato mentre faceva un giro in bici davanti a casa. Come attaccano, lo racconta Giovanni Venticinque, sindaco di Scicli. Lo sa perché ha assistito all’ultima aggressione, quella di ieri, quando il branco ha ridotto in fin di vita una turista tedesca di ventiquattro anni che stava facendo jogging sulla spiaggia: ancora una volta lì, a Sampieri, scenario di alcuni film del commissario Montalbano.

Le carni strappate
Racconta il sindaco che ieri mattina è andato a Punta Pisciotto per un sopralluogo: «Ero col mio autista, abbiamo visto davanti a noi i cani che avevano già atterrato la loro vittima. Due animali mordevano e strappavano la carne di quella poveretta, altri sei erano disposti a semicerchio, come se volessero proteggere la coppia che faceva scempio del corpo della ragazza. Mai vista una cosa simile, sembravano aver sferrato un attacco organizzato alla perfezione. Mi sono armato di un bastone, sono corso urlando verso il branco per disperderlo, ma non c’è stato niente da fare. I sei cani hanno mantenuto il cerchio senza arretrare di un centimetro. Anzi, si sono fatti avanti per attaccarci. Poi sono arrivati i carabinieri, hanno sparato. Solo allora gli animali, impauriti, sono scappati». La ragazza era a terra, irriconoscibile, sfigurata, con la tuta inzuppata di sangue. «È morta», ha detto un carabiniere chino su di lei. E ha avuto un sobbalzo quando quel corpo martoriato si è mosso appena. «Sono viva, mi chiamo Marya, sono tedesca», ha sussurrato la donna che ora lotta contro la morte nell’ospedale di Catania. Virgilio Giglio – l’uomo che aveva scelto di vivere come un cane fra i cani in un cubo di cemento privo di infissi, fra scheletri di animali divorati dallo stesso branco con cui divideva la sua esistenza – custodiva una settantina di cani. Sessanta sono già stati catturati e portati in un rifugio sicuro. All’appello ne mancano ancora una decina, quelli che stanno seminando il terrore a Sampieri, deserta dopo che il sindaco di Modica, il Comune vicino, ha vietato l’accesso alla zona «ad automobilisti e pedoni».

Lo scaricabarile
Un morto e due feriti. L’orda selvaggia dei cani assassini sta scatenando polemiche fra chi avrebbe dovuto evitare che tutto ciò accadesse e non l’ha fatto. Il sindaco di Scicli dice che non è affatto disposto «a fare da parafulmine in questa storia orrenda». Dice che fin da settembre i vigili urbani avevano segnalato alla magistratura quello che stava accadendo, ma che la magistratura non ha fatto niente. «Il problema non era di competenza del Comune perché quei cani non erano randagi ma di proprietà di Giglio a cui gli animali erano stati affidati dopo un provvedimento specifico di sequestro». Il procuratore di Modica, Domenico Platania, risponde che «l’amministrazione doveva intervenire perché non c’è stato alcun sequestro: l’omessa custodia di cani è un reato depenalizzato, è punito con una sanzione amministrativa». E racconta, il procuratore, le tappe dell’inchiesta. La prima denuncia risale al 16 agosto 2008, fatta da una donna morsa alle gambe. Il 2 settembre i carabinieri individuarono il proprietario degli animali, Giglio, e gli ispettori dell’ufficio veterinario dell’Asl dissero che era tutto in regola. Insomma,nonostante il sangue e l’orrore tutti dicono di sentirsi a posto con la coscienza. Non ha colpe la magistratura, non ne ha il Comune, non ne hanno i veterinari dell’Asl. Ma quei cani, intanto, continuano a seminare terrore, sofferenze e, per ora in un solo caso, morte. In mezzo a tante polemiche si innesta anche quella sulla loro sorte.

Il prefetto di Ragusa, che aveva autorizzato l’abbattimento, ha dovuto fare marcia indietro dopo le proteste degli animalisti. I cani vanno sedati, ma nessuno sa dove trovare le armi per farlo, quelle in grado di sparare il sonnifero. Ma, soprattutto, nessuno sa dove si nascondano gli animali. I carabinieri del Noe, arrivati a Scicli ieri, hanno organizzato battute di caccia e appostamenti nei pressi della casa di Virgilio Giglio, cioè la tana dei cani selvatici. Ma il branco è furbo: sa che la vecchia «base» non è più sicura, e si nasconde chissà dove nelle campagne di un paese terrorizzato e in attesa del prossimo attacco.

Fulvio Milone – Scicli

Articolo tratto da “La Stampa” 18.3.09

Tags: , , , , , , ,  

Lascia un commento

I commenti per questo post sono chiusi.