Archivio per catergoria ‘Video’

Benvenuta pettorina!!


pettorina

pettorina consigliata

Prima di entrare nel vivo dell’argomento, faccio una breve premessa: la pettorina non risolverà il problema del cane che tira al guinzaglio.  I cani ci trascinano per mille motivi, indipendentemente dallo strumento utilizzato: tirano perché seguono delle tracce olfattive, sono curiosi,  vogliono conoscere i loro simili, devono inseguire una potenziale preda (magari una semplice foglia che vola), tirano perchè hanno paura e vogliono allontanarsi da quanto li spaventa o perchè involontariamente gli abbiamo insegnato a farlo, perchè hanno 4 zampe invece di due e per altre mille ragioni ancora.  A non tirare lo imparano e noi dobbiamo insegnarglielo nel rispetto della loro natura  (dove guinzagli e affini non esistono),  consapevoli delle loro esigenze e considerando le loro motivazioni. La pettorina è lo strumento che evita ai cani danni fisici, provocati dal tradizionale collare nel momento in cui tirano o strattonano; basti pensare a quando incidentalmente scattano o si lanciano in avanti. Il collo è una parte molto vulnerabile e viene anche utilizzata dai nostri amici per instaurare una corretta comunicazione, quindi l’utilizzo della pettorina evita ai cani dei veri e propri malintesi sociali e ci permette di educarli tutelando la loro salute, sia fisica che psichica. La pettorina, insieme ad amore, pazienza e coerenza, ci permetterà di raggiungere risultati sorprendenti.

questo modello lascia completa libertà di movimento e non comprime punti delicati

questo modello lascia completa libertà di movimento e non comprime punti delicati

Riassumiamo gli 8 buoni motivi per utilizzarla:
• Lascia libero il collo
• Non provoca dolore
• Non provoca danni fisici
• Il cane è più rilassato
• Gli permette di comunicare liberamente
• Migliora l’andatura perché l’attacco del guinzaglio è posto sul baricentro del cane
• Gli consente maggior libertà di movimento
• Favorisce la fiducia nel proprietario e  migliora la relazione

Quale modello usare:
in commercio ve ne sono di vari tipi: sono sconsigliate quelle che stringono le scapole quando il cane tira e quelle che passano intorno alla zona ascellare, provocando uno sfregamento spiacevole e doloroso.
Sono invece da prediligere le pettorine ad H, così denominate per la forma che prendono quando sono tutte aperte. . Questo brevetto consente di
- “vestire” il cane senza manipolargli le zampe,
- è regolabile in 5 punti e assicura una perfetta adattabilità al corpo,
- l’anello per l’aggancio al guinzaglio è posto in zona caudale; questo, insieme alla conformazione della pettorina, permette una trazione distribuita esclusivamente sullo sterno e sul torace, non limita quindi i movimenti e non provoca senso di costrizione e sfregamenti.

Nel video seguente, nel quale la mia Lola è co-protagonista, potrete vedere meglio la sua applicazione.

Buone passeggiate a tutti.

 

A me piace farla così!


 

Abbandono animali: censura da censurare.


E’ incredibile. Ci propinano di tutto: combattimenti, violenze e abusi di ogni genere ( non solo su animali), tutto senza un fine educativo, senza uno scopo sociale. Quando qualcuno propone una campagna forte, diretta, immediata, per disincentivare atti inqualificabili, per tentare di sensibilizzare gli incivili e dissuadere chi pensa all’abbandono come una soluzione ai suoi problemi, LA CENSURANO !!!.

Il filmato non è più impressionante di un taglietto sul dito. Se vogliamo analizzarne il risvolto psicologico, personalmente ritengo più angosciante “Shining”, “Qualcuno volò sul nido del cuculo” e altri dello stesso genere.

In una società in cui si scoprono preti pedofili,  figli che uccidono i genitori,  alunni che pestano gli insegnanti, insegnanti che violentano gli alunni, questo spot è considerato “troppo forte”??

Eccolo qui (ammesso che non me lo oscurino), corredato dell’articolo pubblicato su “LEGGO”

“Non puoi lavartene le mani”. È questo lo slogan di questo spot contro l’abbandono degli animali, spesso lasciati lungo le strade dai padroni diretti verso le loro vacanze. Ideato, prodotto e diretto da Roberto Capucci, ritrae un uomo che trascorre tranquillo la sua giornata al mare, quando compaiono delle macchie di sangue sulle sue mani. Ma il sangue non è il suo e le macchie non scompaiono, perchè quel sangue appartiene al cane che ha abbandonato per andare in spiaggia. Lo spot è stato censurato pechè ritenuto troppo forte, ma il messaggio che manda è chiaro e diretto.

 

Turisti a 4 zampe.


turisti a 4 zampeCome ogni anno in questo periodo,  siti, blog, televisione, riviste e tutti i mezzi mediatici che si occupano di animali, incominciano le campagne contro l’abbandono, pubblicizzando le sempre più numerose strutture che favoriscono la vacanza insieme ai propri amici. Pianificre una vacanza con gli animali non è più un problema. Oggi più che mai non ci sono scusanti per chi abbandona il proprio cane. Negli ultimi tempi, grazie alla forte sensibilizzazione, andare in vacanza con Fido è sempre più facile. Un esempio di sito simpatico e semplice da consultare è quello del Ministero del Turismo “turisti a 4 zampe” che fornisce tutte le informazioni necessarie per organizzare le vacanze senza separarsi dai nostri amici. Vengono dati anche consigli sulla preparazione del loro bagaglio e sulle normative che regolamentano il loro trasporto.

Nonostante il mio sogno sia quello di realizzare una struttura per accoglire i miei  cani/clienti/allievi, sono la prima a consigliare ai loro padroni di non separarsene, se non per estrema necessità. Le vacanze, oggi come oggi, non rientrano più in questa tipologia di situazione.

 

La storia di Leon


Di recente ho frequentato il corso, tenuto da un losco figuro di nome Ivano Vitalini,  per conseguire la qualifica di tecnico Mobility Dog (a parte gli scherzi, Ivano è simpaticissimo ed è, per lo CSEN, il coordinatore di questa disciplina.).  Partecipare con il proprio cane sarebbe stato troppo facile. Gli educatori cinofili hanno a che fare sempre con i cani altrui quindi noi partecipanti abbiamo lavorato con soggetti sconosciuti e di provenienze più disparate. Qui è entrato in scena Leon, un bel rottweiller maschio di 6 anni. La sua storia mi è stata inviata da Selene, la volontaria del canile dell’ENPA di Monza che maggiormente se ne occupa e che lo ha accompagnato al corso dove  si è svagato e divertito, dimenticandosi per qualche ora la sua triste realtà.

Leon è quello più basso ;))

Leon è quello più basso ;) )

PROVENIENZA: il proprietario di Leon a suo tempo è stato arrestato e il cane è arrivato in canile in quanto nessuno poteva occuparsi di lui, la legge dichiara che chi detiene questi animali deve essere esente da condanne penali: Leon non se lo meritava davvero, non ha mai fatto nulla di male a nessuno, l’unica cosa che lo tiene ancora dietro le sbarre è la fama ingiusta che viene data a questi cani.

CARATTERE: bisogna diventare amici di Leon, lui è un cane da guardia e giustamente difende il suo box, ma con chi conosce da grande soddisfazione. Se da un lato, con chi non ha mai visto fa la faccia brutta, con i suoi amici speciali è un cane da bacio e coccole. Bisogna vederlo per crederci. Essere amici di Leon fa sentire meglio le persone, è una sensazione che riempie di gioia: il suo testone che si avvicina felice e lui che scodinzolante fa le feste. Però ribadisco: bisogna essere suoi amici.
Occorre un periodo di affiancamento da stabilire con il responsabile del canile.

ADOZIONE IDEALE: Leon è stato inserito nel progetto “Famiglia a distanza” ed già è cambiato tanto, ha allargato i suoi limiti e tutti coloro che vengono a trovarlo e lo hanno conosciuto sentono la stessa gioia che lui trasmette a noi. Non è un cane che va dato a chi è alla prima esperienza e a chi ha una famiglia attiva, va bene in un ambito tranquillo.

PER INFO CONTATTARE: noi volontari tifiamo per Leon. E’ possibile adottare Leon a distanza nel progetto seguito da Silvia “Famiglia a distanza” adozioni.monza@enpa.org
e anche venire a conoscerlo per adottarlo finalmente da questo box nel quale è rinchiuso da anni contattando Stefano in orari di canile: dalle 14.30 alle 17.30 esclusi mercoledì e festivi in Via Buonarroti 52 a Monza.Potete anche scrivere a canile@enpamonza.it

ADOTTABILE A DISTANZA adozioni.monza@enpa.org
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Il cane in auto. Perchè è meglio il trasportino.


L’art. 169 del codice della strada, prevede che un cane possa viaggiare libero da vincoli nell’abitacolo dell’auto, a patto che non intralci e non sia un pericolo per le normali operazioni di guida. Ma qual’è il metodo migliore per trasportarlo?
Sul sedile posteriore, libero di muoversi, nel bagagliaio con l’apposito divisorio o in un trasportino?
Quest’ultima soluzione sembra sia quella che più tutela l’incolumità del nostro amico e il video che segue ce ne dà una chiara dimostrazione.
Il nostro lupacchiotto ama i posticini raccolti e un po’ bui e il trasportino può ricordargli una piccola tana dove rifugiarsi.
Naturalmente il cane va abituato gradualmente e sempre piacevolmente a permanere nel kennel, Gli educatori cinofili che si avvalgono del metodo cognitivo zooantropologico potranno esservi d’aiuto.

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Fred Astaire (o Ginger Rogers) a 4 zampe.


Il Dogdance consiste nel far eseguire al cane esercizi e figure a tempo di musica, con l’obiettivo di mostrare il cane e il conduttore in un programma musicale creativo, innovativo, originale, usando la musica e movimenti complessi che mettano in evidenza il lavoro di squadra, artistico, scenografico, atletico, e lo stile di interpretazione del tema musicale.
Non è indispensabile che il conduttore sia un ballerino, conosca o esegua passi di danza, nel dogdance la “STAR” principale è il cane e il motivo musicale e la struttura della coreografia vengono costruiti per valorizzare il suo temperamento e le sue particolari caratteristiche.

L’importante è sapere che il Dogdance è una disciplina sportiva che deve realmente dimostrare la gioia e il divertimento che unisce proprietari e cani, con rispetto e serietà, senza in alcun modo mettere in ridicolo il cane con figure o movimenti non naturali.

Il Dogdance, come le altre discipline cinofilo sportive già conosciute, aiuta il cane a sviluppare le sue qualità sia fisiche che mentali e l’umano a capire un po’ meglio il proprio amico a quattro zampe. Il lavoro di “squadra”, migliora la relazione uomo – cane e la capacità di comunicare perché si deve creare nel binomio una forte intesa, fatta di sguardi, gesti, parole e questo fa si che vengano forniti innumerevoli opportunità per migliorare la vita quotidiana. (articolo tratto da CSEN-settore cinoflia).

A questa descrizione mi permetto di aggiungere una nota pesonale che ritengo indispensabile per godere appieno l’uno dell’altro e per non rischiare di perdersi momenti irripetibili. Dimenticatevi la competizione. State  insieme al vostro cane e divertitevi con lui. Non mirate al risultato finale ma godetevi il percorso insieme.

 

I segnali calmanti (Calming Signals).


In questi giorni mi sono imbattuta in un video che mi ha fatto torcere le budella (purtroppo non dal ridere). Un’ulteriore conferma di quanto ci sia bisogno di conoscere il cane nei suoi molteplici aspetti per capirlo veramente. Queste immagini mi danno lo spunto per parlare dei “segnali calmanti” (Calming Signals) scoperti da Turid Rugaas, educatrice cinofila Norvegese, di fama ormai mondiale e della quale sono orgogliosa allieva.

Cosa sono: una parte fondamentale del sistema comunicativo dei cani; li hanno ereditati dai lupi e tutti li usano, se non gli sono stati inibiti da un’ educazione inappropriata.

A cosa servono: a comunicare le loro intenzioni, a bloccare conflitti al loro insorgere, a calmarsi, ad allentare la tensione in situazioni di disagio o stress.

A chi sono indirizzati: se stessi, altri cani, uomini.

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In questo filmato viene attribuita al cane l’espressione equivalente a quella del nostro sorriso.  Di fatto le sue mascelle sono contratte. Il cane è tutt’altro che felice. I suoi segnali e la sua postura la dicono lunga sul possibile trattamento che gli viene riservato:

appiattisce le orecchie (#) ai lati della testa, segno di insicurezza e di conseguente timore; per lo stesso motivo sbilancia il peso del corpo all’indietro (#), si fa più piccolo;

si lecca il muso; quando è indirizzato all’uomo questo segnale viene solitamente emesso se ci si china su di lui, se lo si afferra, se lo si solleva, se si usa un tono di voce alto e irritato, se lo si  abbraccia (per noi l’abbraccio è una manifestazione d’affetto, lui potrebbe recepirlo come un’aggressione)

strizza gli occhi, sbatte le palpebre: questi segnali sono emessi in condizione di  disagio e per rassicurare l’altro sulle proprie intenzioni

agita la coda: questo è uno dei segnali più fraintesi. Quando scondizolano non sempre lo fanno per contentezza. Per capire cosa ci voglio dire si deve osservare la loro postura nella sua totalità. Nel caso di questo video il cane sta “sventolando bandiera bianca”(*).

Tutto questo avviene sempre quando gli si avvicina il padrone. In buona sostanza questa bellissima bestia si aspetta una” bella ripassata” da un momento all’altro. Un maltrattamento a sorpresa.

Quelli sopra descritti sono una minima parte del repertorio dei segnali calmanti: ne esistono circa 30 tipi. Per dirla in breve, i nostri cani ci parlano in continuazione ma noi siamo ciechi e sordi perchè non li conosciamo. Questi segnali sono per noi umani una vera e propria “manna dal cielo” per costruire una relazione fondata sulla reciproca intesa. Perchè reciproca? Perchè possiamo imparare ad usare anche noi una parte di questi segnali. Riconoscendoli, quando lo vediamo preoccupato per un nostro atteggiamento, possiamo tranquillizzarlo comunicandogli che abbiamo invece intenzioni positive. Finalmente non sarà più una relazione a senso unico!!

Ora brevemente spostiamo l’attenzione dal cane all’ambiente. L’educatore cinofilo deve osservare anche quello per farsi un’idea della situazione generale. L’animale viene tenuto alla catena e, anche se non è necessariamente un segno correlato a percosse, è comunque una gestione altamente coercitiva, fonte di estremo disagio, sofferenza e privazione.   Quando il cane si dirige verso le persone si può notare il modo determinato con il quale viene trattenuto. Non sono ripresi ma gli strapponi non gli mancano.

Che tipo di relazione instaurare con il vostro cane è una vostra scelta: Armonia, collaborazione, serenità, divertimento per entrambi o dominanza, imposizione, squilibrio,  tensione?

Per quanto m riguarda posso affermare che “parlare” con Lola è meraviglioso come lo è, ed è stupefacente, “parlare” con i cani dei miei clienti ed insegnare loro a fare altrettanto. Nonostante la mia professione mi regali questa realtà tutti i giorni, continuo ad entusiasmarmi dei risultati ogni volta, perchè ogni volta, con ognuno di loro è diverso.

(*) Citazione del libro “i segnali calmanti” di Turid Rugaas

(#) Queste manifestazioni fanno parte delle posture del corpo. Insieme ai segnali camlmanti contribuiscono a farci riconoscere lo stato emozionale del cane.

 

Aggressivo per forza.


Quando un cane aggredisce, difficilmente lo fa senza una ragione e senza preavviso. E’ un grande comunicatore e le sue reazioni possono quasi sempre essere previste e, di conseguenza, evitate.  Invece il suo comportamento viene spesso definito imprevedibile, in  particolare proprio in rapporto alle manifestazioni di aggressività.
Nel caso specifico di questo video il cane viene messo nella condizione di non avere scelta: per difendersi può solo aggredire ma, come vedrete, non lo fa senza preavviso.

Se non riuscite a visualizzare il video clickate qui

Vi descrivo la situazione,  già di per se anomala in quanto l’animale si trova davanti ad una troupe cinematografica.

- Il pastore tedesco si trova chiuso su tutti e quattro i lati: alle sue spalle ci sono degli ostacoli, a destra c’è l’addestratore, a sinistra il presentatore e davanti c’è appunto la troupe.
- E’ trattenuto da un guinzaglio molto corto che gli impedisce ogni movimento.
- I due uomini gli sono molto vicini e lo chiudono. Parlano tra loro e non si accorgono dei segnali di estremo disagio che il cane sta inviando.
- Il presentatore, seguendo probabilmente la sua “scaletta”, gli dà qualche colpetto sulla testa: il cane gli invia ancora dei segnali (si lecca).
- L’uomo gli si avvicina ulteriormente, si china su di lui sovrastandolo mentre con l’altra mano cerca di accarezzarlo sul collo: il cane fraintende il comportamento che interpreta come una vera e propria aggressione.
- NON HA SCELTA: non può scappare, i suoi segnali non sono stati percepiti. PUO’ SOLO ATTACCARE!!

Questa reazione non può essere definita “problema comportamentale” ma è da imputare ad una mancanza di conoscenza del comportamento canino. L’addestratore avrebbe dovuto percepire lo stato emozionale del cane ma era evidentemente troppo distratto dal contesto in cui si trovava. Guardava ma non vedeva.

Episodi come questo sono all’ordine del giorno: involontariamente sottoponiamo i nostri cani a stimoli avversativi che possono indurli a reazioni pericolose. Questo si può evitare imparando a comunicare correttamente con il proprio amico, capendone linguaggio e comportamento. Non si deve cambiare la sua diversità ma accettarla e gestirla in modo piacevole per entrambi.

 

Capi firmati col sangue.


Da regalare o acquistare per se. Oggi non possiamo più dire “non lo sapevo”. L’informazione arriva dalle più svariate fonti che svelano le atrocità nascoste dietro un bel capo di abbigliamento: dalla pelliccia alle più semplici giacche con le bordure in pelo. Mi piacevano tantissimo …PRIMA!! Ora ho regalato tutto. Quando le indossavo mi sembrava pesassero tonnellate. Quei bei giromanica, quei bei cappucci con il bordo vaporoso, i guanti tanto eleganti, gli stivali tanto caldi!!. Oltre a ermellini, volpi, castori, visoni  vengono impiegati anche cani e gatti in particolare proprio per gli inserti.  L’alternativa è il sintetico, altrettanto coreagrafico e caldo (forse anche di più).

Maestri per eccellenza di questo commercio e di queste barbarie sono i cinesi che sempre più mi domando se appartengono alla razza umana. Il video che vi propongo non è tra quelli pii scioccanti, si può visionare fino in fondo: lascia spazio ad interrogativi, amarezza, schifo verso il genere umano.

Con questo post non voglio additare o condannare chi si veste con questi capi: ognuno è libero di scegliere, l’importante è farlo consapevolmente. Ai polsi, sul collo, alle caviglie, ai polpacci forse c’è Fufi, Paco, Lola, Pegghi, Fido. E’ macabro?…Sì forse sì. Ma realista. Purtroppo veramente realista. Come muoiono? Male, veramente male: scuoiati vivi e lasciati agonizzare fino all’ultimo respiro.

Mente sto scrivendo Lola è acciambellata nel suo fagiolo, respira lentamente, ogni tanto mi lancia un’occhiata poi si riappisola. La guardo… mi alzo e mi sdraio vicino a lei, la coccolo, l’accarezzo e, porca miseria, piango.

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