Archivio per catergoria ‘Educazione’

Ozio e attività sfrenata: la virtù sta nel mezzo.


Divertente la scarpaLa giornata di un cane è fatta di 24 ore, esattamene come la nostra. Noi come la impieghiamo? Proviamo a fare una statistica: dedichiamo 8 ore al sonno. Ci alziamo, colazioniamo, andiamo al lavoro al quale dedichiamo altre 8 ore. Torniamo a casa, un po’ di relax, cena, televisione e nanna un’altra volta.

Questo per semplificare molto. Aggiungiamo i figli da accompagnare e andare a prendere a scuola, le 8 ore di lavoro che ci impegnano fisicamente e mentalmente, la pausa pranzo, le relazioni professionali, lo sport dopo il lavoro, la spesa, dedicarsi ai figli o ai genitori se sono anziani, le relazioni sociali della famiglia e i compiti da assolvere per essa, cena, dopocena (tv, letture, pc),  … siamo impegnatissimi sia mentalmente che fisicamente e, a fine giornata stanchissimi. A volte gratificati, altre meno, a seconda se ciò che abbiamo fatto corrisponde ai nostri reali bisogni e alle nostre aspettative.

E i nostri cani? Facciamo anche qui una statistica analizzando la giornata di un cane che vive in appartamento: di notte dorme. Al mattino sveglia, passeggiatina fisiologica (15 minuti), a casa 4 ore da solo, rientro pausa pranzo (ma non c’è tempo da dedicargli), altre 4 ore da solo. Rientro della famiglia, passeggiatina  (30 minuti). A casa, qualche coccola poi osservazione delle attività della famiglia e attesa della pappa. Nuovamente nanna perché la famiglia è occupata in attività diverse.

Questo per semplificare: ci sono variabili come i contesti abitativi (giardino) e abitudini della famiglia ma sostanzialmente il cane passa maggior parte della giornata da solo, annoiandosi e in base a quanto ha a sua disposizione, trova il modo di occupare il tempo. Chi ha un giardino lo troverà pieno di buche, oppure avrà un cane che abbaierà molto disturbando il vicinato, chi non ce l’ha si troverà il divano sbudellato. Sto citando solo alcuni esempi per semplificare e cercare di spiegare come mai spesso i nostri cani si attivano con comportamenti per noi problematici.

Voi come vi comportereste se la vostra vita fosse fatta di ozio? Senza stimoli oppure molto pochi? Non cerchereste attività alternative? Di fatto già lo facciamo:  seppur stanchi dopo una giornata lavorativa, se ci avanza del tempo non oziamo. Palestra piscina, lettura, PC, attività sociali ecc. ecc., dipende dalla professione: se occupati fisicamente ci dedicheremo ad attività che impegnano la mente, se impegnati mentalmente ci sfogheremo con attività fisiche: comunque cerchiamo inconsapevolmente di equilibrare i nostri bisogni, COSA CHE IL CANE NON PUO’ FARE.

Al contrario esistono situazioni dove il cane è estremamente sollecitato: per fare un esempio la famiglia numerosa con mamma a casa, bimbi piccoli. Lui vuole interagire quindi prende i giochi, rincorre i piccoli, è eccitato dagli strilli, dai movimenti veloci, la mamma si innervosisce, lo sgrida e, se le è possibile, lo isola in giardino andando involontariamente ad alimentare il suo disagio.

In linea di massima non esistono mezze misure: o troppo, o troppo poco.

Che fare? Portarlo al campo di addestramento 1 volta a settimana? Mmmm… Una overdose di attività in 1 ora e dopo? Si recupera… e dopo? Gli altri 6 giorni?

OK. Mi fermo qui… pausa di riflessione. La prossima volta vediamo le soluzioni. Nel frattempo non punite il vostro cane e non stupitevi o scoraggiatevi per comportamenti per voi inaccettabili. Lui sta cercando di adeguarsi, equilibrare, soddisfare bisogni tipici della sua specie per lenire dei disagi causati da uno stile di vita non proprio adeguato al suo.

 

     

 

Un cavaliere che si chiama King


Mosca atomicaQuesto è King, uno scricciolo di cane soprannominato “la mosca atomica”. Come tutti anche lui è nato con un destino: quello di trovare una famiglia meravigliosa che si è fatta carico di tutti i suoi problemi. Un giorno questa famiglia decide che è arrivato il momento di arricchire la propria vita adottando un cane. Tutti erano concordi sulla scelta del Kavalier, La mamma, informatissima sul fatto che non vanno comprati in negozio, alle fiere ecc., ecc. contatta due allevamenti. Tramite internet vedono la foto del loro King, se ne innamorano e pertanto scelgono l’allevamento che lo propone. La descrizione gli attribuiva l’età di 3 mesi. Sempre la mamma, che non lascia nulla al caso, mi chiama per una consulenza pre-adozione. Cose da comprare, dove collocare, come comportarsi durante il trasporto e poi in casa e cosa osservare nel cucciolo che sarebbe stato visto insieme alla cucciolata completa. Dopo i consigli pratici, arriva la perla di saggezza: “a meno che non ci siano manifestazioni ecclatanti di disturbi particolari…andate dove vi porta il cuore”. Ci lasciamo con un appuntamento fissato dopo qualche giorno per iniziare il vero e proprio percorso educativo. Ma il giorno seguente vengo contattata: “il cane non si muove dalla sua cuccia: ha passato tutta la sera, la notte e tutt’oggi sempre lì: ci ha fatto anche i bisogni” Mollo quello che stavo facendo e vado a vedere se questo atteggiamento era imputabile ad una eccessiva timidezza in un cucciolo frastornato per il cambiamento radicale che ha dovuto affrontare. Mi ha fatto una gran tenerezza. Messa in atto qualche piccola strategia mi viene il sospetto di essere di fronte a una Sindrome da Privazione Sensoriale, fortunatamente di 1° grado. Il cucciolo che alla fine aveva di fatto 5 mesi e non 3, era sempre vissuto in allevamento senza mai venire a contatto con stimoli ed esperienza diversificate, compreso quella di camminare su una superficie completamente liscia e lucida infatti ci pattinava sopra invece di camminarci e quindi, spaventato, preferiva andarsi a mettere nella cuccetta.King nel sole (6) Naturalmente ero allibita dal fatto che avesse 5 mesi e sinceramente mi è venuto il dubbio che non  fosse nemmeno nato in allevamento, anche perchè il cane non era accompagnato dai documenti e il libretto delle vaccinazioni non riportava le date in cui gli erano state praticate. La mamma mi ha fatto tenerezza, era in preda a grande preoccupazione; l’ho rassicurata dicendole che comunque, anche se in tempi più lunghi il risultato lo avremmo ottenuto. Bisognava avere un pochino più di pazienza e trovare sempre i modi giusti per relazionarsi con questo “cuor di leone”. Iniziamo i primi incontri, pipì e cacche in casa non si contavano, le uscite nel giardino condominiale erano una sofferenza per lui che trasaliva ad ogni più piccolo rumore, non parliamo del percorso per farlo abituare alla pettorina e poi al guinzaglio. Mamma anche se disperata teneva duro, io ero positiva: sapevo che il mio nipotastro ce l’avrebbe fatta! Intanto avevamo inserito in casa dei giochi che gli piacessero molto e gli facessero acquisire competenze. Poi, la mamma che è un medico, si accorge di manifestazioni e sintomi che la convincono poco. Ber farla breve, per non farci mancare niente, a King viene diagnosticata la Sindrome di Chiari. E’ una patologia degenerativa molto frequente in questa razza, da attribuirsi alle manipolazioni genetiche, veri e propri maltrattamenti. A questo punto siamo di fronte ad una vera e propria tragedia. L’allevatore dice di portarglielo indietro perchè avevano diritto a un altro cane, neanche fosse stato un paio di scarpe (commercianti di sentimenti). La mamma è ancor più disperata, anche per dei sui vissuti passati e soprattutto perchè deve dare un dolore a suo figlio. In un primo momento però si indirizza verso la scelta di trovargli un  altro proprietario perchè non si sente in grado di portare avanti la situazione. Io da questa storia sono stata particolarmente provata; mi sono persa 10 anni di vita ma ne ho riguadagnati 20 quando la rotta si è invertita ed è stata maturata, non senza angosce,  la decisione di tenere Kink e accettare giorno per giorno ciò che sarebbe arrivato. Ora è in terapia farmacologia ed è diventato davvero un cuor di Leone. Va dappertutto, gioca con qualunque cosa, lo portano al ristorante, va in auto nel trasportino, è socializzato con gli altri cani, fa un “seduto” da oscar e un “terra” da nobel. Sono davvero contenta: ho trovato una famiglia che ha seguito ogni piccolo, piccolo consiglio. La pazienza e la dedizione ma anche la caparbietà dimostrate dalla mamma sono fantastiche. Se oggi King è sereno, vivace, ed è la gioia della famiglia è perchè lei non ha mollato. E io le voglio davvero bene. Adesso può camminare con le sue gambe e King con le sue zampette ma sanno che ci sarò sempre, per ogni più piccola cosa.

 

The Yellow Dog Project


Progetto utilissimo. Grande idea! Da applicare e diffondere più che potete!!

The Yellow Dog Project

Scoprite di cosa si tratta

 

Millan morsicato da un labrador (finalmente)!


Sembra un titolo da prima pagina. A dire il vero per me lo è. Era tempo che aspettavo questo momento, il momento in cui se lo prende in quel posto (un bel morso alla mano intendo). Avevo deciso di non parlare più del troglodita dell’educazione cinofila con il chiodo fisso della dominanza, del calcio in culo ben assestato, dell’annientamento per sfinimento ma “nun ce la fo”. ‘Sto video (che stranamente non è ancora stato oscurato), si merita il nobel.Immagine anteprima YouTube

Vediamo che succede. Dunque, stando ai primi secondi, il cane conosce già il cavernicolo e ne è preoccupato, infatti è titubante, a disagio e insicuro quando gli viene dato il cibo (sbatte molto gli occhi, gira la testa); probabilmente prima delle riprese il canaro se l’ era già lavorata un po’. Subdolamente Holly viene invitata a mangiare ma mentre lo sta facendo, non senza preoccupazione,  Millan la provoca mettendo le mani nella ciotola, suscitando una reazione assolutamente normale per chi si sta vedendo sottrarre la risorsa primaria in assoluto (se a noi rubano il portafoglio mica stiamo impalati a dire “va beh, pazienza”). Il cane in questione, decisamente equilibrato, con una snappata a vuoto lo avverte di piantarla ma il cavernicolo, seguendo il suo Karma del “ti faccio vedere chi comanda”, insiste nell’affrontare Holly a muso duro a mo’ di Mezzogiorno di Fuoco. La labrador (mica ha scelto un mastino napoletano per girare questo episodio) entra in conflitto: da una parte si sente minacciata e vuole difendersi dall’altra invia segnali di pacificazione (si lecca freneticamente, gira la testa e la abbassa, sbatte forte gli occhi, si sdraia e per cercare di attenuare lo stress alla quale è sottoposta, accenna uno sbadiglio. Praticamente gli sta dicendo:  “Senti non voglio litigare, lasciami in pace, levati dalle palle”.  L’Esperto che di tutto questo se ne frega (o meglio non conosce i segnali) a questo punto la ritiene domata-dominata e, come spiega al proprietario rilassata; con tutta la sua Energia Positiva che tanto pubblicizza, incomincia a gesticolare davanti al cane a mo’ di “Edward mani di forbice”. Quando la tocca sul muso per Holly è troppo (essere labrador non vuol dire essere pirla)! Una bella affondata di canini nella “gelida manina” le risolve la situazione ingombrante e preoccupante. Mister muscolo molla le ghiandole (se l’è fatta sotto) ma fa finta di niente e le si piazza fisso davanti. Il linguaggio del suo corpo tachicardico e pieno di adrenalina dice: “Cazzo… e mo che faccio? Non posso andarmene perdendo la faccia  (e la mano)”.  E rimane impietrito davanti al cane cercando di far passare il messaggio che “lui non cede”. Di fatto si sta facendo passare lo spavento e sta recuperando calma. Le sue mascelle contratte e digrignanti fanno palesemente trasparire la voglia di mettere mani e piedi sul cagnaccio ribelle ma meno male che c’è la telecamera.

Bene… ecco che succede quando si è imbullonati al concetto di dominanza, abbarbicati al concetto di sottomissione, aggrappati alla convinzione che con le maniere forti il cane capisce chi comanda.

Ci sono altri modi per insegnare al cane a non essere possessivo con la ciotola. Si deve convincere che non gli ruberemo la sua risorsa bensì gliene daremo ancora. Tempi e modalità vanno confezionati su ogni singolo caso ma è questo il concetto che deve passare: dare e non togliere! E’ un metodo infallibile, viene fatto nel rispetto del cane ed è privo di inutili brutalità.

Ora mi rimane un dubbio da dissipare. Qualcuno sa che fine ha fatto Holly? No perchè non vorrei che il jurassico, per salvarsi la faccia l’abbia definita indomabile, con tutte le conseguenze del caso.

 

Il linguaggio dei gesti


il linguaggio dei gesti“Un soffio della nostra bocca diventa il quadro del mondo, l’impressione dei nostri pensieri e dei nostri sentimenti nell’anima degli altri. Dal moto di un soffio dipende tutto ciò che sulla terra gli uomini hanno pensato, voluto e fatto e ciò che faranno di umano; tutti noi ci aggireremmo ancora nelle foreste se questo soffio divino non ci avesse avvolti nel suo calore, e non pendesse dalle nostre labbra come un suono magico”. (Herder Johann Gottfried)

Ogni singolo uomo ha la capacità di stabilire una relazione attraverso la parola, suo primo modo di comunicare,  fondamentale sotto tutti i punti di vista.
In breve senza il linguaggio siamo privi di ogni capacità di significare e interpretare sia la realtà che ci circonda, sia la relazione con gli altri.

Va detto che i sempre più approfonditi studi sulla Programmazione Neuro Linguistica hanno consolidato l’opinione che la comunicazione verbale è da noi recepita per il solo 7% mentre giocano un ruolo molto più importante e significativo la comunicazione non verbale (gesti, posture, espressioni) e paraverbale (modulazione delle intonazioni della sua voce).

I cani sono dei veri e propri “guru” della PNL.
Privi della parola, per loro incomprensibile, si avvalgono di capacità strabilianti nell’interpretarci attraverso la nostra comunicazione  non verbale e paraverbale. A loro volta comunicano tra loro e con noi attraverso una gestualità  affascinante, intrigante e solo imparandola potremo capire ciò che vogliono dirci. Conoscerla ci permetterà di educarli creando un legame intenso ed empatico, scopriremo la loro semplicità  e potremo aiutarli a vivere meglio nella nostra società per loro molto repressiva.

 

Opposizione alla docu-fiction nei canili. In Italia non si tollerano i metodi di Millan


Da: ANMI OGGI – informazione veterinaria on line

foto internet

foto internet

Il “sussurratore” progetta di girare nei canili d’ Europa. I comportamentalisti e la FNOVI avvertono: in Italia non sono ammessi certi metodi. I Comuni non autorizzino le riprese.
Saranno “educativi” in America i metodi di addestramento di Cesar Millan, ma non in Italia. La National Geographic che si appresterebbbe a girare puntate di “dog whispering” in Europa è avvisata. Con una presa di posizione ufficiale sostenuta dalle sigle veterinarie comportamentaliste italiane, la FNOVI mette le mani avanti: se l”idea di riabilitare e fare adottare i cani dei canili “è corretta ed interessante”, quello che non va sono i metodi. Cesar Millan, già pubblicamente criticato da SISCA ricorre a sistemi non confortati dalle scienze comportamentali.

Il mondo veterinario italiano, in prima fila i medici veterinari comportamentalisti, ritiene che questa idea di trasformare i canili italiani in un set televisivo, porti nuova fama e ricchezza alla trasmissione, ma sia dannosa per i cani e chiedono ai Comuni ed alle autorità preposte di non cedere alla lusinghe della show business, e di negare l’accesso ai canili da loro gestiti.

La condizione dei cani abbandonati non si presta alla docu-fiction e “non devono essere sottoposti a ‘esperimenti mediatici’ di riabilitazione canina con metodi vetusti e spesso inaccettabili dal punto di vista del benessere animale. Molti studi ci stanno dimostrando come il cane sia dotato di capacità cognitive e caratteristiche comportamentali che lo rendono adatto a comprendere la comunicazione umana: i metodi di Millan sono superati e estremamente pericolosi per il benessere dei cani e per la sicurezza delle persone”.

“Forse trovano il giusto terreno culturale in America dove è ancora permessa ad esempio l’eutanasia degli animali dei canili oppure il taglio delle corde vocali- dichiara la Federazione- ma in Italia, almeno in tema di gestione e cultura degli animali siamo un passo avanti”.

Già, in passato, i medici veterinari comportamentalisti avevano chiesto che i documentari di Millan fossero sospesi dalla programmazione televisiva italiana.

 

Caratteristiche di razza.


Quando si decide di adottare un cane si tende a sceglierlo in base alle caratteristiche fisiche tralasciando l’approfondimento delle sue doti genetiche e dei suoi naturali comportamenti. Ci si trova poi a dover gestire situazioni inattese e complicate che possono inclinare il rapporto con il cane.
Un esempio pratico, che ho sotto gli occhi quasi tutti i giorni è quello dei Volpini di Pomerania, piccoli, irresistibili  batuffoli che, proprio per la loro taglia vengono scelti per la vita in appartamento, in condominio. Peccato che una delle loro caratteristiche di razza sia un abbaio da sclero. E qui incominciano i casini perché questo comportamento è innato e cercare di inibirlo è controproducente sia per il cane che svilupperà altri atteggiamenti scorretti, sia per il proprietario che si troverà a “combattere” non più solo con l’abbaio ma anche con altre problematiche più o meno importanti.
Le caratteristiche di razza si sono ottenute tramite una selezione che si protrae da oltre un secolo pertanto i comportamenti innati dei nostri cani sono ben radicati e saremmo degli scellerati se cercassimo di ostacolare ciò che abbiamo fortemente, volutamente enfatizzato. Per il cane sarebbe una vero e proprio maltrattamento non potersi esprimere come il suo istinto gli suggerisce. Anche l’educazione deve tenere conto di tutto questo e pertanto sarà più utile imparare a gestire le capacità naturali del nostro amico piuttosto che frenarle. Essere seguiti nel percorso educativo da un professionista è fondamentale ma, siccome chi ben comincia è a metà dell’opera, la prima vera mossa giusta da fare è ponderare bene le caratteristiche di razza del cane e valutare le nostre abitudini e stili di vita per capire se sono compatibili.
Un altro esempio frequentissimo è quello del Siberian Husky, un cane che ha un desiderio irrefrenabile di correre ed ama gli spazi aperti. Eppure molti vengono tenuti in piccoli giardini e fatti uscire 2 volte a giorno quando va bene. Se scappa ne ha tutte le ragioni e purtroppo i canili sono pieni di questa meravigliosa razza.

 

La fame nel mondo, la sofferenza, la violenza su donne e minori. non è colpa di chi ama gli animali.


A volte le persone mi chiedono “ma perché con tutti i problemi che ci affiggono, con la fame nel mondo, le malattie, i bimbi maltrattati, ci si continua ad occupare di animali?
Forse con una mentalità un po’ ristretta, rispondo “Perché invece di comprare pellicce, gioielli, cellulari, auto, non si fa beneficenza?”

Comunque ecco di seguito solo alcuni dei tanti validi motivi per i  quali dedicarsi agli animali è importante quanto dedicarsi agli esseri umani, considerando che una cosa non esclude l’altra.

 

A che gioco giochiamo?


Giochi sfrenati incontrollati, frenetici, senza regole, creeranno cani incontrollati, sfrenati, frenetici, senza regole. Saranno più inclini all’iperattività, all’ansia, ad aggredire e saranno etichettati come “problematici”, “asociali”; tenderemo a confinarli in giardino o in casa perché troppo difficili da gestire.
Al contrario, giochi pacati, di fiuto, di attivazione mentale, giochi anche dinamici come il tira e molla, i giochi con la palla e il frisbee ma strutturati e con regole alle quali attenersi, formeranno cani capaci di affrontare paure e incertezze in modo equilibrato.
Per il cane giocare vuol dire correre, inseguire, rosicchiare, mordere, abbaiare, scavare. Così facendo sfoga la sua esuberanza, conosce il mondo e impara a relazionarsi con esso. Attraverso il gioco si diverte e si gratifica ma non si pone limiti né freni. E’ importante passare del tempo con lui per coordinare le sue attività senza inibirle.
Essere i suoi compagni di gioco è un collante eccezionale. Si gettano le basi per una relazione fatta di intesa e saremo per lui dei veri e propri riferimenti perché saremo interessanti, vivaci, divertenti.  Ci cercherà sempre perchè sapremo proporgli la cosa giusta nel momento giusto.
Quali giochi far fare al vostro cane, come proporglieli e per quanto tempo, dipende da una serie di fattori, come ad esempio l’età, il carattere e la razza. Con cani selezionati per avere un alto livello di predatorietà è bene moderare le attività che la fanno emergere; con cani selezionati per avere un alto livello di competitività limitiamo giochi di contesa, come il tira e molla. In questo modo eviteremo che la loro già naturale predisposizione venga esasperata.  Per questo è molto importante che consultiate un educatore cinofilo che possa aiutarvi nella scelta delle attività più idonee da fare insieme.
Il cane si educa anche attraverso il gioco e bisogna dedicarci del tempo quindi pensate a quanto ne avete a disposizione prima di adottarne uno.

 

La calma è la virtù dei forti


Ormai è risaputo. Gli stati emozionali dei nostri cani sono quasi sempre una risposta ai nostri comportamenti. Attraverso i movimenti, il tono di voce, gli sguardi, il gioco, le attenzioni, possiamo trasmettere ansia o tranquillità, paura o sicurezza, calma o agitazione. Senza rendercene conto interagiamo con loro in modo inevitabilmente eccitante: siamo sempre di corsa, gli parliamo in continuazione, facciamo giochi che li inducono sempre a saltare o correre, aumentiamo le attenzioni quando dovremmo invece ignorarli.  Essere costantemente all’erta, agitati, pervasi da un senso di frenesia non è un modo di vivere ottimale. Che fare quindi per aiutare i nostri amici a rilassarsi? Li possiamo educare alla calma affrontando il tema sotto molteplici aspetti. Eccone alcuni:

-    proponiamo giochi di fiuto piuttosto che giochi eccitanti (nascondiamo bocconcini, ossi, giochi e facciamoglieli trovare)

-    appena si sdraia per riposare premiamolo con un bocconcino posto tra le sue zampe (rinforziamo lo stato di calma)

-    cerchiamo di modificare la nostra comunicazione muovendoci con più tranquillità, parlandogli con tono pacato, ignorandolo quando è ipereccitato (ad esempio quando rientriamo a casa).

Ci sono molte altre cose da fare e sapere che vanno però proposte e “confezionate” in base alla razza, al carattere del cane e alle abitudini della sua famiglia. Rivolgersi ad un professionista è sempre la scelta migliore.
La calma dovrebbe diventare uno stile di vita. Tutto sommato farebbe bene anche a noi

(foto tratta da internet)