Gamalù


Ho conosciuto Gamalù quando sono stata a trovare una mia amica-cliente. Quando ho varcato il cancello sono stata accolta da 3 code al vento, una delle quali meno frenetica delle altre .  Gamalù era temporanemente ospitato perchè la sua proprietaria era via. La sua pacatezza, il suo sguardo riflessivo, i suoi movimenti morbidi e lenti, i suoi baffetti bianchi, sfolgoranti su tutto il resto del pelo lucido e nero, la dicevano lunga sulla sua età. Un incontro di qualche ora che mi è rimasto nel cuore. Gamalù ha passato il ponte dell’arcobaleno. E’ sicuramente stato molto amato. A lui e alla sua padrona dedico questo spazio, pubblicando i pensieri che in questo momento le si affollano nella mente e che si è sentita di scrivere. Il mio pensiero va anche a Itala, che lo ospitava durante le vacanze e che lo accudiva, come fosse suo.

GamalùGamalù, non è più con noi.
Gamalù detto gami,  detto zinzilo, detto bocciolonedonni  in un linguaggio intimo che solo io lui e pochi altri potevano capire,  mi  manca moltissimo e mi lascia senza le nostre parole.
Non ci sono più la sua ombra scura, il ticchettio delle sue zampe sul parquet, il suo respiro pesante la notte, la sua lingua umida sulla mia mano al mattino, a chiedere di uscire, di girovagare per il parco ad ore che col passare degli anni si erano fatte sempre più scomode ed irrinunciabili, con qualunque tempo, una piccola fatica quotidiana, a volte uno sforzo, un tempo sottratto ad altri e tanti impegni, ed ora un’assenza. Camminava con fatica, andava affiancato, sorretto, aiutato ma non demordeva e con il suo passo strascicato, incerto, lento seguiva ogni volta il suo giro preferito, si attardava a cercare cosa fosse mutato dal giorno prima, incrociava gli altri cani ritrovando un barlume di una antica baldanza, in realtà timore di perdere quel suo territorio o quei suoi affetti.
Era già avvenuto nella sua vita e lo aveva segnato, gli aveva lasciato un’espressione triste, un bisogno di vicinanza e di rassicurazione, un modo di convivere discreto, senza imporre mai la sua presenza: ricercava affetto e lo contraccambiava con la moderazione di chi sa di misurarsi con un bene prezioso.
Sola in casa avverto ancora la sua presenza, il rumore di fondo del suo lento movimento, i suoi occhi sempre tesi a cercarmi.
Lo sento oggi, lo sentirò ancora per un po’, il suo svanire sarà il segnale del vuoto, della separazione definitiva, dell’ultimo saluto a Gami, compagno di un pezzo di vita.

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