Allegorie


Bello il paragone tracciato tra Diogene e il cane. Uno spunto per pubblicarlo e, per un attimo, fermarsi a filosofeggiare.

diogene

Diogene: riaccendi la lanterna

Quest’uomo con una lanterna in mano, mezzo svestito, che aveva per propria dimora una botte è Diogene, il filosofo Greco  che cercava col lanternino l’uomo che avesse conservato la virtù più difficile da trovare sulla Terra. Lui non pensava che tale virtù fosse la saggezza, ma una qualità tanto rara che per trovarla gli serviva almeno un po’ di luce dal momento che cercarla e trovarla era come andar di notte. Quest’uomo è Diogene il cinico, colui che si comportava cioè con la stessa semplicità del cane (dal greco kunòs), che vive nel presente senza ansietà esattamente come un cane, che sa istintivamente chi è amico e chi è nemico a differenza degli uomini che spesso ingannano e sono ingannati.

Diogene aveva scelto di comportarsi come “critico” pubblico: la sua missione era quella di dimostrare agli antichi Greci che che la saggezza e la felicità appartengono all’uomo che è indipendente dalla società.

Di lui si dice che sarebbe stato uno degli uomini più buoni del mondo.

La virtù che non ha mai trovato e che ha cercato in lungo e in largo è la gratitudine.

Nulla mi toglie dalla testa però che egli abbia infine ripiegato nell’allontamento e nella volontaria indipendenza dalla società proprio perchè la sua vera ricerca sarebbe fallita. Non trovando la gratitudine si è infine accontentato della saggezza, liberandosi così di quella società nel quale egli non trovava ciò che maggiormente cercava.

Se dunque ciò è essere cinici, non esiste forse davvero più gran qualità ed elevatezza d’animo  o sensibiltà che il cinismo.

Fonte: Enjambement

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