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Leggi, cani e maltrattamenti


Varese News, giornale on line di Varese e provincia ha pubblicato una lettera indirizzata al Direttore che trovo interessante e che vi sottopongo, certa della condivisione insieme a molti di voi, dei suoi contenuti.

legato“Gentile direttore
la ringrazio per quanto fa per i lettori dando spazio alla loro voce.
Vorrei trattare ancora del problema cani. Il codice penale proibisce il maltrattamento degli animali, ma io mi chiedo se tutti i divieti che sono posti nei confronti dei cani, non siano di per se stessi maltrattamenti o se non costringano i padroni a maltrattare i cani, lasciandoli ad esempio legati e soli fuori dai negozi o ancor peggio soli a casa col rischio che facciano danni o disturbino i vicini con le loro lamentele.
Purtroppo le condizioni della vita moderna spingono molti a cercare conforto nella compagnia degli animali che sanno dare tanto più di quanto potrebbe dare e non dà l’egoismo degli umani .
Ora si avvicina il periodo delle vacanze e il divieto di portare i cani sulla spiaggia quasi universalmente diffuso è davvero un maltrattamento per
gli animali e per i loro padroni, talvolta indotti proprio da questi maltrattamenti ad abbandonare i cani.
In altri paesi, ho sentito dire ,questo non succede, in Francia ad esempio.
I motivi d’igiene non dovrebbero esistere se il padrone pulisce dove il cane ha sporcato e qui sì vedo l’opportunità di dare multe. Capisco anche che ci sono persone che hanno paura dei cani, qualche brutto episodio però non giustifica l’ostilità verso tutti i cani o divieti diffusi.
Il fatto che circolino attorno a noi degli assassini umani (quelli non assicurati alla giustizia) non giustifica divieti diffusi, eventualmente si potrebbe fare una distinzione tra cani più e meno potenzialmente pericolosi. Sento dire che in Francia i cani possono andare sulle spiagge, nei ristoranti e nei negozi alimentari, sempre che i titolari lo vogliano.
Perchè non così in Italia? Forse il turismo ne guadagnerebbe e guadagnerebbero le amministrazioni comunali che avrebbero meno cani nei canili e tutti noi che non dovremmo temere i cani randagi .
Grazie
4/05/2010 LAURA PASQUALI

link al testo originale

 

Spiagge vietate ai cani: spuntano i divieti comunali illegali


Roma (22 giugno 2009) Nei mesi estivi sulle spiagge italiane spuntano come funghi i cartelli contenenti il divieto di portare il nostro amico peloso in spiaggia motivando molto spesso tale divieto con questioni di igiene pubblica. Orbene attenzione che almeno la metà dei divieti che spuntano nei mesi estivi seppur messi dalle amministrazioni dei comuni rivieraschi sono illegali.

Infatti per poter vietare l’ingresso ai bagnanti con fido al seguito occorre che i comuni emettano un’ordinanza che preveda il divieto motivato, l’estensione oraria di tale divieto e che la medesima ordinanza firmata dal sindaco, da un ‘assessore delegato o dal comandante dei vigili urbani, e pubblicata sugli albi pretori dei singoli comuni, se manca solo una di queste indicazioni,l’ordinanza non è valida.

Ma non è tutto: infatti anche i cartelli che prevedono tale divieto devono recare sul retro il numero dell’ordinanza comunale di riferimento e la data di scadenza.
Altrimenti se pure in presenza di una ordinanza regolarmente firmata il divieto è da considerarsi nullo. Pertanto invitiamo tutte le famiglie ed i proprietari di cani che decidono di portare fido in spiaggia a verificare che esistano realmente le ordinanze e che i cartelli di divieto contengano le informazioni regolamentari
altrimenti qualunque richiesta di allontanarsi dalla spiaggia con il proprio cane fatta anche dai vigili è illegale e ogni eventuale multa impugnabile davanti al giudice di pace e quindi contestabile senza essere preventivamente pagata.

“Invitiamo tutti i possessori di cani che decidono di portare i loro animali in spiaggia a verificare la regolarità dei cartelli di divieto e se possibile a fotografarli con il telefonino specialmente se sono illegali come nella metà dei casi che ci vengono segnalati – ci dice Lorenzo Croce presidente AIDAA – è importante anche fare un salto in municipio per vedere se esiste la relativa ordinanza di divieto, sono molti infatti i comuni che si limitano a piantare i divieti sulle spiagge e ad incassare le relative, salate, multe senza aver emesso ordinanze o senza aver messo i cartelli di divieto regolamentari.
A fronte dell’illegalità diffusa da parte delle amministrazioni comunali,occorre che i cittadini imparino a difendersi e a far valere i propri diritti fino in fondo. Se si trovano situazioni
del genere chiediamo che ci vengano segnalate al servizio online segnalazione reati@libero.it  di AIDAA meglio se con foto allegata in modo che anche noisi intervenga contro questi che non esito definire come divieti-truffa”.

Fonte: AIDAA
Per info 3478883546-3926552051